PROLOGO

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Terra, terra rossa, polvere, il nulla, ancora il nulla

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Terra, terra rossa, polvere, il nulla, ancora il nulla.

Riusciva a stupirsene ancora, nonostante avesse vissuto nel dannato Kansas per diciannove anni, prima di scappare a gambe levate a Boston, più di diciotto mesi prima.

E avrebbe fatto volentieri a meno di quel ritorno, ma suo padre era l'unica persona a non averla mai abbandonata, lasciata, tradita, ferita... Che altro avrebbe dovuto fare?

Durante il tragitto fu tentata più volte di fare inversione e ripartire a tutto gas in direzione aeroporto, ma ogni singola volta ci aveva ripensato e si era chiesta come sopravvivere alle prossime due settimane.

Le sue compagne di college le avevano già iniziato a inviare una serie di messaggi strappalacrime perché l'avrebbero voluta in Messico con loro, e le odiava in parte per non aver potuto attraversare il confine come una qualunque ragazza normale.

Ma Seven non era mai stata davvero una ragazza normale, quindi era anche inutile perdere tempo a farsi domande e a detestare la sua vita. Non aveva fatto altro negli ultimi mesi. E suo padre meritava di trovare la migliore versione di lei, una volta arrivata a casa. Glielo doveva, visto che lo aveva mollato di punto in bianco per scappare a Boston e non era più tornata a Red Shades, nemmeno per Natale, il Ringraziamento o il Quattro Luglio.

Stava per farsi venire i sensi di colpa, di nuovo, quando la strada iniziò a cambiare e la fonte di tutti i suoi incubi dell'ultimo anno e mezzo di materializzò davanti ai suoi occhi.

Eccola lì, meno di mille abitanti, una sola chiesa, un solo minimarket, un'unica tavola calda, un solo negozio di vestiti. Una scuola elementare di appena tre classi, idem per le medie. Nessun luogo per divertirsi, se si escludeva il Martin's, nel quale potevi passare una serata piacevole solo se eri ubriaco o prossimo alla pensione.

Eppure lei ci avrebbe passato tutta la vita, se solo...

Scrollò la testa e le immagini che la perseguitavano da quasi due anni svanirono in una nuvola di polvere, la stessa che sollevava a ogni miglio macinato da quando aveva superato il confine del Kansas.

Aveva i palmi sudati, li asciugò sugli shorts di jeans più volte mentre passava il Red Bridge per avvicinarsi alla sua casa di infanzia, e senza rendersene conto iniziò a rallentare una volta arrivata sulla sponda opposta del fiume che collegava Red Shades a Gardenville.

Non incrociò nessuno - e ne fu lieta - e non dovette abbassarsi per nascondersi dietro il volante come una ladra - cosa che non era. Anzi, a dire il vero, Seven sarebbe potuta andare in giro a testa alta indossando una corona scintillante, per come erano andate le cose, ma l'ultimo dei suoi desideri era dare nell'occhio, ricevere domande, dare risposte che non la facessero sembrare una miserabile.

Un'ultima curva, e poi... casa.

E lo era ancora, nonostante tutto, nonostante suo padre l'avesse venduta pochi mesi prima per trasferirsi in un appartamento più piccolo, nonostante a ogni passo che la avvicinava a quella porta sentisse le gambe venirle meno.

Bentornata a casa, pensò girando la chiave nel cruscotto e prendendo un respiro profondo prima di scendere dall'auto a noleggio. Già, bentornata al tuo inferno personale, cara Seven.


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