Capitolo 3

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Diana

É passata una settimana dal mio compleanno e dall'incontro con quello strano ragazzo. Non lo avevo mai visto, eppure, sapeva che era il mio compleanno.

Il nome alla fine di quel biglietto mi fece venire il dubbio che quel tipo avesse sbagliato persona. Invece poi cercai il nome "Kristall" e mi diede come risultato che significa "Cristallo" in tedesco.

Ma non mi parse tedesco quel ragazzo, aveva i lineamenti da Colombiano.

Mi risvegliai dai miei pensieri quando il bus si fermò davanti alla mia scuola. Uscì dalla tasca le cuffiette, e nel modo di estrarle, cadde un bigliettino.

Lo raccolsi e lo aprì.

"Stai attenta.

                                    Kristall"

Mi guardai attorno. Ma nessuno fece caso a me. La calligrafia, il tipo di carta, sono gli stessi del biglietto scorso.

Pensai subito che fosse da parte dello stesso ragazzo, ma non ci conosciamo. Non potrebbe mai conoscermi o trovarmi.

Piegai il foglietto e lo riposi nella tasca posteriore dei jeans.

                                   ***

<<Ci vediamo domani?>>

Domandò Flor.

<<Si, poi vi faccio sapere l'indirizzo>>

Dissi. Poi salutai lei e Manuel e mi avviai verso casa.

Una mano afferrò la mia spalla e mi fermò. Mi immobilizzai. Cominciai a sudare freddo, è la stessa scena del mio compleanno.

Se è..

<<Ciao, Diana>>

Disse Jose, il mio ex ragazzo, mettendosi davanti a me.

<<Ciao>>

Bofonchai infastidita. Mi diedi un schiaffo mentale, per tutte le paranoie che mi feci prima.

<<Stasera ci sarà una festa. Volevo sapere se anche tu verrai, ci sarà tutta la scuola>>

Chiese, grattandosi la nuca imbarazzato. Arricciai il naso davanti al suo comportamento.

<<Non so se vengo>>

Dissi sorpassandolo.

<<Se dovrebbe farti piacere saperlo, ci sarò anch'io>>

Urlò dietro le mie spalle. Allora è sicuro che non andrò.

<<Papà. Sono a casa!>>

Urlai, appena chiusi la porta alle mie spalle.

<<Perché urli?>>

Domandò mio padre alla mia destra. Sobbalzai dallo spavento.

<<Non sapevo fossi in salotto>>

Dissi. Lui annuì e andò in cucina, e io lo seguì.

Dopo aver pranzato salì in camera mia e studiai per un'ora, ma poi lo squillo del mio telefono mi distrasse.

<<Come posso esserle utile?>>

Domandai all'altra persona.

<<Amo!! Stasera ci sarà una festa al Festivalbar, ci saranno tutti i nostri compagni. Ci dobbiamo andare!!>>

Strillò Flor. Allontanai dall' orecchio il telefono e l'ammonnì.

<<Non strillare, cazzo>>

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