Caffè.

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C'erano luci, tutte in fila.
Non avevo mai visto così tanto traffico, stavo in macchina con la mia amica Rossana e il suo fidanzato Alessandro, Alessandro stava guidando... l'unico maggiorenne.
Io stavo sul sedile posteriore e a dire il vero mi stavo annoiando e deprimendo, Alessandro e Rossana non smettevano di dirsi cose dolci, mi sentivo fuori luogo solo perchè non avevo un ragazzo.
Appena vediamo un autogrill ci fermiamo, dopo esserci entrata io mi dirigo camminando velocemente verso il bar.
Vedo un ragazzo seduto, indossava una maglietta della vans nera e dei jeans. Ordinai un caffè perchè ero stanca ma dovevo indicare la strada a Alessandro, dopo un po' mi arrivò, quando lo stavo per prendere il ragazzo mi fermò e disse con voce tranquilla «Hey, guarda che quello è il mio caffè, il tuo deve ancora arrivare.»
«Ohw, scusami, come ti chiami?» chiesi.
«Alberico, questa è l'unica cosa che so, non ne sono neanche tanto sicuro», restai a bocca aperta alla sua risposta.
«come fai a non essere sicuro del tuo nome?»
«Ho dimenticato tutto, so questo solo perchè ho solo questo ricordo, poi niente»
«Almeno sai perchè sei qui?»
«No, a dire il vero no.»
«Sai dove sei diretto?»
«Devo avere per forte una destinazione?» dice mettendo lo zucchero nel suo caffè.
«Se vuoi puoi venire con me, siamo diretti a Napoli»
«Non sai neanche chi sono, potrei essere un maniaco»
«Sbaglio o non sai nemmeno tu chi sei in realtà?»
«Appunto.»
«Appunto cosa?»
«Non so chi sono, mi nascondo da me stesso, mi potrei mettere anche in pericolo da solo, non mi fido di me.»
«Hai uno sguardo che mi convince»
«Ah, quindi solo per lo sguardo dovrei venire?»
«Ho capito, ma se vieni potrei anche darti una mano nel scoprire chi sei, e poi tu non potrai rimanere per sempre in un autogrill»
«Merda!» Esclamò mentre il caffè bollente gli si stava rovesciando addosso.
«Allora, cosa decidi?» gli chiesi insistendo
rimase per qualche secondo a riflettere guardandomi negli occhi e disse chiudendoli «va bene, accetto». Presi il mio caffè e gli diedi la mia mano e lo tirai fino alla macchina dove Alessandro ci stava appoggiato fumando e Rossana che gli parlava dicendo che doveva smettere di rovinarsi i polmoni in quel modo.
Appena mi vedono con Alberico Rossana viene vicino a me e mi tira il braccio facendomi lasciare la mano di Alberico.
«Chi è?» mi chiese curiosa
«un ragazzo»
«Lo conosci?»
«a dire il vero no.»
«Capisco che ti senti sola, ma fare la prostituta a 16 anni...»
«Non quello idiota, lo porto con noi»
«Ma non lo conosci»
«Neanche lui si conosce»
«Ma... va bene, okay. Ma questa cosa mi puzza di cazzata»
non aggiungo niente, mi giro e torno alla macchina e mentre ci salgo mi giro con la testa e fisso Alberico «Tu non vieni?» dissi ridendo, «ohw, ehm si.»
si sedette affianco a me, quando chiuse la porta Alessandro mise in moto la macchina e partimmo, mancavano 200 km ancora da fare, cioè 2 ore e 20 minuti di viaggio. Dopo una mezz'oretta guardo Alberico chiedendo nella mia testa cosa dire, la macchina era silenziosa, fin troppo, ma prima che potessi aprire bocca Alberico mi precede e chiede «comunque io non so ancora i vostri nomi» dice con un sorrisino, «Io mi chiamo Maria, loro sono Rossana e Alessandro», Rossana si stava un po' irritando mentre Alessandro non rispondeva e non dimostrava nessuna emozione, era concentrato solo sulla strada e sul tizio davanti.

•Amnesia• - Alberico De GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora