Diana
Parcheggiai l'auto sul ciglio della strada come cazzo mi venne, e mi precipitai velocemente dentro la villa.
Vidi dei dottori uscire dalla casa con una barella e sopra di essa scorsi il corpo senza vita e immobile di Flor.
Mi bloccai. Tutto si bloccò. Tutti si muovevano, ma io no.
Guardai quella scena con un peso nel petto, e le lacrime uscirono come un fiume in piena.
Con la coda dell'occhio vidi Jaime entrare dentro casa. Lo seguì e lo vidi in cucina con Cesar.
<<Ma non ha rubato niente, giusto?>>
Chiese Jaime.
<<Ha visto la sua ragazza morirle davanti ai suoi occhi, e ti senti in dovere di chiedergli se hanno rubato?>>
Ero incredula davanti alla sua indifferenza.
<<Vado in guai seri se il proprietario della casa sa che è stato derubato>>
<<Ma sei proprio un testa di cazzo! Come ti salta in mente di fare domande del genere ora!>>
Mi avvicinai a lui come una furia. Anche se è più alto di me, non mi feci intimorire.
<<Mi dispiace per la tua amica, era anche simpatica, ma io ho un obbiettivo>>
Non gli nascosi la mia faccia schifata, non feci nulla per trattenermi.
Presi per mano Cesar e lo portai fuori casa, senza proferire parola. Lo portai all'ospedale in cui si trova Flor.
<<Tienimi aggiornata>>
Dissi, lui annuì distratto e poi scese di corsa dall'auto.
Rimisi in moto e mi diressi a casa mia.
Aperta la porta, non mi curai di rispettare le buone maniere. La chiusi con forza, una cosa che odia mio padre.
<<Sai che non mi piace quando sbatti la porta>>
La sua voce arrivò dal salotto e poi la sua figura fece la sua apparizione.
Mi fiondai su di lui e gli diedi un pugno nello stomaco e poi in faccia.
<<Ma che cazzo ti salta in mente, eh! Hai sparato alla mia amica!>>
Urlai a pieni polmoni, continuandolo a colpire. Mio padre incassò tutti i colpi, poi mi bloccò i polsi.
<<Lasciami!>>
Mi cercai di divincolare dalla sua presa, me lui mise forza.
<<Sono nella merda, Diana. Qualcuno mi ha chiamato e forse sa cosa ha fatto. Dobbiamo andare via>>
<<Dopo quello che hai fatto a Flor, devi patire le pene dell'inferno. E io con te non andrò da nessuna parte>>
<<Come osi parlarmi così. Sono tuo padre>>
<<Vaffanculo>>
La sua mano lasciò un mio polso, e toccò violentemente la mia guancia. La senti bruciare, ma non gliela diedi vinta.
Qualcosa catturò l'attenzione di mio padre alle mie spalle. Poi due mani lo spinsero e venni attirata da dietro.
<<Penso che tu confonda con fin troppa facilità me e tua figlia>>
La voce di mia madre mi fece formare un piccolo sorriso.
<<Non devi toccarla>>
Continuò a denti stretti. Si mise davanti a me, nascondendomi dietro la sua schiena.
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•You belong to me•
Novela Juvenil>, disse soffiando sul mio orecchio. Il suo fiato caldo mi provocò nello stomaco, non delle farfalle, ma l'intero zoo. >, dissi con un ringhio. Lui semplicemente... Ghignò. Prese il mento con la sua mano e me lo strinse, poi avvicinò il mio viso al...