Flor
Misi il telefono tra l'orecchio e la spalla, mentre piego i vestiti.
<<A che ora devo venire?>>
Chiesi alla mia amica dall'altra parte del dispositivo.
<<Flor... Non verrai con me>>
Sentenziò Diana.
<<Non ti lascio andare da sola in pub con quell'armadio a due ante>>
Dissi e lei rise.
<<Fammi venire con te, Dini, voglio solo assicurarmi che non gli vengano idee malsane a quel tipo>>
Chiese Diana stranita.
<<Ehm... Sentì, non so da dove mi sia uscito. Però è carino>>
<<Non dirlo mai più>>
Mi ammonì Diana.
Le feci sentire lo scroccio delle dita sulle labbra a mo' di promessa.
Ovviamente l'avrei seguita.
Sentì sbuffare la mia amica, e le chiesi cosa avesse.
<<Cosa potrei mai avere, Flor? Un'altro biglietto da parte dell'uomo nero>>
Risi al nomignolo che diede a Jaime. Ineffetti si veste solo di nero.
<<Cosa dice il pezzetto di carta?>>
<<L'ora in cui verrà a prendermi>>
Rispose distratta.
Devo ricavare informazioni.
<<A che ora arriva?>>
<<Alle 22:00>>
<<Ok, ci sentiamo più tardi. Ciau!>>
Dissi e poi riattaccai.
Controllai l'orario dall'orologio appeso sul muro davanti al mio letto. 20:00.
Alzai le sopracciglia sorpresa.
Uh! È tardi!
Cenai di fretta e furia e cominciai a prepararmi.
<<Papà?>>
Lo chiami, e poi entrai il cucina.
Il mio entusiasmo si ammutolì appena vidi delle bottiglie di birra sul tavolo.
Uscì, scappai, di casa.
Se è in questo stato di nuovo, non mi sarei trattenuta con lui.
Chiesi la porta alle mie spalle, e frugai nella borsetta in cerca delle chiavi.
Superai il vialetto di casa, e prima di uscire dal cancello il telefono mi cadde dalle mani.
<<Porca troia>>
Imprecai. Mi abbassai per prenderlo.
Quando mi alzai, il mio sguardo cadde su una moto nera parcheggiata sul marciapiede.
Controllai se il telefono fosse scheggiato sfruttando la luce dei lampioni. Ma presto venne oscurata.
Alzai il capo verso la figura davanti a me e dei brividi mi percorsero lungo la schiena.
<<Lo sai che una ragazzina come te, vestita e truccata in questo modo, potrebbe mettersi nei guai>>
Disse il ragazzo con voce bassa e roca.
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•You belong to me•
Genç Kurgu>, disse soffiando sul mio orecchio. Il suo fiato caldo mi provocò nello stomaco, non delle farfalle, ma l'intero zoo. >, dissi con un ringhio. Lui semplicemente... Ghignò. Prese il mento con la sua mano e me lo strinse, poi avvicinò il mio viso al...