Capitolo 20

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Diana

<<Jaime... Ci sentono da sotto>>

Dissi, mentre continua a torturami il collo con le labbra gonfie dai nostri baci precedenti.

<<Se non farai rumore, mio piccolo kristall, non si faranno problemi>>

Sussurrò il moro, spingendomi verso il letto. Le mie ginocchia toccarono da dietro il materasso e caddi su di esso con la schiena.

Jaime andò a chiuse la porta a chiave e poi si avvicinò a me come un predatore.

Appoggiai la testa sul cuscino e il moro si mise sù di me, reggendosi su un gomito, per evitare di schiacciarmi col suo corpo.

<<E adesso, Diana? L'incazzatura ti ha abbandonato?>>

Chiese Jaime. Con una mano slacciò il bottone dei miei pantaloni a jeans e poi abbassò la cerniera.

<<No>>

Li abbassò, e poi scostò di lato le mie mutande. Mi accarezzò lentamente il mio punto sensibile e mi sfugì un gemito, che venne soffocato dalla sua bocca.

Mi penetrò con un dito e tirai la testa all'indietro staccandomi dal bacio. Infilò un secondo dito e cominciò a muoverle.

La vista mi si annebbiò dal piacere. I movimenti delle dita di Jaime divennero più veloci e mi lasciai andare.

Il moro uscì le dita dal mio punto sensibile e mi lasciò un casto bacio sulle labbra.

<<Adesso tocca a me>>

Sussurrò nel mio orecchio.

Flor

<<Siete una coppia?>>

Ci chiese Nancy. Guardai Cesar, e lui stava già guardando me.

<<La cosa è iniziata da poco>>

Dissi.

<<Possiamo definirci fidanzati>>

Esclamò il moretto e io spalancai gli occhi. Volsi lo sguardo verso Nancy che ci guarda con un sorriso orgoglioso sulle labbra.

Quando intercettò i miei occhi sui suoi, bevve in sorso di vino come nulla fosse. Anche se la sua curva delle sue labbra, trasgredisce la sua espressione.

<<Sei sicuro, Cesar?>>

Chiesi incerta.

<<Ma ovvio, scimmietta>>

Mi diede un buffetto sul naso, e poi ci diede un bacio sopra.

Un rumore di qualcosa che sbatte ripetutamente al muro, arrivò alle nostre orecchie.

<<Ci danno dentro>>

Ridacchiò il moretto di fianco a me, e io gli diedi una gomitata.

Nancy ci prese tutte e due dal braccio e ci portò vicino alla porta d'ingresso.

<<Cosa fai?>>

Le chiesi stranita, quando prese la sua borsa e da essa uscì le chiavi della macchina.

<<Ne avranno ancora per molto, i piccioncini. E a me sta venendo il volta stomaco. Andiamo a mangiarci qualcosa in una pasticceria>>

Cesar applaudì come un bambino alle parole di Nancy, poi mi avvolse un braccio intorno alle spalle e seguimmo la donna dal portamento sicuro ed elegante davanti a noi.

Jaime

Mi passai una mano sui capelli umidicci, per scostarli dalla fronte.

Guardai la ragazza sotto di me.

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