Capitolo 24

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Diana

Il rimbombo di una moto fuori la casetta in legno, in cui ci troviamo io e Flor, segnò l'arrivo di Jaime e Cesar.

<<Hai il registratore?>>

<<Sempre e per sempre nella mia tasca, Din>>

Flor mi fece l'occhiolino compiaciuta di sé stessa, e io le sorrisi.

La porta venne aperta e fecero la loro apparizione Jaime e Cesar. Quest'ultimo salutò la bionda con un bacio.

<<Allora, cosa vi ha detto Adamo?>>

Chiese Jaime, sedendosi. Flor mi guardò e io annuì. Uscì il registratore dalla sua borsa e lo posò sopra il tavolo, lo attivò e i ragazzi ascoltarono.

<<Chi è Bobo?>>

Chiese Cesar, alla fine del discorso di mio padre.

<<Questo deve dircelo Jaime>>

Spostammo tutti lo sguardo su di lui. Nei suoi occhi vidi colpa e consapevolezza.

<<Sono io. Mi chiamava così mio padre da piccolo. E l'artefice di quella lettera sono io>>

Un silenzio carico di tensione calò nella stanza. Lo zerbino di Jaime c'è sempre stato.

<<Tu... Hai...>>

Cercò di dire Flor, ma le parole le morirono in gola.

<<Tutto parte da te, Jaime>>

Dissi con voce dura. Non è una domanda ma una affermazione.

<<Mio padre stava lentamente cadendo nell'abisso. Dopo la morte di mio nonno non aveva più voglia di seguire le sue orme>>

Prese parola il moro.

<<Senza di lui al suo fianco, mio padre non si sentiva all'altezza di poter portare alto il nostro nome. Perciò ogni cittadino si stava arrendendo all'idea che Castillo potesse essere il nuovo boss di Colombia>>

<<Così mandi una lettera di minaccia a mio padre per fargli cedere il posto!>>

Sbratai. Mi sta dicendo più lui in questi mesi che tutte le persone che conosco da anni.

<<Mio padre stava perdendo credibilità! Non potevo rimanere nella merda. Ne io né tutta la mia famiglia>>

Rispose Jaime con il mio stesso tono.

<<I figli non posso intervenire nell'operato dei genitori>>

Intervenne Flor.

<<Tu non ne sai un cazzo>>

Disse duro Jaime. Cesar al suo fianco gli rivolse uno sguardo carico di odio nel modo in cui si pose alla mia amica.

Il moro alzò gli occhi al cielo, si alzò e prese una bottiglietta d'acqua dal frigo.

<<Nessuno qua dentro può capire la mia posizione>>

<<È vero, non possiamo. Ma questo non ti dà il diritto di poter minacciare mio padre a causa di un calo emotivo del tuo>>

Mi girai verso di lui. Il mio odio verso di lui cominciò a nutrire dentro di me lentamente, come un virus.

<<Mio padre non ha avuto un calo emotivo, solo che non avendo un braccio destro non sapeva come muoversi>>

Assottigliò gli occhi e poi si risedette. Una notifica arrivò sul telefono di Cesar.

<<Luis ha visto movimenti strani in casa. Devo andare a controllare>>

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