capitolo 8

651 63 0
                                    

tw: morte e assunzione di sostanze stupefacenti

Continuava a girare per la stanza senza sosta quella mattina, Simone, agitato come quando sapeva di dover ricevere una brutta notizia.

Aveva forse iniziato a comportarsi da genitore ansioso che non si dà pace finché la figlia non si apre con lui? Probabilmente.

E ritrovare tua figlia singhiozzante in un cimitero durante un temporale, non sapendo cosa l'avesse spinta a trovarsi lì, è una delle esperienze più spaventose che Simone abbia mai affrontato in vita sua.

Quindi sì, aveva dormito poco niente quella notte, in caso Greta si fosse svegliata e avesse avuto un altro attacco di panico - per soccorrerla a assicurarsi che stesse bene - e la sua mente non faceva altro che riempirsi di teorie e preoccupazioni per la situazione della ragazza.

Si era svegliato prima di tutti, mettendosi a preparare la colazione in modo più silenzioso possibile - cosa che accade più che raramente, visto che di solito mangiava due biscotti e un caffè al volo prima del lavoro - ma la verità era che preferiva impegnarsi nel fare qualcosa piuttosto che abbandonarsi ai pensieri.

Perché sapeva che sarebbe finito per perdere la testa e dire qualcosa che avrebbe fatto scatenare una litigata, come succedeva spesso in situazioni di stress, ma aveva bisogno che si risolvesse il tutto al più presto.

Ma non gli importava più di tanto di apparire pesante agli occhi di Greta, o di Manuel. Voleva farle capire in tutti i modi che lui voleva aiutarla, per quanto fosse possibile. E, soprattutto, aveva bisogno di risposte per conoscerla meglio e instaurare quel rapporto che sta rincorrendo da ormai due mesi.

«Oh» esclamò Manuel, con voce impastata dal sonno e stiracchiandosi le braccia.

«Buongiorno» sorrise Simone davanti a tanta dolcezza nello sguardo di Manuel, che pareva aver capito tutto quello che il marito stava passando al volo.

«Ma 'sto banchetto? Se vuoi chiederme de sposatte di nuovo nun so se accetto eh. C'abbiamo troppe spese amò» ridacchiò Manuel, lasciando un bacio sulle labbra di Simone.

Simone ricambiò, posando le mani sulle sue guance e lasciando qualche dolce carezza sulla pelle appena sbarbata. Ci lasciò un bacio, sulla guancia destra, beandosi del profumo di legno marino che proveniva dal suo collo.

Ridacchiò leggermente quando sentì le labbra di Manuel sfiorare il suo collo, un po' perché soffriva il solletico e il marito ne era pienamente consapevole, un po' perché la posizione in cui si trovavano non permetteva a Manuel di arrivare alle sue labbra – stretto tra il corpo di Simone e il bancone della cucina – data la loro differenza di altezza.

Inaspettatamente, Manuel chiuse il marito in un abbraccio, privo di ogni tipo di malizia. Un semplice abbraccio, ma pieno di conforto, che entrambi necessitavano in quel momento.

Si lasciò andare Simone, abbandonandosi tra le sue braccia e chiudendo gli occhi per potersi godere a pieno quella sensazione di casa, che sentiva ancora più amplificata in quel momento.

Rimasero in quella posizione per così tanto tempo che non si resero nemmeno conto dell'arrivo di Greta in cucina, che non seppe trattenere un sorriso per la dolcezza della scena davanti a lei.

Fu Manuel il primo ad accorgersene, visto che era girato verso di lei, e fece segno a Simone di spostarsi dal suo corpo.

«Scusate, non volevo interrompere...» disse Greta esitante, ricevendo un sorriso da parte di Simone.

«Figurati, non scusarti» risposero entrambi, quasi all'unisono.

«Forse dovrei scusarmi anche per quello che è successo ieri» continuò Greta.

TemporaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora