Flor
3 ore prima.
Il motore della moto venne spenta dal ragazzo davanti a me, poi scese da essa e io feci lo stesso
Un lampione illuminò il suo volto e riuscì a guardarlo meglio.
Ora che ci penso...
<<Tu sei l'amico del ragazzo psicopatico ossessionato dalla mia amica>>
Dissi e lui ghignò.
<<Può darsi>>
<<Cesar, dico bene?>>
Rivolse lo sguardo a me e annuì.
<<Sono due ore che giriamo. Sono stanca portami a casa>>
Lo pregai.
<<Devo sbrigare prima una cosa>>
Disse, accendendosi una sigaretta.
<<E devi sbrigarla in un bosco?>>
Chiesi guardandomi in torno.
<<Seguimi>>
Disse soltanto e io non ci pensai due volte.
Questo posto mi mette suggestione.
Raggiungemmo un parchetto e mi Cesar mi disse di aspettarlo all'entrata di esso.
Seguì con lo sguardo la sua figura, finché non si fermò davanti a una panchina su cui sono seduti due ragazzi. Li vidi parlottare e poi si scambiarono delle bustine.
Capì subito.
Strabuzzai gli occhi e mi allontai il più possibile da quella situazione.
Girai per mezz'ora nelle stradelle del quartiere di SummerVille, finché non notai un bar a pochi passi da me, e lo raggiunsi.
Appena entrai venni accolta dalla caloria del posto. Chiusi gli occhi e ispirai l'odore caffè e poi aprì gli occhi.
Brutta idea entrarci.
All'interno del bar ci sono solo uomini, e gli occhi di loro sono su di me, ma solo due in particolare mi fecero rabbrividire.
Gli occhi neri e vuoti di mio padre sono fissi su di me. Si alzò di scatto, tanto ché la sedia cadde a terra.
Avanzò verso di me ma io non ebbi la forza di scappare.
La sua mano avvolse il braccio e mi trascinò fuori dal bar.
<<Che cazzo ci fai tu fuori, eh?>>
Mi urlò in faccia, e il suo alito alcolico mi diede la nausea.
<<Papà, io...>>
Cercai di spiegarmi ma mi interruppe.
<<Tu cosa, eh! Vestita così dove vuoi andare>>
Strinse ancora di più la presa sul mio braccio. Serrai la mascella per il dolore.
<<Sei proprio una puttana come tua madre>>
Alzò la mano e io chiusi gli occhi pronta a quello che sarebbe accaduto.
Succede sempre.
Ne sono ormai abituata.
Aspettai il colpo, ma non arrivò, non sentì più la pressa della mano di mio padre sul mio braccio e la sua figura non mi copriva più.
Aprì lentamente gli occhi e quello che vidi mi fece impallidire.
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•You belong to me•
Teen Fiction>, disse soffiando sul mio orecchio. Il suo fiato caldo mi provocò nello stomaco, non delle farfalle, ma l'intero zoo. >, dissi con un ringhio. Lui semplicemente... Ghignò. Prese il mento con la sua mano e me lo strinse, poi avvicinò il mio viso al...