Parte X

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In macchina non abbiamo fatto altro che parlare di quello che è successo in questo mese, quando fermo il veicolo  nel parcheggio sento l'ansia salire di colpo, da quando sono arrivata non ho mai pensato a Lu perché sono stata troppo impegnata a salutare tutti e a disfarre le valigie, " tranquilla Nina " Francesca si accorge del mio improvviso cambio d'umore " parli facile " dico prima di scendere seguita da lei, raggiungiamo gli altri a tavola ma lei non c'è, mi guardo in giro notando che non è da nessuna parte, sarà sicuramente in ritardo come solito, alla fine  mi siedo tra Silvia e Fra quando sento la porta finestra chiudersi, mi giro, ma quello che mi trovo davanti mi spiazza....
 

Pov's Lucia

Apro la porta finestra notando gli altri già seduti al tavolo che scherzano fra loro,  vedo una presenza nuova tra Franco e Marco, non credo di averlo mai visto, alzo gli occhiali da sole portandoli sopra la testa, ma  la forte luce della stanza  fa si che i miei occhi si aprano e chiudano non abituati a ciò .
Sento degli occhi fissi sulla mia figura, mi guardo in torno cercando di capire chi è che mi sta fissando finché non incrocio due occhi marroni, se fino a stamattina ero in bilico su una scogliera ora quel pezzo di roccia si è sgretolato sotto i miei piedi portandomi giù con lui .
Mi siedo nell'unica sedia libera proprio davanti ad Angelina che continua a guardarmi con occhi scrutatori, mi sta mettendo a disagio ma non dico nulla resto in silenzio fissando il piatto pieno sotto i miei occhi, non riesco a mangiare stranamente, ho lo stomaco completamente vuoto e una strana voglia di evadere  si fa spazio dentro di me. Mi alzo dal tavolo barcollando rischiando di cadere e portarmi la sedia dietro ma fortunatamente questo non succede perché Marco afferra prontamente prima me e poi con il braccio libero la sedia, ci guardiamo per pochi secondi dopo di che bruscamente tolgo la sua mano dal mio braccio e vado fuori cercando di non inciampare sui miei stessi passi.

Non so come arrivo alla ringhiera e mi appoggio, sento alcune goccioline di sudore scendere lungo il mio collo, sto sudando a freddo guardo le mie mani tremare e le unisco cercando di fermarle, cosa inutile perché neanche così riesco, alzo lo guarda guardando dritto davanti a me, la vista è offuscata, sto per riavere un altra caduta e non ho nulla con me per evitare che ciò avvenga, la testa gira vertiginosamente " cazzo!"  Mi aggrappo al blocco di marmo cercando di non cadere, strizzo gli occhi e faccio dei respiri profondi, mi allontano leggermente mettendomi in posizione eretta ma perdo l'equilibrio
" Lu!"  La voce lontana di Angelina rimbomba nelle mie orecchie .
Poi nulla, solo un silenzio assordante.
Che ho fatto.

Quando riapro gli occhi vedo Silvia e Marco vicino a me, il letto è troppo scomodo e piccolo per essere in camera mia o in una del B&B , mi guardo intorno capendo che sono in una stanza dell'ospedale, mi sento una merda sia fisicamente che mentalmente, guardo fuori dalla finestra perché mi vergogno troppo per guardare solo uno dei due presenti che invece mi stanno fissando preoccupati per la mia salute.
" Lu " sento la voce calma e stanca di mia sorella, ma resto in silenzio continuando a guardare fuori, trovando il palazzo che si trova poco più lontano da dove sono , decisamente più interessante del resto " Lucia, ascolta "  la sento emanare un sospiro spazientito " Devi farti aiutare che questa cosa ti piaccia o meno "  dice  afferrando la mia mano, rilascio un sospiro rassegnato, so che ha ragione, lo sapevo anche tutte le altre volte che veniva a casa e mi trovava stesa da qualche parte della villa con un numero indefinito di bottiglie di vetro vuote , la stessa casa che ho fatto restaurare rendendola nuovamente abitabile , la stessa che ogni maledetto giorno mi riporta in mente pensieri e immagini che  in tutti questi anni ho sempre cercato di tenere nascosti .
Finalmente porto gli occhi su di lei, trovando i suoi già su di me,  gli occhi verdi sono lucidi e stracolmi di lacrime che minacciano di uscire ma che prontamente lei asciuga prima che possano cadere, fa male vederla così, fa male vedere Fra così o Marco ,  ma fa ancora più male sapere che ho infranto tutte le promesse che mi ero fatta e avevo fatto a lei,  " Va bene " dico solo queste due parole prima di riportare il mio sguardo fuori, anche il tempo sembra andare d'accordo con il mio umore nero.

Fuori piove, ottimo .

Sono tre settimane che sono in ospedale, ventuno  giorni che vedo Silvia e Francesca entrare e uscire dalla mia stanza, ogni giorno con i volti sempre più stanchi, per non parlare di Marco, Maria e  Franco che vengono ogni giorno, ma l'unica persona che vorrei vedere entrare da quella porta, in questo momento si trovo a Malmo per l'eurovision,  stasera c'è la finale da quello che mi ha detto mia sorella, potrei vederla dato che non ho assolutamente nulla da fare, ma non lo farò, preferisco aspettare che Fra mi racconti com'è andata, anche se la sua voce mi manca , mi manca lei, ma molto probabilmente non gli e lo dirò mai .

Mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra dove ieri ho lasciato il quadernino blu , mi siedo sul davanzale e lo prendo, afferro la penna nera che con il vento è scivolata un po' più lontano, guardo fuori dalla vetrata mentre sbatto la penna ripetutamente sul quaderno fra le mie mani.
Quando sono arrivata qui avevo un unico pensiero, scrivere il mio prossimo libro, avevo anche delle idee ben chiare, ora invece dopo la stesura dei primi due capitoli mi ritrovo senza nulla, anche  perché ho fatto cadere una bottiglia di vino bianco sul computer, giocandomi tutto quello che avevo  scritto.

" Eppure bastava soffermarsi a guardarla per qualche secondo in più per accorgersi che non era come tutte le persone che aveva incontrato nella sua breve ma intensa vita, no, era diversa, era diversa come quando  stai camminando in campo un di rose rosse e tutti guardano quell'unica rosa bianca ma tu vieni colpito da quella rossa con i petali leggermente consumamati e rovinati all'inizio ma nonostante ciò è la più bella rosa che tu abbia mai visto.
Lei era così, con i  suoi occhi allegri e il sorriso contagioso .
Lei era così, un uragano che prima o poi ti avrebbe risucchiato e portato via .
Lei era così, e nella sua semplicità era bellissima .
E fu come se il tempo si fosse fermato quella mattinata quando la vide entrare da quella porta. Indossava un semplice maglione bianco e dei jeans .
Ma la cosa più bella che indossava era il sorriso .
Restò ferma a guardarla, come se in vita sua non avesse mai visto nulla di più bello, eppure,  per gli altri clienti presenti nel piccolo bar era solo una semplice ragazza dai lunghi capelli castani, ma i suoi occhi raccontavano mille storie , e un sorriso che faceva quasi male agli occhi .  La guardò per altri pochi istanti e poi pensò che quelle storie le avrebbe volute leggere e perdercisi dentro .
Poi sbuffò scuotendo la testa .
" È solo una ragazza  come le altre " si ripeté tornando a bere il caffè ormai freddo davanti ai suoi occhi."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 01 ⏰

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