Capitolo 4: C'è comunque una storia da raccontare... (10%)

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Seam sbadigliò, in coda da sola davanti al Cafè Menta, il più popolare tra quelli vicini alla scuola. Teneva le mani in tasca e il suo respiro si condensava in piccole nuvolette davanti alla bocca.
Normalmente non si sarebbe fermata in un posto del genere, per altro troppo costoso per lei, ma Emrys le aveva chiesto quel favore perché "Oggi mi sento giù, non ho dormito bene. Mi potresti portare uno dei dolcetti al tè del Cafè Menta? Mi farebbe stare tanto meglio..." e come si faceva a dirgli di no?

E poi, le aveva dato i soldi per comprare tutto più un extra, quindi per una volta si poteva permettere uno di quei super cappuccini al caramello per i quali il locale era famoso.

Peccato per questa dannata coda, pensò tra sé Seam, sbattendo i piedi a terra per scaldarsi.

Era appena arrivata un po' più vicina alla porta, e a immaginare il calore all'interno del locale, quando venne brutalmente superata da due ragazze appena arrivate.

Ivy e Primrose non avevano prestato la minima attenzione alla coda di persone che aspettavano al freddo, e si erano dirette immediatamente verso la porta.

«Ehi, voi due!» Seam fu chiaramente l'unica a parlare invece di limitarsi a borbottare. Si abbassò la sciarpa, facendosi riconoscere dalla coppia di ragazze. «C'è una coda, se non l'avete vista!»

Primrose si esibì in un verso incredulo, ma Ivy puntò la sua fredda attenzione su di lei, fermandosi.

«Siamo qui per prendere il caffè anche per Claude», disse la ragazza, come se questo spiegasse tutto.

Sicuramente lo spiegò per le persone in coda, che smisero di borbottare.

«E quindi?!» Seam aprì le mani, con un gesto esasperato. «Sia voi che Claude dovete fare la coda, come tutti!»

«Dovrebbero sicuramente!» una voce allegra, e d'improvviso Seam si sentì avvolta da un materiale più caldo che la fece sentire subito meglio.

Seam si voltò, trovandosi faccia a faccia con un sorridente Aaron, che le aveva drappeggiato sulle spalle il suo cappotto.

«Devi vestirti in modo più pesante», le disse il ragazzo, in tono gentile.

«Non puoi saltare la coda neanche tu», fece notare Seam, accigliandosi appena.

Primrose e Ivy parvero incerte sul da farsi, chiaramente non osando andare contro l'erede dei Delsea.

La situazione di stallo fu risolta presto tra cori di "Ma prego", "Passate pure!", "Va benissimo così, preferisco aspettare!". In un baleno furono al caldo nel locale, dal momento che tutti li avevano fatti passare.

Seam era stata praticamente trascinata dentro dalla presa di Aaron sulle sue spalle.

«Normalmente non permetto che accada, ma le tue labbra stavano diventando blu, e presto sarei congelato anche io senza il mio cappotto», Aaron sorrise allegramente, una bella tazza di caffè caldo già tra le sue mani. Alla fine aveva pagato tutto lui, silenziando le proteste di Seam.

Seam sospirò, ma poi ricambiò il sorriso e disse: «Emrys sarà contento di questo regalo», posando sul tavolo la scatolina del piccolo e delicato dolcetto al tè.

Finalmente cominciava sentire di nuovo la punta delle dita, e aveva ridato ad Aaron il proprio cappotto. Tolse anche il berretto, bloccando però immediatamente i capelli prima che cadessero giù, e sistemandoli con prontezza in una crocchia disordinata.

«Dovresti pettinare quei capelli, ogni tanto», le fece notare subito Primrose, con una smorfia.

«Vi siete sedute con noi solo per criticarmi?» domandò Seam, in tono quasi educato. L'atteggiamento di Primrose non era migliorato affatto dopo il loro incontro a Villa Delearth, però non era neppure troppo peggiorato. Seam la considerava una vittoria.

Il Desiderio dell'OsmantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora