Alleanze e Tradimenti

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Il Bosco di Luna, con i suoi nuovi pilastri magici, brillava di un’aura di protezione, ma Arian non poteva permettersi di abbassare la guardia.

Con la minaccia dell'ombra sempre presente, ogni momento di tregua era prezioso per prepararsi ulteriormente.

Nella sala principale del consiglio degli elfi, Arian si trovava circondato dai suoi più fidati consiglieri.

Dalion, Elenya, Thalion, e altri capi delle tribù elfiche discutevano animatamente delle prossime mosse.

"Arian, la barriera sta funzionando, ma quanto durerà?" chiese Thalion, il viso segnato dalla preoccupazione.

"Non possiamo fare affidamento solo sulla magia difensiva," rispose Arian con fermezza.

"Abbiamo bisogno di alleati. Gli elfi da soli non possono vincere questa guerra."

Elenya annuì, appoggiando la sua mano sul libro di incantesimi.

"Ho contattato i maghi delle altre stirpi magiche. Se riusciamo a unire le nostre forze, avremo una possibilità."

"Inoltre," intervenne Dalion, "dobbiamo considerare che potrebbero esserci traditori tra di noi. L'ombra ha i suoi agenti, e dobbiamo stare attenti a chi ci fidiamo."

Mentre queste discussioni proseguivano, un messaggero entrò di corsa nella sala del consiglio, il volto pallido e ansimante.

"Signore, abbiamo ricevuto un messaggio urgente dai nani delle Montagne di Ferro. Chiedono un incontro immediato."

Arian scambiò uno sguardo con Thalion ed Elenya.

"Se i nani ci offrono il loro aiuto, potrebbe essere un vantaggio decisivo. Prepariamoci per una missione diplomatica."

Più tardi, nello stesso giorno, Arian, Thalion, ed Elenya partirono verso le Montagne di Ferro, accompagnati da una piccola scorta di guerrieri scelti.

La strada era lunga e pericolosa, attraversando territori selvaggi e ostili.

Durante il viaggio, il gruppo si fermò per una breve pausa.

Arian si avvicinò a Elenya, che stava osservando il paesaggio con un’espressione pensierosa.

"Cosa ti preoccupa, Elenya?" chiese Arian.

Elenya sospirò.

"Non posso fare a meno di sentire una presenza oscura, anche qui. È come se l'ombra ci stesse seguendo ovunque andiamo."

Arian annuì. "Lo sento anch'io. Ma dobbiamo rimanere concentrati. I nani potrebbero essere la nostra migliore speranza."

Finalmente, il gruppo raggiunse le porte massicce della città dei nani, incastonate nelle montagne. Furono accolti da Dwalin, il capo dei nani, un guerriero robusto con una lunga barba grigia.

"Benvenuti, amici elfi," disse Dwalin con una voce profonda e accogliente.

"Abbiamo sentito delle vostre difficoltà e siamo pronti ad aiutare, ma c'è una questione urgente che dobbiamo discutere."

Nel grande salone dei nani, illuminato da torce e cristalli luminescenti, Dwalin spiegò la situazione.

"Abbiamo notato movimenti sospetti nelle miniere. Creature oscure e ombre che si muovono nelle profondità. Temiamo che l'ombra stia cercando di infiltrarsi anche qui."

Arian si scambiò uno sguardo con Elenya e Thalion.

"Dobbiamo unire le forze. Le nostre terre sono minacciate dallo stesso nemico. Se ci uniamo, possiamo affrontarlo insieme."

Dwalin annuì. "Sono d'accordo. Proporrò un'alleanza con i nostri guerrieri e i vostri maghi. Ma dobbiamo agire in fretta."

Mentre l'alleanza veniva siglata, l'ombra antica, osservava da lontano, un sorriso malvagio sul suo volto etereo.

"Pensate che un'alleanza possa fermarmi? Vi siete solo riuniti per cadere insieme," sussurrò tra le tenebre.

Durante la notte, nel campo elfico fuori dalle Montagne di Ferro, Arian ebbe un sogno inquietante. Si trovava in una radura oscura, circondato da ombre che sussurravano il suo nome.

Al centro della radura, vide un antico albero contorto, dalle cui radici uscivano figure spettrali.

Una di queste figure si avvicinò, prendendo la forma di un elfo che Arian conosceva bene: suo padre.

"Arian," disse l'ombra, "non fidarti di nessuno. L'ombra è ovunque, anche tra i tuoi alleati."

Arian si svegliò di soprassalto, il cuore che batteva all'impazzata. Sapeva che il suo sogno era un avvertimento, ma non poteva permettersi di dubitare dei suoi alleati proprio ora.

Il giorno seguente, gli elfi e i nani iniziarono a pianificare la difesa delle loro terre.

Le miniere dei nani vennero fortificate, e maghi elfi furono inviati per erigere nuovi pilastri magici nelle profondità delle montagne.

Mentre le preparazioni continuavano, Arian si trovò a riflettere sulle parole del sogno. Doveva essere cauto, ma anche deciso.

La guerra stava per raggiungere il suo culmine, e la vittoria o la sconfitta dipendevano dalle sue scelte.

La sera, Arian convocò una riunione con i capi elfi e nani. "Dobbiamo essere pronti per qualsiasi cosa," disse.

"L'ombra non si fermerà davanti a nulla. Ma se restiamo uniti, possiamo superare questa minaccia."

Le parole di Arian risuonarono tra i guerrieri e i maghi riuniti, infondendo loro un senso di determinazione e speranza.

La battaglia decisiva si avvicinava, e tutti sapevano che sarebbe stata una prova dura. Ma con la nuova alleanza e la forza della loro unità, credevano di avere una possibilità.

 Ma con la nuova alleanza e la forza della loro unità, credevano di avere una possibilità

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