QUENTIN
Stasera birra e rivincita?
Leggo il messaggio di Cal e mi scappa una risata. Quel ragazzo non sa proprio perdere.
Solo se offri tu.
Visualizza il mio SMS tre secondi dopo e risponde con l'emoticon del dito medio, seguita però da quella con il pollice all'insù.
Non ho davvero bisogno di farmi offrire una birra. Non sarò milionario, ma sto neanche così messo male, da quel punto di vista.
Cal mi piace, è l'unica persona con cui ho legato da quando sono arrivato a Red Shades, a parte Ron. Ma con Ronald è un discorso a parte.
Cal apprezza la mia presenza perché almeno non si sente l'unico reietto quando entrano nella sua officina o quando giriamo per le strade.
Ronny, invece, aveva solo da perdere dandomi un lavoro, se così si può chiamare. Eppure se ne è fregato e non è mai venuto a chiedermi nulla sul mio passato, anche se sono certo che qualcuno sia corso a spifferargli tutti i miei segreti.
Tutti tranne uno.
Quello lo conosciamo solo in tre, e uno è Dio. Ma lui non dirà nulla: in fondo è dalla mia parte. Non potrebbe non esserlo.
Mi cucino dei noodles al curry - tradotto: apro la confezione e li infilo nel microonde - e poi sistemo un po' l'appartamento - il buco di 24 metri quadri che ho preso in affitto sopra l'officina di Cal.
Moderno, confortevole, funzionale, c'era scritto sull'annuncio. La realtà è che ci viveva sua nonna prima di tirare le cuoia, se sei claustrofobico potresti morire da un secondo all'altro e sono più le cose che non vanno di quelle che si riesce a far funzionare. Però l'affitto è basso - ca***, vorrei ben vedere! - e posso puntare la sveglia anche solo cinque minuti prima di iniziare il turno.
Quando ho risposto all'annuncio per l'affitto, ho preso due piccioni con una fava. Cal e il suo ragazzo - che era anche il suo socio - si erano appena lasciati e a lui serviva un nuovo meccanico con urgenza.
Le mie referenze sono state indiscutibili.
"Hai dimestichezza con i motori?"
"Certo, guido da quando avevo undici anni e rubo auto da poco più tardi."
Il colloquio non è andato proprio così, ma il succo è quello. Io ho ottenuto il lavoro e lui ha smesso di disperarsi per la sua condizione di single infelice e senza dipendenti. Ah, e in tutto ciò, l'ex di Cal, Simon, pensa che fra me e lui ci sia una tresca - errato, giochiamo per due squadre diverse - e sta facendo di tutto per riconquistarlo. Ma a Cal piace troppo farsi correre dietro, non ci è mai stato abituato, quindi non smentisce e glissa quando il suo ex fa domande su di me.
Non aiuta che io stia declinando tutti gli inviti - diretti e non - che mi arrivano dalle donne di Red Shades. Li accoglierei tutti o quasi, sia chiaro, ma non posso avere legami né attirare troppo l'attenzione di qualcuno che non conosco: ho troppo da perdere. Quindi lascio che la gente di qui pensi quel ca*** che vuole e che le donne continuino a provarci con me, anche se rispondo sempre picche alle loro avances. Fa bene al mio ego.
Forse dovrei dire "faceva", visto che l'ultima arrivata non sembra affatto interessata a nulla che mi riguardi.
E per la prima volta da quando sono qui, non lo vedo come un bene.
Seven Ross ha un nome fuori dal comune, come i suoi occhi, un corpo che parla e un acume che la rende ancora più affascinante. Quando suo padre mi raccontava di lei, le prime volte, ho pensato che fosse il classico padre innamorato della figlia racchia e secchiona, che però ai suoi occhi è la più bella del pianeta. Poi me la sono trovata davanti, e ho capito che Ron non aveva esagerato con i complimenti: Seven è davvero una perla rara.

STAI LEGGENDO
Back Down South
RomanceRed Shades era l'ultimo posto in cui sarebbe voluta tornare, ma per Seven Ross non c'erano molte alternative: passare le Vacanze di Primavera nel paesino dal quale era scappata due anni prima o lasciare il padre a occuparsi da solo del trasloco. Non...