NON ABBANDONARMI

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Corro senza fermarmi, corro come se non ci fosse un domani che forse non ci sarà, corro come non ho mai fatto prima anche se non so dove sto andando. 
"Luna che succede? ti prego parlami". Mi fermo stremata e così anche Mark con il fiatone. Non riesco a rispondere, voglio solo piangere ma non ci riesco, non ancora.
"Stella, mia sorella, è in ospedale, io-io non so" non riesco neanche a mettere insieme due lettere e tre parole. La paura e l'ansia mi assalgono, non voglio perderla, non ce la farei, non posso...
"Ei calma, vieni con me ora ti ci porto io in ospedale, corri andiamo in macchina" mi dice agitato.
"Ma tu non la tieni la macchina oggi!"urlo in preda al panico.
"Sì che la tengo solo che volevo camminare a piedi per poter stare più tempo con te" dice mentre inizia correre verso la macchina, o almeno presumo. Vorrei correre ma non ci riesco, sono quasi immobilizzata e la paura mi toglie il fiato dalla gola, dai polmoni, da tutto. Non riesco a chiamare Mark che intanto si sta allontanando sempre più velocemente, mi passa tutta la vita davanti.  
Non la rivedrò mai più ed è tutta colpa mia, è colpa mia se è in ospedale e soprattutto mi rammarico il fatto di non ver potuto passare molto tempo con lei. 
Chiudo gli occhi e mi lascio cadere..
"Luna, cazzo, vieni qua aggrappati al mio collo, veloce dobbiamo correre" Sento due mani che mi stringono i fianchi, e mi sollevano: è Mark che per fortuna è tornato indietro, a salvarmi. 
"Mark..."
"Sh tranquilla, ci sono io ora dobbiamo solo arrivare nel meno tempo possibile all'ospedale"
Mi lascio cullare dalle sue mani e dal suo respiro affannato a causa della corsa, e chiudo di nuovo gli occhi.  

Mi risveglio bruscamente quando Mark mi fa accomodare sulla sua macchina e il distacco dal suo corpo mi causa dei brividi .
"Luna ti prego non chiudere gli occhi è tutto ok, richiama tua madre, chiedi informazioni ti prego"
"S-si subito" prendo il telefono e digito velocemente il numero di mia madre. L'ansia mi assale nuovamente e la paura che mia madre possa aggredirmi anche.
Non urla ti prego..
Mi tornano in mente tutte quelle urla, ed io che correvo in camera con le mani sulle orecchie.
Avevo solo 13 anni...
Il telefono squilla, e stranamente mia madre risponde:
"Mamma, sto arrivando ma ti prego dimmi come sta Stella" urlo in preda al panico.
" Inutile che urli Luna, tua sorella è in condizioni gravissime, non sappiamo ancora nulla, lei è in sala operatoria" dice mia madre cn un tono glaciale che mi provoca un brivido lungo la schiena. 
Fisso intensamente Mark mentre guida con gli occhi fissi sulla strada e che non mi concede neanche un minimo sguardo di sfuggita.
"Va bene noi siamo quasi arrivati"
"Noi?" mi chiede "non eri da sola in giro, almeno così ha detto tuo padre"
"S-si ma ho incontrato per strada Mark, vabbè lunga storia, arriviamo" dico velocemente e stacco la chiamata. Mi volto verso Mark che mi guarda perplesso: se non fossi in ansia scoppierei a ridere. 
"Allora?" mi chiede lui.
"Oh ehm nulla è in sala operatoria e non si sa nulla se non che è in condizioni gravissime" dico e intanto la mia voce si incrina: sto per scoppiare a piangere, diamine!
"Luna, andrà tutto bene non sei da sola, ci sono io" mi dice Mark con tono sincero, il che mi scalda il cuore. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere e sentirselo dire fa bene, molto.
"Grazie per tutto, davvero non dovevi"
"Stai tranquilla, è il minimo e comunque siamo arrivati" mi annuncia ansioso.
Scendo dalla macchina come se d'improvviso il sedile bruciasse e mi precipito all'interno. 
Corro tra gli spogli corridoi bianchi, privi di emozioni e così tristi e cupi finché non noto mia madre in fondo alla sala seduta su una sorta  panchina. 
"Mamma eccomi sono arrivata, allora novità? cos'è accaduto esattamente?" chiedo tutto d'un fiato; penso di non aver mai parlato così velocemente in vita mia.
"Non ci sono ancora novità, non sappiamo ancora con precisione cosa sia accaduto ma tua sorella ha fatto un incidente d'auto" dice mia madre con lo sguardo fisso verso il basso.
"Incidente? con chi?" Non capisco.. mia sorella 13enne è in fin di vita a causa di un incidente d'auto? é assurdo.
"Non lo so" 
"Non lo sai?" Urlo con disappunto. "Come fate a non sapere dov'era vostra figlia 13enne !" urlo. Non posso credere alle mie orecchie, ancora una volta è accaduto. Ci hanno abbandonate di nuovo e mia sorella potrebbe non risvegliarsi più solo perché non sono stati capaci di fare adeguatamente i genitori neanche questa volta.
"Non urlare Luna, ormai non serve  a nulla" mi redarguisce mia madre con un tono freddo che mi mette i brividi da sempre.
"Non posso crederci, Stella è in fin di vita e a mala pena sapete il perché.." Non voglio credere alle mie orecchie e prego purché questo sia solo un incubo, un brutto ed orrendo incubo.
"Non è colpa di nessuno" s'intromette mio padre. Sento la rabbia ribollire dentro di me e sbotto spinta dalla rabbia e dalla paura che mi portano a piangere. E mentre una lacrima traditrice solca il mio volto sputo tutto il veleno che non pensavo di possedere dentro di me:
"Mamma, papà ascoltatemi bene voi due siete i genitori di Stella e nessuno meglio di voi due dovrebbe sapere come è accaduto, con chi stava e perché. La verità è che a voi di noi due ultimamente non frega molto, siete sempre in giro "per affari" o così dite e ci state trascurando portando Stella ad uscire con persone non adatte a lei e alla sua età, a causa vostra e della vostra poca attenzione ora potrebbe non risvegliarsi e se così dovesse essere voi potete dimenticarmi il mio volto" dico sputando tutto quello che mi porto dentro da mesi e dopo un piccola pausa ricomincio impedendo loro di controbattere anche se nello sguardo di mia mamma si propaga una macchia rossa: la rabbia.
"Io e mia sorella incassiamo da mesi questi comportamenti ma non possiamo continuare così ed ora Stella rischia la sua vita a causa della poca attenzione da parte dei suoi stessi genitori, vorrei nascondermi anche io papà dietro a frasi fatte come " non è colpa di nessuno" ma sapete che in questo caso non è così e dovete prendervi per una volta le vostre responsabilità: ho sempre sperato che in voi effettivamente ci fosse del buono e un briciolo di compassione almeno in questo momento ma evidentemente non è così e pregate che vostra figlia lì dentro si svegli domani mattina" e lancio ad entrambi uno sguardo gelido e per paura forse della loro reazione fuggo per prendere un po' d'aria. Sento la paura ed il panico dilatarsi all'interno del mio petto e il solo pensiero di non rivedere più mia sorella mi uccide. Dovrei esserci io al suo posto e questo lo sappiamo entrambe..

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