Il Diamante Del Giorno

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Seconda parte





Il primo giorno di viaggio cominciò. L'aria era calda e pesante, il cavallo continuava a correre sotto i comandi di Erlin, non lo fece riposare un attimo, nemmeno per guardare la cartina per sapere da che parte dovesse andare. Nel frattempo riuscì a curare la ferita di Namjoon al fianco, non poteva fermare la punta ma l'emorragia sì e ogni tanto, con un incantesimo apposito, controllava di quanto la punta si spostasse verso il cuore del re: si muoveva di pochi millimetri ogni tanto, non aveva degli orari precisi, ma quei pochi millimetri di carne aperta, purtroppo causava a Namjoon altri sanguinamenti interni e lei doveva fermarli ogni volta. La mattinata passò veloce, proprio come il pomeriggio, e in silenzio. Erlin non aveva il coraggio di dire una sola parola, il re era ancora svenuto e lo avrebbe tenuto tale fino al alla loro prima fermata. Uno, per evitargli l'estremo dolore di sentirsi lacerato continuamente all'interno da una punta di una spada e secondo, perché era inevitabile che il re e lei avrebbero parlato e voleva prepararsi bene il discorso (sempre se ce ne fosse stato uno).  La notte arrivò ed Erlin si fermò, il cavallo era stanco e lo lasciò mangiare e poi riposare.
"Scusa, bello."
Disse la maga in un sussurro, accarezzando il muso dell'animale. Esso nitrì e scosse la testa, come per dirle di non preoccuparsi. Erlin raccolse un po' di rametti e foglie secche e accese il fuoco, ovviamente usando la magia e cominciò a preparare da magiare sia per lei sia per Namjoon dei pezzi di pane con qualche salume e formaggio, più dell'acqua. Ora era arrivato il momento di svegliare il re. Erlin strinse i due panini nelle mani facendo un lungo e silenzioso sospiro. Il momento della verità si stava avvicinando, anzi, era praticamente già arrivato. Utilizzò un incantesimo e questo fece sparire in Namjoon lo stato di svenimento in cui era da ore. Il re sospirò, era disteso a terra su delle coperte, e si mosse a malapena. Grugnì un paio di volte e poi aprì i suoi occhi azzurri, sbattendo le palpebre. Namjoon si guardò intorno, era notte fonda, perciò i suoi occhi si abituarono subito all'ambiente. Alzò di un poco la testa e vide un fuoco acceso con al suo fianco Erlin, seduta in ginocchio con un'aria assai preoccupata.
"Erlin..."
Mormorò il re provando ad alzarsi ma sentendo un dolore lancinante partire dal fianco.
"No, fermo, state giù."
La maga lo fece ristendere, Namjoon nel mentre si lamentava per il dolore.
"Ma cosa..."
"Vi ricordate quello che è successo?"
Chiese Erlin, appoggiando il suo panino sopra il suo petto. Namjoon lo prese, in effetti aveva molta fame, era da quasi un giorno che non mangiava niente.
"Grazie."
Disse e poi la sua mente ripercorse tutto quello che accadde. Camrann, la battaglia, Taehyung e il suo esercito, Mordred, la spada e...Nemirtingas. Il re mangiò un pezzo del pane e poi si girò verso Erlin. La maga avvertì il proprio cuore fermarsi, gli occhi di lui la studiavano, come per realizzare se quello che vide, quello che sentì, erano stati solo pensieri senza senso o la pura verità.
"Sei una maga."
Disse il re, ma con un tono troppo calmo per i gusti di Erlin. La maga invece dentro stava urlando come non mai. Erlin annuì semplicemente alla constatazione del re. Namjoon lasciò uscire dalla sua bocca chiusa un: "Mh".
"Eri...tu la figura che ci ha aiutato a Camrann?"
La maga annuì di nuovo e deglutì a fatica, il cuore prese a batterle velocemente .
"Come?"
Chiese poi il re, con un tono alquanto stupefatto. La maga lo guardò con uno sguardo simile.
"I-In che senso, sire?"
"Come hai fatto a invecchiarti così tanto? Giuro, non ti ho riconosciuto i primi minuti che ti ho vista."
Ridacchiò Namjoon. Erlin rimase un po' folgorata dalla sua reazione, ok che a lei la riconobbe in battaglia, ma si aspettava...uno scenario totalmente diverso.
"E' stata la-la Caverna di Cristallo. Si trova nella Valle dei Re Caduti, ci sono andata per...per trovare quella cosa che avevo perso, cioè i miei poteri."
Erlin si mise seduta vicino a Namjoon e anche lei mangiò il suo panino.
"Pensavo non fosse possibile perderli."
Commentò il re azzannando un'altra volta il suo panino.
"In effetti non è possibile, se non con incantesimi oscuri potentissimi o...per mano della Triplice Dea."
Spiegò Erlin, ora sentendosi più tranquilla, come se stesse parlando di una sua giornata tipica.
"E come li hai persi?"
"Taehyung. Ha mandato da me, non so come, un animale chiamato Gean Canach, una potente e viscida creatura oscura in grado di risucchiare i poteri di qualsiasi persona magica, anche la più forte. Jin e io siamo riusciti a ucciderla e bruciarla, ma io sono dovuta andare nel luogo dove è nata la magia per riaverli e quindi..."
Qui Erlin sospirò.
"Mi dispiace di avervi mentito. Avevo veramente perso qualcosa, una parte fondamentale di me che ho da quando sono nata e ho dovuto lasciarvi per qualche giorno, rischiando di morire sempre per mano di Taehyung."
"Davvero? E' per questo che sei arrivata leggermente in ritardo?"
Il re aveva finito il suo panino.
"Sì. Taehyung mi ha ferito a morte dentro la Caverna e pensavo di non uscirci viva, ma lì dentro ho incontrato una persona, il fantasma di una persona a essere precisi, che mi ha aiutato a capire chi sono e a sbloccare il mio vero potenziale da persona magica: mio padre. Da lì, grazie al potere magico della Caverna ho recuperato i miei poteri e mi sono trasformata nel mio vero io."
"E qual è il tuo vero io?"
Namjoon guardò la propria amica con sguardo curioso. Erlin riuscì a sostenere i suoi occhi e a formare un debole sorriso nelle sue labbra.
"Erlin Mein, la magia fatta in persona, la maga più potente di tutti i tempi...ma anche la ragazza testarda, coraggiosa, imbranata che voi conoscete da sempre."
La maga prese una mano del re nella sua.
"Ho infranto la nostra promessa Namjoon, ne sono perfettamente consapevole, se mi odiate e volete non essere più mio amico, capirò. Non ho voglia di raccontarvi altre bugie, non vi ho mai detto di questa mia parte magica per paura. Non mi fidavo di voi, dei cavalieri e delle persone a Camelot e avete tutto il diritto anche di sentirvi arrabbiato. Io accetterò qualsiasi giudizio prenderete."
Namjoon non ricambiò la stretta, guardava il cielo e sembrava perso nei suoi pensieri. La maga notò questa cosa e cercò di togliere la mano da quella da Namjoon, ma il re glielo impedì.
"Quinid...la prima volta che ci siamo incontrati e io sono stato colpito dalla coscia di maiale e le catene mi hanno bloccato, in realtà sei stata tu?"
Erlin arrossì, rimembrando l'accaduto.
"Sì, sono stata io..."
Namjoon arricciò le labbra annuendo lentamente.
"Comodo vincere così."
"Hey, ero in una posizione scomoda...e poi non volevo che vinceste, mi stavate molto antipatico."
Il re ridacchiò.
"Il sentimento era ricambiato."
Passò un attimo di silenzio.
"Quindi? Cosa ne pensate?"
Namjoon rimase in silenzio ancora, guardando le stelle, come se lo aiutasse a schiarirsi i pensieri. Ma anche lui sapeva che c'era poco da pensare, perché che cosa pensare, lo aveva già deciso tempo fa.
"Che sono alquanto ferito da questo tuo segreto."
Erlin ricevette come un colpo al cuore, se lo aspettava, ma faceva male comunque.
"La mia migliore amica da ormai dieci anni, mi ha nascosto una parte della sua identità, perché non si fida di me."
Il re lo disse con tono alquanto menefreghista, ma con un pizzico di dolore dietro.
"Anni fa avrei compreso questa tua scelta, Camelot era un luogo di terrore per le persone come te e mio padre ti avrebbe fatto giustiziare-"
"Voi glielo avreste permesso?"
Erlin interruppe il re per chiedergli questo. Avevano ancora le mani intrecciate. Namjoon guardò la maga con occhi calcolanti, stava cercando di riscoprire il vecchio sé stesso e i suoi pensieri per rispondere alla sua domanda.
"Non so che cosa avrei fatto."
Disse semplicemente.
"Contando com'ero, contando che non ti conoscevo come ti conosco ora, non so che cosa avrei fatto."
Erlin deglutì a fatica, interpretò questa risposta in maniera molto negativa. Perché, alla fin fine, stava dicendo tra le righe, che avrebbe almeno pensato a tagliarle la testa.
"No."
La maga guardò il re sorpresa dal tono duro e da quella monosillaba detta con tanta casualità.
"No cosa?"
"Vedo cosa stai pensando e no. Con: "Non so che cosa avrei fatto", intendo tutto, ma non tagliarti la testa. Ero crudele, cattivo e spietato tempo fa, ma sai che ghigliottinare le persone non mi è mai piaciuto, nemmeno quando mio padre era al potere. Lo trovavo e lo trovo un metodo barbarico per risolvere problemi, per questo l'ho abolita. Quindi togliti quell'espressione di sconfitta dagli occhi, perché non ti avrei mai fatto decapitare. Quello che intendo veramente è che non so come avrei reagito, Erlin, ma so che non ti avrei ucciso, questo sicuro."
Namjoon strinse la presa nella sua mano.
"Ma ritornando al discorso precedente, tu sei stata la prima a vedere il cambiamento in me, eri presente quando ho abolito le leggi sulla persecuzione delle persone magiche come te, mi hai visto accoglierle, tipo Mordred, e aiutarle nonostante la loro natura magica. Ti ho dato molti segnali, hai avuto molte occasioni per dirmelo, perché aspettare così tanto? Ci eravamo fatti una promessa. E' vero, questo non cambia niente sulla nostra relazione, tu hai un posto speciale nel mio cuore e ce lo avrai sempre, ma non capisco perché aspettare fino adesso."
Le parole del re le fecero inumidire gli occhi. Il senso di colpa la colpì in pieno petto, ma anche la felicità, Namjoon era deluso, ma non l'avrebbe lasciata come temeva. Si fidava talmente poco di lui che anche per le piccole cose pensava sempre al peggio, nonostante sapesse quanto il re fosse cambiato.
"Sfiducia, paura, inadeguatezza, abitudine...ci sono parecchi fattori che mi hanno condizionato."
Erlin sospirò per non mettersi a piangere.
"Non dovrei nemmeno aggiungere la parola "sfiducia", quando parlo di voi, ma...la paura gioca brutti scherzi alla testa, Namjoon, specialmente quando si tratta di queste cose. Ho aspettato perché sentivo che non era mai il momento giusto, che c'era qualcosa che ancora si doveva aggiustare e questo ha portato a un prolungamento del mio segreto. Per tutta la mia vita ho vissuto nella paura di venire uccisa per ciò che sono, potete darmi colpa per la sfiducia, ma allo stesso tempo non potete biasimarmi."
Namjoon annuì, comprendendo a pieno i suoi sentimenti.
"Mi dispiace. Sul serio, non immagino cosa tu debba aver passato, chi non è come te non può capire, ma fa comunque male sapere che non ti sei fidata di me fino ad oggi. Poi, perché oggi? Che cosa ti ha spinto a rivelarti proprio questo giorno?"
A Erlin scese la prima lacrima, tutte le emozioni tenute dentro negli ultimi dieci anni stavano venendo a galla.
"Perché era inevitabile."
La maga riuscì a mantenere la voce stabile.
"Ma anche perché ero stanca di nascondermi, era da un po' che pianificavo di dirvelo, ma non sapevo come fare. E oggi era l'occasione giusta."
"Con quel drago di fuoco figo? Sei riuscita a dirlo chiaro e tondo."
Entrambi ridacchiarono.
"Ma aspetta...se tu sei Nemirtingas e Nemirtingas ha lo stesso aspetto di Drakonas, vuol dire che Drakonas sei tu?"
"Se non sbaglio ve lo ha accennato Mordred in battaglia, sì sono io."
Ridacchiò la maga, con la vista ancora offuscata dalle lacrime.
"Dannazione, sapevo che i tuoi lineamenti erano troppo famigliari, c'era qualcosa che vi univa. Anche il modo di parlare era lo stesso. Fa così strano pensare che tu, la maga più potente di tutti i tempi, sia stata al mio fianco a servirmi, sopportarmi, per tutti questi anni. Avresti potuto fare molto di più, avere molto di più, perché non hai mai chiesto niente?"
Il re era a conoscenza dell'umiltà della maga, ma fino a questo punto?
"Perché io non sono così e mi bastava stare al vostro fianco e vedervi vivo, per me quello valeva più di oro e gioielli preziosi."
Anche gli occhi di Namjoon si inumidirono, ma si contenne.
"Io non ti comprenderò mai, Erlin. Sei troppo buona per questo mondo, sei troppo buona anche per me. Avresti potuto avere una vita più agiata grazie alla tua magia e invece sei rimasta al mio fianco."
Il re scosse la testa. 
"Perché è stata una mia decisione. Sapevo che in voi c'era qualcosa di diverso e non perché i racconti scritti duemila anni fa lo dicono, ma perché ci ho creduto io in primis in voi."
"C-Ci sono dei racconti su di me?"
Balbettò il re sorpreso. 
"Molte persone nell'antichità avevano il potere della veggenza."
Ridacchiò la maga, vedendolo sia confuso che sorpreso.
"Non so se la cosa mi faccia piacere o meno. E' abbastanza inquietante."
Erlin ridacchiò.
"Beh sì, possiamo dire sia così."
"Aspetta un attimo...se tu sei una maga, allora tempo fa, quando avevo ancora la mia vecchia mentalità ristretta, come ti sei sentita a udire tutte le brutte cose che ho detto su di te e la tua gente? Ora mi sento in colpa, diamine..."
Namjoon sentì il suo cuore pesante e dolorante. Anzi era più dolorante che altro per colpa della punta della lama. 
"Dannazione, che male..."
Mormorò toccandosi il fianco. Poi urlò dal dolore, sentendo una punta lacerargli la carne dall'interno. Erlin si buttò subito su di lui e mise una mano nel suo fianco utilizzando l'incantesimo di prima, la punta si era mossa di nuovo, ma di molti più millimetri rispetto a prima.
"Oh no..."
"Porca miseria...che dolore..."
Si lamentò il re muovendosi a destra e sinistra sperando di alleviare il dolore.
"Fermo, state fermo."
Erlin fermò Namjoon e con la mano ancora sul suo fianco compì un incantesimo, quello che curava le emorragie interne. Namjoon sospirò sentendosi meglio e notando il colore degli occhi di Erlin cambiare per qualche secondo.
"Che cosa hai fatto? Perché mi sento meglio?"
"E' meglio se ricominciamo dall'inizio. Ricordate gli ultimi istanti prima che sveniste durante la battaglia? Mordred vi ha infilzato con una spada magica. Questa spada ha lasciato la propria punta dentro di voi e da sola si muove sempre di più verso il vostro cuore. E' stata creata dal fuoco sacro dei sacerdoti, nemmeno io posso fermarla. L'unica maniera per far sì che voi non moriate è quella di portarvi al lago di Avalon e curarvi lì usando tutto il mio potere."
Spiegò Erlin. Il dolore nel corpo di Namjoon sparì completamente.
"Il lago di Avalon? Quello dove un tempo stavo quasi per affogare a causa di una ragazza e tu mi hai salvato? Caspita, la storia si ripete."
La maga aggrottò le sopracciglia.
"Non sembrate spaventato di morire."
Namjoon sospirò e alzò le spalle.
"Non mi aspettavo di vivere dopo questa battaglia, sono già contento di essere qui con te. Ma se deve andare così a causa di una spada magica nel mio corpo...allora accetterò la morte. Anche se preferirei non soffrire così tanto."
Il cuore di Erlin si fermò un attimo alla confessione del re.
"Io non vi capisco...accettate la morte sempre a braccia aperte. Non volete provare a combatterla?"
"E come posso fare? Da solo non posso fermare questa punta di spada dentro di me, tu sei l'unica che è in grado di fare qualcosa."
Disse Namjoon aggrottando le sopracciglia a questa cosa ovvia. 
"Morire è normale, soffrire così tanto prima di morire non tanto. E' il ciclo della vita, capita a tutti prima o poi. E' ovvio che non vorrei morire, mi dispiacerebbe non baciare più Adeoga o passare dei bei momenti con i cavalieri della Tavola Rotonda o vedere il mio popolo prosperare..."
Erlin gli prese una mano, stringendola abbastanza forte.
"Voi rivedrete tutte queste persone, ve lo prometto. Farò tutto ciò che è in mio potere per salvarvi."
Namjoon guardò le loro mani, poi gli occhi della maga.
"Perché lo stai facendo? Tutto questo, intendo."
La domanda prese alla sprovvista la maga. Ma non perché non sapesse la risposta, perché Erlin pensava fosse ovvia.
"Perché vi voglio bene. Namjoon siete il mio migliore amico, l'altra faccia della medaglia, mi completate...senza di voi non saprei cosa fare."
Gli occhi del re si inumidirono di nuovo alle sue parole. Era stata una domanda stupida. Erlin aveva sempre dimostrato di essere una delle poche persone a mostrargli affetto, a mostrargli amore nella maniera più pura e semplice.
"Come potrò mai sdebitarmi con te?"
Erlin gli accarezzò una guancia.
"Non morite e costruite Albion."
"Ancora ci credi? Credi in me e quello che voglio costruire?"
Namjoon si calmò al tocco di Erlin.
"Sempre."
Gli occhi del re lasciarono andare le lacrime che tanto trattenne. Con una mano portò la fronte di Erlin sulla sua, giocando con alcune ciocche dei suoi capelli.
"Anche se non dovessi farcela...anche se dovessi morire, sarei più che felice di farlo tra le tue braccia."
Le lacrime scesero anche dagli occhi di Erlin, andandosi a scontrare con il volto di Namjoon. Il re sollevò una mano per pulirle.
"Anche se sei una maga...questo non cambia niente tra di noi. Ti volevo al mio fianco prima e ti voglio al mio fianco adesso. Il tuo essere una persona magica non influirà mai sul nostro rapporto."
"Namjoon..."
Mormorò Erlin. Aveva aspettato anni prima di sentirsi dire queste parole. Ora poteva finalmente vivere in pace con sé stessa. La maga circondò le spalle di Namjoon con le proprie braccia, stendendosi così da non stare in una posizione scomoda. Il re la attaccò di più a sé, entrambi continuarono a piangere, senza proferire parola, perché tutto quello che c'era da dire ormai era finito. Giusto il fuoco e la brezza notturna accompagnava le loro orecchie con i loro suoni melodiosi. Namjoon certe volte accarezzava la schiena di Erlin per calmarla, tra i due era quella che piangeva di più ed era chiaro il perché: si stava sfogando per tutti quegli anni che non poté dire niente su di sé. Passò almeno mezz'ora prima che entrambi si fermassero, ma rimasero incollato l'un l'altro.
"Come facciamo ad arrivare ad Avalon in tempo? Siamo molto lontani."
Domandò Namjoon, giocando con i capelli di Erlin.
"Avevo intenzione di portarvi a cavallo, anche se mi rendo conto che ci impiegheremo molto tempo."
La voce di Erlin era ancora scossa dal pianto.
"Non per metterti fretta, ma un modo più veloce non c'è? Tipo un incantesimo di teletrasporto o roba del genere?"
"Per usarli dovete sapere il luogo dove volete apparire a memoria, se non ve lo ricordate non potete usarlo."
Namjoon annuì, recependo il messaggio. 
"Interessante...allora non puoi usare i tuoi poteri come ti pare e piace."
La maga scosse la testa. E poi le venne in mente un'idea. Era un azzardo, ma voleva provare.
"Possiamo cavalcare un drago."
Namjoon stava per rispondere ma si bloccò. Si girò a guardare Erlin con un'espressione troppo
buffa e la maga si sforzò di non ridere.
"Cosa?"
Disse infine, aggrottando le sopracciglia facendosi venire mille rughe nella fronte.
"Mi avete sentito. Cavalcheremo un drago. Ma per chiamarlo ho bisogno di un posto senza alberi."
"Tu puoi chiamare i draghi?"
Domandò Namjoon stupefatto. Se avesse potuto muoversi, probabilmente si sarebbe agitato come un pesce fuori dall'acqua.
"Ops, non vi ho mai detto chi è mio padre?"
Namjoon fece di "no", con la testa mantenendo i propri occhi aperti dallo stupore.
"Colpa mia. E' Balinor, il Signore dei Draghi che tempo fa ha accettato di aiutarci a sconfiggere Kilgharrah."
Namjoon annuì, rimembrando il nome del drago che Balinor chiamò prima di lasciarli andare via per salvare lui e i suoi cavalieri.
"Aspetta...tu avresti visto tuo padre morire davanti ai tuoi occhi? Erlin..."
Il re sembrava voler dire qualcosa, muoveva la bocca e le mani continuamente ma nessun suono uscì dalle sue labbra.
"Tua madre lo sa?"
Disse infine con voce strozzata. La maga annuì.
"Subito dopo la battaglia le ho scritto una lettera. Lei mi ha risposto e...non è stato un testo bello da leggere il suo. Credeva che fosse morto e venire a sapere che era stato lui a salvare Camelot dal drago, le spezzò il cuore. Avrebbe voluto tanto vederlo un'ultima volta, ma non abbiamo avuto tempo per questo."
La maga sorrise tristemente. Era stato uno dei suoi più grandi rimpianti: non far sapere alla propria madre che era ritornato. Erano stati così immersi nella battaglia, che si scordarono di questo piccolo ma importante particolare. Ma almeno Gheoda non si dovette subire il trauma nel vedere Balinor morire davanti ai suoi occhi.
"Mi dispiace...è inutile dire: "Avresti potuto dirmelo", perché so che a quei tempi eri ancora in una situazione scomoda per rivelare la verità. Ecco perché mi hai sempre capito quando parlavo di mia madre, perché anche tu sai cosa significa perdere un genitore."
"Beh, almeno su questa cosa non vi ho mentito per intero: mio padre l'ho perso veramente."
Ridacchiò Erlin.
"E vi ringrazio per avergli dato una degna sepoltura."
"E' quello che si merita, Erlin. Ha salvato Camelot-aspetta di nuovo...ha fatto tutto lui contro il drago? Perché ricordo che tu eri rimasta per dargli una mano."
La maga arrossì e si morse il labbro inferiore, dire la verità era sempre un dramma.
"E gli ho dato una mano...solo che il drago non l'abbiamo ucciso, né sconfitto. Kilgharrah lo colpì fortemente al torace con la propria coda, dopo che Balinor provò a instaurare una connessione con lui per poterlo controllare, questo tentativo causò nella testa di Kilgharrah un fastidio atroce e non volendo lo colpì. La connessione non fu creata perché...il drago ce ne aveva già una troppo forte con me. Quando mio padre morì nelle mie braccia, il titolo da ultimo Signore dei Draghi passò a me e così comandai Kilgharrah di andare via e lui lo fece. Io e questo drago siamo collegati nell'anima, ad un mio semplice richiamo lui arriva, non potendosi tirare indietro a causa del mio potere, dovunque io sia. Sapete, è in grado di parlare e vi conosce. Con un semplice ordine, posso chiedergli di portarci entrambi ad Avalon, a volo ci impiegheremo meno ad arrivare."
Erlin finito di raccontare scoppiò a ridere a causa della faccia sorpresa di Namjoon: sembrava aver visto un fantasma!
"Non c'è niente da ridere! Sei la maga più forte di tutti i tempi e anche l'ultimo Signore dei Draghi?! Ah!"
Namjoon grugnì pentendosi di aver usato troppa voce e fiato, sentì il fianco dolere di nuovo.
"Certo che non mi sembra giusto...tuo padre non poteva passarti il titolo in un altro modo?"
La maga scosse la testa sorridendo al re.
"Non c'è un altro modo. E' una vecchia tradizione: il primogenito, solitamente maschio, di un Signore dei Draghi eredita quel potere una volta che il padre muore. Ed è successo anche con me."
"Però tu hai detto primogenito e non mi pare che tu abbia fratelli maggiori...oppure mi hai nascosto anche questo?"
Erlin rise di nuovo e scosse la testa.
"No no, non ho nessun fratello. Sapete, Namjoon, una delle cose belle della magia, è che le eccezioni esistono."
Namjoon guardò Erlin. Faticava a vederla come una semplice persona magica, gli sembrava di stare di fronte a un essere sovrannaturale e questo lo fece sentire insignificante. Altro che re, regine o Triplice Dea, Erlin aveva un'aura più mastodontica e forte di tutti quanti messi insieme. Il suo potere andava oltre la comprensione del re.
"Tu sei un'eccezione fantastica."
Erlin arrossì al grande complimento del re e si grattò la testa a causa dell'imbarazzo, ma anche felicità nel sapere che il suo migliore amico la sosteneva in tutto e per tutto.
"Come lo siete voi nella storia dei re...ora, ve la sentite di partire per Avalon cavalcando un drago?"
Disse Erlin, sbattendo le mani tra di loro, pronta per qualsiasi decisione il re avrebbe preso. Namjoon ci pensò su, stava per morire a causa di una spada magica, avrebbe fatto fatica stare sulla groppa di un drago e sicuramente avrebbe provato tanto dolore nello provare a stare fermo...ma era un'occasione unica e lui non voleva sprecarla.
"Ci sto. Cavalcare un drago? E' un'offerta che non voglio lasciarmi sfuggire, probabilmente morirò e prima di farlo, vorrei provare il brivido di cavalcare un drago con te."
Erlin sorrise e annuì, anche se non concordò per niente sulla parte della morte. La maga si alzò in piedi e mosse le braccia in maniera circolare.
"Che stai facendo?"
Domandò il re. La risposta gli arrivò in un batti baleno: l'ambiente intorno a loro si sgombrò degli alberi, essi vennero risucchiati dalla terra, facendo dei rumori non proprio piacevoli. Namjoon guardò il tutto muovendo la testa da ogni parte per non perdersi nemmeno un albero venire risucchiato, era uno spettacolo strano e fantastico da vedere.
"Oh, ora capisco cosa volevi fare."
Namjoon si ricordò che il drago era grosso e non poteva atterrare in un posto pieno di alberi. Erlin sorrise, le reazioni di Namjoon alla sua magia era semplicemente gratificante e divertente.
"Cercate di non spaventarvi per cosa farò adesso."
Erlin sollevò il volto nel cielo notturno.
"Perché?"
Dalla gola di Erlin provenne un basso e rumoroso ringhio.

Le Avventure Di Erlin-Lunga Vita Al Re || BTS Fan Fiction || Vol. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora