COME UNA MATITA

Parte VIII

La giornata la passo a casa, a letto, incapace di alzarmi, mi sento strana, ho paura che il passato possa tornare a far parte del mio presente , sento il telefono sotto al cuscino vibrare segno che è arrivata una notifica, guardo il display e appare un numero sconosciuto, nel messaggio c'è scritto che stasera i due ragazzi del ballo hanno organizzato una rimpatriata, senza pensarci due volte rispondo al messaggio dicendo che ci sarò anch'io, sicuramente un po' di spensieratezza mi farà bene .

Sono le dieci quando arrivo alla festa, parcheggio la macchina lungo la strada e mi avvio verso la piccola spiaggetta che da sul lago " Lu " vedo una ragazza rossa avvicinarsi a me, la guardo finché finalmente riesco a ricordarmi di lei, " Carina " lei mi abbraccia lasciandomi due baci sulle guance, sento il suo profumo ,un misto tra il dolce e il fumo, non è cambiata affatto, come l'ho lasciata è rimasta " mi sei mancata bellezza" metre dice questa frase il suo tono è seducente, anche fin troppo per i miei gusti, Carina è la mia ex, siamo state insieme quattro anni, dei quali ne ricordo solo la metà " vieni " mi prende una mano trascinandomi nella mischia, stanno tutti ballando a ritmo di una canzone a me sconosciuta, finché non parte una delle hit di quest'anno, la voce della Mango rimboma da una parte all'altra, scuoto la testa, stasera ho deciso di non pensare a nulla e cosi farò, mi avvicino al bancone dove si trova più alcool che cibo, prendo una birra e torno dalla rossa .

Credo di aver perso il conto delle birre che ho mandato giù, so solo che ora mi ritrovo insieme al mio vecchio gruppo seduta intorno ad un falò, Mirko il ragazzo biondo, sta rollando quella che sembra una canna, fa il primo tiro e poi la passa alla ragazza che mi ha tenuto compagnia tutta la sera, la vedo fare qualche tiro, si volta verso di me , e con gli occhi chiede il mio consenso per passarmela, quella poca volontà che avevo di non fare stronzate ha lasciato posto all'alcool presente nel mio corpo, annuisco e me la passa, prima di fare qualche tiro la guardo, porto lo sguardo al lago calmo davanti ai miei occhi , e senza pensarci due volte aspiro il fumo e lo mando giù.

Verso le 4.00 del mattino mi ritrovo in macchina cercando di tornare a casa, se in questo momento mi vedesse Silvia molto probabilmente non so cosa succederebbe , scoppio a ridere senza nessun motivo preciso, torno con lo sguardo sulla strada finché non vedo una ragazza apparsa dal nulla piazzarsi proprio in mezzo alla carreggiata, cerco di frenare prima che sia troppo tardi, fortunatamente riesco ad inchiodare giusto in tempo sbattendo la testa contro lo sterzo, fortunatamente non si è aperto l'airbag, scendo dalla macchina il più in fretta possibile sperando che la ragazza non si sia fatta nulla, quando la raggiungo rimango pietrificata sul posto, davanti ai miei occhi ho la stessa ragazza del sogno, i suoi capelli sono bagnati, indossa solo un costume nero , cerco di avvicinarmi ma quando mi trovo a pochi passi da lei, lei sparisce, sto tremando nuovamente, con le poche forse che ho torno in macchina e la sposto dalla strada mettendola nel piccolo parcheggio poco più in la, cerco il telefono trovandolo sotto il sedile dalla parte del passeggero lo afferro chiamando Marco " Lu" la sua voce è impastata dal sonno, stava sicuramente dormendo " ho bisogno di te " " dove sei ?" Prima di rispondere mi guardo in torno cercando di ricordare come si chiama questo posto, ma nulla " Lu?" Mi chiede di nuovo stavolta con tono preoccupato " nella vecchia strada che porta al vecchio supermercato" dico solo prima di attaccare .

Non so quanto tempo dopo vedo dei fari accecarmi chiudo gli occhi per via della troppa luce, vedo una figura uscire dall'auto e venire verso di me, mio cognato mi fissa restando in silenzio, nella poca lucidità che mi rimane capisco dal suo sguardo che è deluso da me, anche lui.

" Davvero Lucia ?" Si avvicina a passi lenti accovacciandosi davanti a me.

" Non di nuovo "