Ventotto - un boato Monaco

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Il Gran Premio di Monaco è alle porte, mancano poche ore alla gara finale e sono estremamente emozionata, è la gara di casa di Charles e vorrei tanto che fosse lui a raggiungere la pole... il rapporto con lui in questi ultimi 6 giorni è migliorato moltissimo e non posso essere più che felice, anche se il mio muro non è del tutto caduto insomma, ma sono sicura che riusciró a farlo sgretolare il più presto possibile, mi fido di Charles.

"ma chi sarà mai" dissi tra me e me sentendo il campanello suonare, ebbene si non alloggeremo in albergo perché sarebbero solo soldi sprecati e la maggior parte dei piloti stanno a Monte Carlo quindi sarebbe più che inutile prenotare delle camere d'hotel.
Aprii la grande porta di casa mia ma non vi trovai nessuno dietro essa, solo un mazzo enorme di tulipani bianchi con un biglietto messo in mezzo ad essi con su scritto 'Scusami Lin.' e la mia mente era più che sicura che fosse il pilota inglese della McLaren.

Dopo questa piccola sorpresa decisi di andare all'autodromo di Monaco per rivedere alcune strategie e anche perché Fred mi aveva chiamata per dirmi che doveva presentarmi un nuovo membro del team di Charles.
"Céline cara vieni qui, ti presento la sarta di Charles" mi accolse e mi fece strada.
"la che?" spalancai gli occhi appena lo disse e davanti ci trovammo la presunta sarta del pilota.
"piacere Britney Norris, era il mio sogno incontrarti" si presentó la bionda molto elettrizzata, ma un secondo, Norris?
"sei la sorella di-" iniziai ma quest'ultima mi interrompe, già parte male.
"di Lando Norris, si è mio fratello, gemello per la precisione" disse con un gran sorriso sul volto, è bionda, occhi molto scuri, alta e sclanciata, con la polo della Ferrari ed una gonnellina che le arriva poco sotto il sedere.
"andremo d'accordo ne sono certa" continuó ancora più elettrizzata di prima ma l'espressione sconvolta non abbandona il mio volto.
"sicuramente Britney" dissi e in poco una mano mi prese il polso e mi portó lontana dalla biondina.

"perché eri con la sorella di Norris?" mi chiese scioccato ed io ero nella sua stessa situazione.
"me lo chiedo anche io, è la sarta di Charles, ma poi l'hai vista? vorrei strapparle i capelli uno ad uno" risposi ed arrivó proprio il pilota monegasco.
"bella la tua nuova sa-" iniziai ma Carlos mi mise una mano sulla bocca per non farmi continuare la frase.
"saetta, saetta stava dicendo, la tua auto è proprio una saetta amico mio" imbarazzato continuó lo spagnolo e Charles alzó un sopracciglio, segno che non stava capendo proprio nulla di ciò che stavamo dicendo.
"ah si, proprio bella la nuova Portofino personalizzata, vado che devo prendere le misure per il completo della scuderia, a dopo" replicó il monegasco e se ne andó, vidi la biondina gemella guardare un po' troppo Charles e manca poco che non lo sbrani con gli occhi.

"è la nuova sarta di Charles" dissi vedendo Isa evidentemente sconvolta come noi alla scena, la gemella dell'inglese che lo prende sottobraccio e gli lascia un bacio sulla guancia.
"è una della solite sciaquette che trova lui, certo che quella gonnellina se la può anche abbassare" replicó la stratega ed io ero visibilmente allibita.
"è la sorella di Norris" affermai lasciando a bocca aperta l'italiana affianco a me.
"e sono più che certa che i tulipani stamani me li abbia lasciati il suo gemellino" dissi scrutandola mentre scompare nel motorhome del monegasco.
"perché dici così?" chiese Carlos iniziando a camminare per il box Ferrari.
"perché solo lui mi chiama Lin, e poi non avrebbe senso da qualcun'altro un biglietto con scritto scusami" dissi ai due ragazzi confusi mentre ci avviciniamo al motorhome.
La scena che ci si presenta davanti è a dir poco orrenda: Charles con praticamente solo i boxer addosso e la biondina messa davanti a lui mentre gli toccava gli addominali.
"io non ho visto niente" disse Isa girando i tacchi e tornando nel box.
"io nemmeno" dissi seguendola e rimase solo Carlos li anche lui abbastanza scioccato, questa giornata sta procedendo veramente male.
"Céline aspetta" disse il monegasco ma io ero già uscita da quel motorhome.

The city painted red || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora