Ventisette - imprevedibile

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Portofino su una Portofino è la cosa più bella che abbia mai fatto, le strade della città ligure accolgono me e la mia modella preferita sulla mia auto del cuore.
Ebbene si, sono a Portofino per una sfilata, è la più importante dell'anno, la sfilata che si inizia ad organizzare almeno un anno prima, la primavera/estate, e non è una qualsiasi sfilata che si fa, perché sono quelle che rimangono più impresse e diventano iconiche con il passare degli anni, ma soprattutto, è invitata molta più gente delle altre, la cosa mi turba ma devo essere pronta a tutto.

"hai la lista degli invitati?" chiesi a Kendall mentre guidavo verso la spiaggia della città ligure.
"si me l'ha data Juliette ieri" disse prendendo la carpetta con l'infinita lista.
"giornalisti di Vanity Fair" inizió e sbuffammo entrambe, sarà meglio che non succeda nulla stasera.
"Charles Leclerc, Alexander Zver-" mentre leggeva gli ultimi inviati per poco non investì una vecchietta che attraversava.
"Kendall stai scherzando vero? dimmi di si grazie" dissi sudando freddo, tutti e due nello stesso posto non penso che avrei potuto gestirli.
"oh cazzo non ho collegato subito Cél" rispose lei e ci fermammo davanti al luogo della sfilata ovvero la spiaggia di Portofino.

"scambiamoci il vestito dell'after" mi disse Kendall mentre mi truccavano e mi acconciavano i capelli.
"perché il tuo com'è?" chiesi all'americana e mi piazzó davanti un vestito rosso lungo in raso che cadeva morbido con uno spacco che arrivava a metà coscia e due lembi di stoffa che coprivano il seno, era più che perfetto.
"okay okay, prendi il mio è li sulla gruccia" le dissi e lei prese il mio vestito scambiandolo con il suo.
"Charles cadrà ai tuoi piedi appena ti vedrà" disse Kendall ed io le battei il cinque soddisfatta.
"pronte?" chiese Donatella venendo dietro le quinte, il sole stava iniziando a tramontare e la sfilata doveva già essere iniziata.
"si un momento, sto ritoccando il trucco a Fisichella" disse la mia make-up artist e non appena finii mi mandó dritta sulla lunga passerella interamente bianca con delle mattonelle sotto, sennò sprofondavamo nella sabbia.
Intravidi troppe, troppe, troppe persone, e intendo: i due fratelli Leclerc, il tennista tedesco più bugiardo del mondo e ultimo ma non per importanza il pilota inglese che ha rovinato tutto... rispettivamente Charles e Arthur Leclerc, Alexander Zverev e Lando Norris, Donatella me la pagherai per averli invitati.

La sfilata andó perfettamente, testa alta e un bacio mandato alla folla non poteva mancare, ormai mi rappresenta nelle sfilate.
"meravigliosa come sempre" si complimentó Alexander vedendomi arrivare nel locale dell'after party con il vestito rosso di Kendall.
"ruffiano" mi limitai ridendo e mi salutó con due baci sulla guancia.
"ti dona il rosso Céline, principessa di fiamme" mi provocó ma non mi faceva più alcun effetto quel soprannome.
"Zverev, impegnati di più la prossima volta dai" dissi con un ghigno e sul suo viso comparve un sorriso malizioso mentre mi allontanavo per salutare il piccolo Leclerc ma una persona con dei conti in sospeso non poteva più aspettare.
"ahia" disse soltanto toccandosi la guancia rossa  per lo schiaffo tirato da me.
"hai rovinato tutto, e per di più, se ti approfitti di una ragazza ubriaca non sei degno di essere chiamato uomo" dissi piena di rabbia.
"eri così bella Céline, non riuscivo a resisterti" cercó di avvicinarmi a lui ma venni presa da due mani forti.
"Lando sei rovinato sappilo" mi limitai a dire mentre lo sconosciuto mi portava in bagno.

"che vuoi Charles avanti parla" sbottai mentre mi liberavo dalla presa del monegasco.
"quello che dovevo dire, l'hai sentito e anche bene" continuai appoggiandomi di schiena al muro.
"cioè che mi ami?" disse lui e per poco la bocca non mi arrivava per terra, rimasi di stucco a questa sua domanda.
"Charles io..." iniziai ma mi interruppe bloccandomi fra il sul petto e il muro.
"Charles io nulla Cèline, anche io ti amo, cazzo se ti amo, sin dal primo giorno che ti ho vista in scuderia, quegli occhi azzurrini, quelle poche lentiggini e quei capelli castani che ti incorniciavano il viso, era come se avessi visto un angelo, il mio angelo... ma non sapevo quanto fossi complicata, 'hai saputo prenderti la mia fiducia solo guardandomi' hai detto così l'altro giorno, ma non ci credo più di tanto, ci hai messo solo tre mesi a fidarti a pieno di me, finché Norris ti ha baciata" disse e lo guardai come incantata, i suoi occhi smeraldi incastrati con i miei, non riuscivo a non guardarlo, ma dovetti per forza distogliere lo sguardo guardando altrove.
"guardami Cél..." si limitò e li presi io la parola.
"Charles se non vuoi perdonarmi è inutile che rimaniamo qui a parlare senza trovare una conclusio-" iniziai a parlare ma in fretta annulló la distanza che ci separava unendo le nostre labbra, misi le mani dietro la sua nuca e lui sui miei fianchi e ci staccammo affannati per prendere respiro.
"ti strapperei questo vestito di dosso credimi, di la hanno tutti gli occhi puntati su di te e vorrei farli fuori uno ad uno, i primi di Norris e Zverev" disse mentre iniziava a darmi baci sul collo lasciando dei segni violacei, il terzo grado da Kendall è assicurato, baciandomi scendeva piano lungo il petto fino al centro, l'unica parte scoperta.
Si faceva strada verso il mio intimo attraverso lo spacco del vestito e inizió a toccare le mutandine,
che con poca facilità tolse e fece lo stesso con i tacchi.
Chiusi la porta a chiave per evitare che qualcuno ci disturbi come è successo a Milano, eravamo solo io e lui.
Inizió a mettere due dita li stimolandomi e ansimai più volte, per farmi tacere si avventó sulle mie labbra con foga e proprio mentre stavo per venire tolse le dita.
Mi mise seduta sulla lunga fila rettangolare dei 3 lavandini e rimise le dita ed in poco tempo venni ansimando molto più forte di prima, se qualcuno mi ha sentita non è un bene.

"coprimi questi cosi per favore" dissi a Kendall mentre cercava di coprire i succhiotti creati da Charles.
"ho fatto un bel lavoro" disse il monegasco vedendo la mia amica in difficoltà.
"zitto Leclerc che te la sei mangiata" sbottó l'americana lanciandogli un pennello.
"touché" replicó Charles lasciandomi un bacio sulla guancia.
"me la pagherai puoi starne certo" risposi aprendo la porta del bagno.
"spero che nessuno abbia sentito nulla o quei bastardi creeranno la qualunque" continuai vedendo che la gente nel locale era triplicata.
"nah non penso ti ho-" inizió ma gli tappai la bocca con una mano.
"non dire niente ho già capito" dissi chiudendo gli occhi e poi tornammo nella sala.
Beh sicuramente mi ha perdonata il ragazzo, ma non sono sicura che questa stabilità andrà avanti per molto, ma carpe diem, mi godo questi momenti di tranquillità e colgo l'attimo, Leclerc è imprevedibile.

The city painted red || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora