«Manuel, che cazzo hai fatto?» chiese Simone, spaventato da quale potrebbe essere la risposta a questa domanda.
Dopo aver ricevuto il messaggio da parte di Manuel, pochi istanti prima di spegnere internet e bloccare il cellulare per entrare a scuola – non ricevendo quindi i messaggi di Simone che chiedevano insistentemente spiegazioni – Simone iniziò ad andare nel panico.
Ché quel "ho fatto un casino" poteva significare sia un "ho dimenticato il pranzo quindi devo stare a digiuno oggi" che un "sono stato arrestato e ora starò in carcere a vita."
Non che Simone non avesse fiducia nel buon cuore del marito, ma è più che consapevole che da giovane aveva commesso più di un'azione illegale. Quindi sì, la paura di dover avere contatti col marito solo tramite le visite coniugali c'era.
Non che vederlo ammanettato sarebbe stata una terribile visione, in un altro contesto si fermò a pensare, scacciando immediatamente via quel pensiero, ché non era il momento di fantasticare visto l'emergenza alle porte.
Ma forse, in quel momento, l'opzione più plausibile al casino commesso da Manuel è sicuramente qualcosa che ha a che fare con Greta. Ed è uno scenario terrificante, conoscendo i precedenti.
Non capiva il perché la ragazza lo odiasse così tanto, visto che con lui non riservava il medesimo comportamento, ma capiva bene che il carattere di Manuel fosse un po'... difficile.
Lo sapeva bene, visto che lui lo aveva conosciuto praticamente alla sua età e talvolta era anche più irritante di Greta. Tuttavia, il corvino era convinto ci fosse qualcosa che il marito gli stava tenendo nascosto.
Si era accorto che, da qualche settimana a quella parte, il comportamento della ragazza nei suoi confronti era peggiorato notevolmente, segno che qualcosa fosse successo. E il pensiero che lui ne fosse rimasto all'oscuro lo fece infuriare ancora di più.
Per questo, sapendo che Manuel avrebbe avuto un'ora buca alla seconda ora, prese la macchina e si diresse verso il suo posto di lavoro per confrontarlo.
E Manuel rimase fermo, facendo cadere la penna che stava impugnando mentre correggeva i compiti dei suoi alunni, sorpreso di vedere Simone lì davanti a lui.
«Manco un ciao, eh» si lamentò Manuel ma, notando lo sguardo infuocato del marito, capì di essere nei guai fino al collo.
«Manuel, lo ripeto se non l'hai capito bene. Che cazzo hai fatto? C'entra Greta, vero?» chiese di nuovo, infuriato.
«Seh, ma non ce stava bisogno che venissi fin qua, so cavarmela da solo» sbuffò Manuel.
«Ma ci sei o ci fai?» chiese Simone sarcastico, ricevendo un'occhiata da Manuel. «guarda che mi hai mandato tu il messaggio. Che cazzo dovevo fare? Aspettare sei ore che tornavi a casa senza sapere che avevi combinato?»
«Te devi calmà, mica siamo a casa nostra. Io ce lavoro qua» borbottò Manuel, facendo infuriare ancora di più Simone.
«Non me ne frega un cazzo! Non sono scemo, ho capito che è successo qualcosa da qualche settimana a questa parte, sono stato zitto per non interferire ma ora mi devi dire tutto» rispose con tono duro, scomponendosi più del solito, essendo in un luogo pubblico.
«M'ha sentito mentre dicevo che sua madre era 'na drogata e che probabilmente pure lei lo sarebbe stata. L'ho capito solo ieri, quando m'ha fatto 'na frecciatina» iniziò, alzando un po' il tono di voce rispetto a prima. «Stamattina continuava a fa' la stronza e ho sbroccato. Le ho detto che me dispiaceva d'aver detto quelle cose ma la doveva finì d'esse' sempre così impertinente e incazzata col mondo perché ce so' passato pure io alla sua età e che se nun se apre co' noi non potremo mai aiutarla!»

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Temporale
FanfictionManuel e Simone dopo 15 anni insieme, decidono di adottare un figlio. Tuttavia, invece di un neonato, gli viene affidata un'adolescente un po' impertinente e le cose iniziano a farsi molto più complicate del previsto.