Ventitré - famiglia

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Monte Carlo per me e Charles significa solo casa e famiglia, in questa settimana conosceró la sua famiglia e lui la mia matrigna, visto che Giancarlo e Jules già li conosce, soprattutto mio padre, e anche bene, troppo bene.

"casa dolce casa" esclamó il monegasco entrando nella sua villetta.
"quando andremo dalla tua famiglia?" chiesi posando la valigia vicino al divano.
"ho detto a mia madre che saremmo andati martedì, cioè domani" rispose lanciandosi sull'enorme divano nero.
"e dalla tua?" domandó mettendosi comodo.
"mio padre è tornato ieri a casa, quindi stasera andremo dai miei" affermai e mi misi accanto a lui.
"te li immagini dei piccoli me e delle piccole te che gironzolano per casa" sognó lui mettendomi un braccio sulle spalle.
"emh ancora è presto per i bambini, magari fra qualche anno se tutto va per il verso giusto" iniziai togliendomi gli occhiali e appoggiandoli sul tavolino in vetro.
"la femmina Amélie il maschio Hervé" continuai sorridendo, anche se pensavo ancora che fosse leggermente strano avere dei figli a 25 anni.
"con due anni di differeza" disse il monegasco, aiutatemi.
"peccato che hanno cancellato il Gran Premio dell'Emilia-Romagna" continuó Charles alzandosi.
"meglio, ho brutti ricordi di Monza" risposi e mi prese mettendomi sulla spalla a sacco di patate.

"mettimi giu Leclerc" urlai e mi mise sul suo letto e lui si stese accanto a me.
"chissà che cosa vedrà il mio letto questa settimana" disse sorridendo maliziosamente ed io mi misi a cavalcioni su di lui lasciandogli un bacio sulla guancia, e mentre stavo per rimettermi accanto a lui mi rimise nella posizione precedente mettendo le sue mani sulle natiche e iniziò a baciarmi con passione chiedendo l'accesso alla mia lingua, ci stavamo mangiando praticamente.
Ormai entrambi eravamo senza maglietta e lui mi stava lasciando baci umidi sul collo fino ad arrivare al seno dove lasció dei piccoli segni violacei e poi tornó alle mie labbra.
"Charles dobbiamo andare dai miei sono le 8" lo fermai con l'affanno e saltammo dal letto rimettendo le rispettive maglie.

Salimmo sulla Portofino del monegasco e ci avviammo verso casa di mio papà.
"chi è?" suonai il campanello e mio padre urló dal salone presuppongo e venne ad aprire la porta dell'enorme villa in cui stavano.
"Charles!" esclamó mio fratello appena siamo entrati in casa saltando addosso al monegasco.
"ed io non esisto?" feci la finta imbronciata e mi abbassai a prendere il piccolo Jules che mi abbracció fortissimo.
"Cél, che bello rivederti" sorrise Chloé venendo ad abbracciarmi ed io avevo ancora attaccato il koala di Jules.
"tu dovresti essere Charles, piacere Chloé" si presentó al pilota che ricambió la stretta di mano.

Eravamo seduti a tavola e cominciammo a mangiare per poi parlare del più e del meno.
"allora Cél, la prossima sfilata?" mi chiese la mia matrigna mentre sparecchiava ed io ovviamente l'aiutai.
"non ne ho la minima idea, se non mi chiamano per altre, penso che la prossima sarà l'autunno-inverno" risposi risedendomi a tavola.
"sabato vieni alla gara?" mi domandó la piccola peste di mio fratello venendo accanto me e Charles.
"certo piccolo, e ci sarà anche una sorpresa" dissi guardando Charles e subito Jules capii cosa intendevo e lo abbracció molto molto forte.
"vado io ad aprire" dissi mentre andavo ad aprire la porta.
"piccola Lin vieni qui" continuai e la piccola Jaqueline mi saltó in braccio, lei è la mia altra sorellina, ha 6 anni ed è nata da mio padre e Chloé.
"grazie Sofia per averla riaccompagnata" arrivó Chloé ringraziando la mamma di un'amichetta di Lin e lasciando un bacio sulla fronte della piccola.

"tu sei Charles?" domandó Lin al monegasco che la prese in braccio.
"si piccolina, il fidanzato della tua sorellona" rispose Charles ed un sorriso grande comparve sul mio viso.
"tu non mi hai detto niente" si mise le mani sulla bocca facendo il finto broncio la sorellina.
"accade tutto all'improvviso tesoro" dissi dandole un bacio sulla piccola guancia.
"andiamo alla pista di go kart vi prego" disse Jules disperato e come potemmo non accettare.

***

"mi raccomando sono bambini" urló mio padre riferendosi a me e Charles e indossammo i caschi tutti e 4.
"Céline non cambierai mai" disse Chloé mettendosi una mano in fronte appena scendo dall'auto visto che sono arrivata prima.
"ha la competitività nel sangue" aggiunse Charles venendo accanto a me.
"ha il sangue di Giancarlo Fisichella" replicó mio padre sarcastico gonfiando il petto.
"si papà non vantarti" dissi ridendo e prendendo Jaqueline in braccio.
"la mia sorellona è bravissima!" esclamó la piccolina e sorrisi a vederla, magari avere una baby me che gira per casa.
"già piccola, ma lei è più portata per altro" disse Charles prendendo una sua guancia fra due dita.
"sii, la guardo sempre con quei vestiti grandi e belli" rispose Jaqueline e la strinsi a me.
"te la immagini una piccola Céline?" domandó Chloé a mio padre e per poco non venne un infarto a quest'ultimo.
"no non me li immagino, andiamo che è tardi" rispose e scoppiammo in una risata.

"ci vediamo domenica per la gara" dissi abbracciando i piccoli fratelli e poi fece la stessa cosa Charles.
"grazie per la bella serata" disse quest'ultimo a mio padre e Chloé.
"grazie a te per rendere felice mia figlia Charles" disse mio padre dandogli una pacca sulla spalla e poi io ed il mio ormai fidanzato, salimmo sulla Portofino direzione lungomare.

"sono proprio carini i tuoi fratelli" disse Charles sorridendo mentre guida.
"sono le mie piccole pesti, sanno fare amicizia con qualsiasi persona gli si presenta, ma sono contenta che stiano crescendo con l'amore di entrambi i genitori, e non solo di uno" aggiunsi abbassando lo sguardo.
"Cél, non guardare sempre il lato cattivo" disse mettendo una mano sulla mia coscia.
"hai ragione, meglio non pensarci dai" scacciai via quel pensiero e Charles rimase in quella posizione finché non tornammo a casa, senza di lui sarei persa.

The city painted red || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora