4. Everything that kills me makes me feel alive

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˚  Aurora 𝜗𝜚˚

La sveglia suona presto riproducendo una canzone degli anni 70, perciò sono costretta a svegliarmi.

Cerco di spegnerla, ma puntualmente rischio di rompere il telefono almeno una trentina di volte.

Sono le sei e mezza di mattina e, dato che ci tengo a dare una buona impressione almeno il primo giorno di università in una nuova città, scendo dal letto canticchiando la canzone che mi ha svegliata e inizio a prepararmi.

«Summer days drifting away to-Ah! Oh, the summer nights!» cerco di moderare il tono di voce, visto che probabilmente gli altri stanno dormendo, ma con questa canzone mi è piuttosto difficile.

Mi fiondo in bagno continuando a cantare e comincio a sistemarmi. Per prima cosa raccolgo i capelli in uno chignon stretto, aggiustandolo con del gel.

Lo rifaccio almeno una decina di volte, prima di essere anche solo un minimo soddisfatta del risultato. Ho avuto almeno tre crisi di pianto,  ma si sa, no? Se bella vuoi venire, un poco devi soffrire.

Nel mio caso, se voglio essere bella devo esaurirmi.

Dopodiché passo al viso e, dopo averlo sciacquato, disegno con cura delle linee con l'eye-liner nero, abbinato ad un mascara del medesimo colore.

Indosso dei cargo verde militare e una felpa grigia e sono pronta.

Sono più che convinta che gli altri dormano, perché chi si sveglierebbe a quest'ora il lunedì mattina se non lavora o va a scuola?

Faccio quindi passi lunghi e lenti, attentissima a non svegliarli, per arrivare in cucina.

La scena diventa quasi comica quando entro nella stanza e mi ritrovo davanti i miei coinquilini.

Beh, a dire il vero, manca Ashton, ma non ci faccio troppo caso.

I quattro scoppiano a ridere con gusto. Io cerco di fare come se nulla sia successo, ma poi mi concedo anche io una risata.

«Cosa fate svegli a quest'ora?» domando incuriosita sedendomi al tavolo.

«Abbiamo delle cose da fare.» rispondono vagamente stuzzicando il mio interesse.

E io ho cercato di stare zitta. Lo giuro, ci ho provato davvero.

Ma, come al solito, la mia curiosità ha preso il sopravvento.

«Quali cose?» chiedo.

E che cazzo!

«Fatti i cazzi tuoi.» borbotta senza scrupoli Jason mentre gira le uova strapazzate nella padella.

Annuisco perché ha ragione, «Ashton non viene con voi?» domando provando a cambiare argomento, ma non faccio altro che peggiorare la situazione.

'Perché non sto zitta?' penso ormai mortificata.

Noto come tutti abbassano la testa, il che mi fa pensare che sia successo qualcosa.

«È chiuso in camera sua da ieri pomeriggio.» sussurra Cameron di fianco a me, inzuppando i suoi biscotti nel latte.

«Oh! Sta dormendo?» ipotizzò forzando un sorriso.

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