Prima parte
Bitgaram non si aspettava di certo di incontrare di nuovo Taehyung in una situazione così spiacevole. Dopo averlo tradito era scappato per ritornare nella sua terra d'origine, dove i due si parlarono per la prima volta, e passò degli anni in tranquillità. Poi qualche giorno fa, una delle guardie della sua città nell'isola diede l'allarme alla propria gente dicendo che Kim Taehyung e i Jidoghan stavano venendo per attaccarli. Bitgaram fu il primo a scappare insieme a dei suoi amici, Catha come lui, che sapevano dell'identità di Nemirtingas, ed era proprio questo che il sacerdote voleva da lui, ma Bitgaram ancora non lo sapeva. Purtroppo la cittadina di Aler non se la passò bene, i Jidoghan erano in vantaggio numerico e di forza, rasero al suolo la città in meno di un giorno. Bitgaram stava correndo a perdifiato nella foresta, con cavalli, Jidoghan e un Taehyung arrabbiato che lo stavano inseguendo. Il sacerdote lo raggiunse e mise in atto un incantesimo che creò un esplosione mirata a colpirlo, ma solo il terreno saltò in aria con un lampo di fuoco. Taehyung ci riprovò altre due volte, alla terza, prevedendo il tragitto di Bitgaram fece esplodere un albero vicino a lui e il Catha fu scaraventato a terra. Ansimante e stordito venne circondato dagli uomini di Taehyung in pochissimo tempo, due di loro lo presero con forza per le braccia e lo tirarono su di fronte al sacerdote.
"Speravo in una sfida più difficile."
Disse il sacerdote ghignando nel buio della notte.
"Un tempo il nome di Bitgaram suscitava paura anche nei grandi. Le tue abilità come torturatore erano senza pari."
"Non è una cosa di cui andare fiero."
Gli rispose con voce grave il Catha guardandolo in modo sprezzante. Quelli erano ricordi del passato di cui preferiva scordarsi, ma il passato era scolpito sulla pietra e cancellarlo non era possibile, però rimediare era possibile. I Catha erano conosciuti per la loro bontà, ma non tutti erano così.
"Dunque com'è che dicevi...la vittima parla sempre, prima o poi."
Disse il sacerdote con una voce quasi scherzosa. Voleva fargli intendere il suo scopo.
"Che cosa vuoi da me?"
Bitgaram non aveva tempo per i suoi stupidi giochi.
"Credevo fosse ovvio: voglio che tu mi dica dov'è Nemirtingas."
Dopo l'ultima sconfitta Taehyung perse ogni ragione, ogni luce, ogni traccia d'amore. Il suo obbiettivo non era più Namjoon, ma lei. Per arrivare al trono di Camelot la doveva prima trucidare lentamente e con dolore.
"Ti ho già risposto in passato, non te lo dirò."
Il Catha aveva fatto una solenne promessa a Erlin e la sua identità era sacra per le persone come lui. Libri di storia della magia antica narravano di lei, persino la Triplice Dea e le Visir conoscevano e preservavano la sua identità e lui non sarebbe venuto a meno. A Bitgaram era stato concesso sapere dalle Visir stesse l'identità di Nemirtingas, grazie a un Giudizio consegnatogli da un loro servitore, non le avrebbe deluse solo per del semplice dolore o paura. Taehyung fece un sorriso malizioso e nella sua mente contorta già intravedeva tanti bei giochi da fare con lui.
"Speravo che dicessi questo. Portatelo al castello!"
Ordinò il sacerdote. A Bitgaram furono legati i polsi e posto sopra ad un cavallo insieme a un Jidoghan e sotto la guida di Taehyung partirono per la loro meta.
"E' un posto bellissimo, non credi?"
Chiese Namjoon a sua moglie. Erano nella foresta vicino a Camelot per fare un pic-nic, questa volta senza pozioni soporifere. Dopo il loro ritorno a Camelot e avendo spiegato cosa era successo a Elyan (che si era rimesso al cento per cento e aveva incominciato ad allenarsi con i suoi amici) Namjoon fece del suo meglio per tenere Adeoga lontana da affari di corte troppo stressanti. Nell'ultima settimana era migliorata, tornò a sorridere e a parlare con le persone. Mantenne anche la sua promessa, visitava ogni giorno la madre di Takiji aiutandola con le sue richieste personali, non le disse il perché, altrimenti era sicura che il suo posto da regina sarebbe passato ad un'altra, lo fece e basta avendo la sua gratitudine. Passava anche nella tomba di Jennie, pregando per lei e per la sua famiglia, ora tutti riuniti nell'al di là.
"Sì, lo è."
Ripose Adeoga guardandosi intorno. Era primavera e i fiori e gli alberi assunsero colori variopinti che a lei piacevano molto. Namjoon scese da cavallo ed Erlin lo imitò, Adeoga aveva richiesto anche la sua presenza, le era mancata ed era una delle tante persone più colpita dalla sua cattiveria, quindi voleva fare ammenda per chiederle scusa.
"A volte mi dimentico di quanto sia bella Camelot nella sua natura. Ma mai così bella come la mia regina."
Disse Namjoon, poggiando un braccio sul cavallo e girandosi verso di lei con uno sguardo misto tra il serio e il divertente. Adeoga rise, Erlin non si contenne facendo vibrare le labbra tra di loro disgustata di tale assenza di metodi di rimorchio da parte del re.
"Sei stata tu?"
Chiese Namjoon guardando Erlin un tantino imbarazzato.
"Il cavallo."
La maga lo indicò. Era il tipico suono che emettevano, no?
"Mi stavi prendendo in giro per caso?"
"Io non ho fatto niente, lo giuro."
"Sai che c'è una punizione per tale impudenza?"
"Le avete abolite tempo fa, sire, le vostre minacce non mi spaventano."
Rise Erlin colpendo Namjoon nel naso con il suo dito medio. Adeoga rise ancora guardandoli discutere, le era mancato anche questo.
"Sì ma chi ti dice che puoi prendermi in giro?"
"Ve la state prendendo con il cavallo ingiustamente."
Il re scosse la testa sorridendo e diede un un piccolo colpo ad Erlin nella fronte con la propria. Insieme presero il lenzuolo e le provviste, spiegarono il pezzo di stoffa insieme e appoggiarono i cibi sopra con cura.
"Posso aiutarvi?"
Chiese la regina.
"No!"
Risposero in coro Erlin e Namjoon.
"Tu devi riposare, perciò adesso siediti e non pensare a niente. Vado a prendere l'acqua."
Namjoon fece sedere Adeoga ed Erlin annuì. Egli corse saltellando verso il suo cavallo.
"Non lo vedevo così felice da tanto tempo."
Disse Erlin, disponendo i piatti.
"Dopo quello che è successo sono contenta di rivederlo così pieno di vita. Come avrò fatto a non amarlo quando ero sotto l'influenza di Taehyung..."
Sospirò la regina. Perché le sembrava una cosa impossibile, il suo cuore era pazzo di Namjoon.
"Quando si è sotto incantesimo è normale, ma l'importante è che siate ritornata come prima."
"Ow Erlin, quanto mi sono mancate le tue parole di conforto."
Adeoga le diede un caloroso abbraccio. Erlin ridacchiò e la strinse di rimando, le doveva pure essere mancato il contatto fisico perché era diventata molto affettiva nei suoi confronti e anche quello dei cavalieri.
"Mi siete mancata anche voi."
"Sai che puoi darmi del "tu", vero?"
"Siete comunque la regina, i titoli vanno rispettati e a me interessa."
"Tu sei troppo buona."
"No, solo educata."
Entrambe risero e Adeoga si staccò dalla maga, permettendole di alzarsi per andare dal re.
"Avete preso tutto?"
"Sì, bisogna solo riempire le sacche d'acqua, sono vuote."
Namjoon le tirò fuori, si era dimenticato di riempirle.
"Vado a prendere io l'acqua, sire, qui intorno c'è un fiume."
Disse la maga prendendo le sacche.
"Grazie, sta attenta."
"Certo."
Sorrise Erlin allontanandosi da loro. Non appena a qualche metro dal re e dalla regina il tronco di un albero catturò la sua attenzione. La corteccia era rovinata, colorata di nero, piuttosto che di marrone, come se fosse stato bruciato e aveva dei segni, forse tagli, ma erano troppo grandi per appartenere ad un animale o ad un umano. Erlin lo sfiorò con i polpastrelli delle dita, nessun altro albero aveva quei segni, che fosse opera della magia? O più precisamente, di Taehyung? La maga scosse la testa per liberarsi di quei pensieri, voleva godersi un pic-nic insieme ai suoi amici, anche se c'erano dei problemi doveva ignorarli, ad Adeoga non avrebbero fatto bene. Lasciò perdere il tronco e fece per andarsene quando un luccichio vicino alle radici dell'albero la fermò di nuovo. Si abbassò e lo raccolse, era un medaglione d'argento con degli strani segni, cerchi per essere precisi, che percorrevano la rotondità del cerchio in metallo. La maga non sapeva cosa fosse, ma quello e l'albero malandato dovevano avere un qualche collegamento. Si mise in tasca il medaglione, andò a prendere l'acqua e ritornò da Namjoon e Adeoga, stavano chiacchierando e non avevano toccato cibo.
"Non c'era bisogno che mi aspettaste."
Disse Erlin sedendosi, grata comunque di questo loro gesto, e mettendo le sacche con l'acqua sopra il lenzuolo.
"Non dirlo neanche per scherzo."
La rimproverò Adeoga dandole il suo piatto. Con serenità fecero tutti un ottimo pranzo, parlarono del più e del meno e assaggiarono anche il sapore della tranquillità, cosa che da tempo mancava. Verso pomeriggio misero i piatti, posate e calici dentro le loro borse, salirono in groppa ai loro cavalli e ripartirono per ritornare a Camelot. E quando arrivarono al cancello l'aria di tranquillità che li circondava fu soffiata via da un'ombra di preoccupazione.
"Che sta succedendo?"
Domandò Adeoga. C'era una fila di persone che continuava a entrare a Camelot, erano malridotti e sanguinanti.
"Non lo so, ma forse i cavalieri sanno qualcosa. Venite."
Galopparono tutti e tre fino al castello, lì la piazza era molto più affollata rispetto alla città bassa e cittadella. Le persone si stavano radunando tutte lì, le guardie e i cavalieri stavano già facendo del loro meglio per aiutarli e curarli dalle loro ferite.
"Hoseok, che è successo?"
Chiese il re avvicinandosi al suo più fidato cavaliere con il cavallo.
"Hanno chiesto rifugio, provengono dalla guarnigione ovest. Un gruppo di banditi li ha attaccati e si sono dati alla fuga."
Rispose Hoseok, mettendo a sedere una donna con una ferita alla testa, perdeva sangue ma non era grave.
"Ma Andong è in pace sin da quando mio padre è salito al trono."
"Non sono di Andong, hanno passato il confine delle terre di Miyoung."
Hoseok diede un fazzoletto alla donna così da potersi tamponare la ferita.
"Vuoi dire che provengono da Aler?"
Era una delle poche città sotto il dominio di Miyoung, il re che fu ingiustamente accusato di tentato omicidio tanto tempo fa quando Erlin fu avvelenata.
"Esattamente sire, ho chiesto altre informazioni ai paesani e ho altre cose da dirvi, ma è meglio farlo dopo che avremo aiutato queste persone."
Namjoon annuì. Chiamò in aiuto anche Erlin, visto la sua esperienza nel campo medico grazie a Jin, anche Adeoga si offrì volontaria, non voleva rimanere fuori a fare niente mentre delle persone stavano chiedendo aiuto. Riuscirono a trovare un rifugio per tutti loro e anche cure mediche, questo portò via loro l'intero pomeriggio, la scia di persone fuori era sparita e tutti avevano un tetto sopra la testa dove risposare in tranquillità e pace, almeno per una notte. Namjoon convocò una riunione con tutti i cavalieri, partecipò anche la maga, senza Jin, il medico era impegnato ad aiutare i feriti; Adeoga era nel trono di fianco a lui.
"Vai pure, Hoseok."
Disse il re. Il nominato si fece avanti senza paura.
"Sono riuscito a reperire alcune informazioni che possono esserci utili. Queste persone vengono da Alar, che secondo a quanto dicono, è stata attaccata due giorni fa. Solo una manciata di persone sono riuscite a scappare, quelle che abbiamo noi sono coloro che hanno preso la via nord, gli altri si sono separarti."
Namjoon pensò che la loro fatica era data anche alla lunghezza del viaggio. Da Alar per Camelot a piedi erano due giorni di pura fatica.
"Chi è il responsabile?"
Namjoon si mise faccia a faccia con Hoseok.
"All'inizio pensavamo fossero solo i Jidoghan, avevano già attaccato quell'area prima, ma i rifugiati raccontato tutt'altro. Dicono che si è trattato di magia."
Nella testa di tutti passò un unico pensiero.
"Taehyung?"
Sospirò il re.
"Così indicherebbero le prove, sire. Dicono di aver visto un giovane dai capelli neri guidare gli uomini che hanno distrutto Alar, non hanno avuto bisogno di armi per sconfiggerli."
Namjoon strinse i pugni. Un attacco così ravvicinato a Camelot non era mai successo, né dalla parte di Taehyung, né da parte dei Jidoghan.
"Rafforza la guarnigione, raddoppia le pattuglie."
"Sì, sire."
Hoseok se ne andò insieme agli altri. Ora anche il lavoro sarebbe raddoppiato per loro e sapendo il motivo, non ne erano affatto entusiasti.
"L'attacco di Taehyung ad Alar non ha senso."
Disse la maga, staccandosi dalla colonna in cui appoggiava.
"Che intendi?"
Le domandò Adeoga confusa.
"E' uno dei posti dove la magia è ammessa, Taehyung non avrebbe mai fatto una cosa del genere senza un motivo preciso. Perché attaccare lì, allora?"
"A questa domanda non so risponderti, Erlin. Ormai capire la mentalità di Taehyung è impossibile."
Disse Namjoon rimettendosi seduto. Fissò lo sguardo su un punto impreciso della stanza, questo indicava che stava pensando, doveva rimettere a posto le idee.
"Per il momento non mi sento di fare altro. L'attacco era molto vicino a Camelot, vero, però agire per primi senza un motivo e senza un piano di battaglia ci rende vulnerabili. Meglio aspettare che succeda qualcos'altro, qualcosa di più significativo."
"Va bene, sire."
Erlin si inchinò e augurò la buona notte sia ad Adeoga che a Namjoon. Ritornò nella sua camera, trovando Jin che puliva i suoi attrezzi da medico con dell'acqua.
"Ciao Erlin."
La salutò Jin, facendole capire che anche se non si era girato per guardarla, riconosceva la sua presenza.
"Jin, devo farti vedere una cosa."
Erlin dalla sua tasca tirò fuori il medaglione appoggiandolo sopra al tavolo.
"Solo un momento."
Il medico finì di pulire un bisturi, si asciugò le mani e si sedette vicino alla maga. Prese il medaglione e i suoi occhi esperti già stavano ricavando informazioni.
"La maestria è innegabile, vedi il tipo di motivo che si ripete ad ogni cerchio concentrico?"
Jin li indicò ed Erlin annuì. Il medaglione aveva vari cerchi al suo interno, tutti diversi ma disegnati alla perfezione, al centro c'era una specie di fiore astratto, che chiudeva tutto.
"Questo è stato fabbricato ad Aler, lo indica lo stemma inciso al centro."
"Non c'è qualcos'altro? Una data, un nome o cose del genere?"
"Niente che io possa vedere, ma è di ottima fattura, questo è certo. Nessuno se ne sarebbe disfatto volontariamente, forse è caduto a uno dei rifugiati."
A Erlin non tornavano i conti. Le persone venute a Camelot erano per lo più contadini e popolani, se fosse stato veramente proprietà di qualcuno, allora avrebbe dovuto appartenere ad un nobile o re.
"Vedo che nella tua testa sta vorticando una tempesta, che cos'hai?"
Jin poggiò il medaglione sul tavolo guardando la maga sospettoso.
"Ho trovato questo medaglione vicino ad un albero colpito da qualcosa di strano, credo che i rifugiati e tutto questo sia collegato. Ma per avere risposte più chiare..."
Erlin si alzò dalla sedia.
"Devo ritornare nel luogo dove giaceva e trovare qualche indizio in più."
"Non credi di star correndo un po' troppo?"
Jin la prese per il polso, così da impedirle di correre via.
"Se è vero quello che dici, allora potremmo incontrare Taehyung nella foresta, è rischioso andare da sola."
"Jin, chi porto non fa differenza se incontrassimo Taehyung."
Contro rispose Erlin. Andare da sola era più semplice, risparmiava compagni potenzialmente morti e domande a cui non voleva rispondere. E poi lei era l'unica persona in grado di tenere testa al sacerdote, gli altri sarebbero stati d'intralcio.
"Io non ti faccio uscire da sola."
"Allora vieni tu con me."
Jin arricciò le labbra. Si era fregato da solo, a lui non piaceva andare all'avventura, specialmente di notte e senza il permesso del re!
"Non puoi usare questi trucchetti con me..."
Lagnò il medico.
"Decidi: o vado da sola, con la probabilità di non ritornare viva, o mi accompagni tu, così torneremo a casa sani e salvi."
Il medico sospirò rumorosamente. Iniettò paura e lo adulò ma allo stesso tempo spaventandolo con delle efficaci ma brevi parole. Ci era riuscita alla grande a manipolarlo.
"Va bene, ma facciamo in fretta, non voglio finire nei guai per non aver ricevuto il permesso del re."
"Non succede niente se usciamo senza il suo permesso...e comunque se dovessimo mentire, non sarebbe la prima volta, anche per te."
"Erlin!"
Jin cercò di prenderla per darle uno scappellotto ma la maga lo schivò con agilità e uscì velocemente dalla stanza per non farsi prendere.
"Ti aspetto alle stalle!"
Urlò lei nel corridoio. Jin scosse la testa sospirando di nuovo e seguì la traiettoria presa da Erlin solo con più lentezza. Incontrò molte guardie nel corridoio, lo fermarono un paio di volte per chiedergli dove stesse andando e lui rispose che doveva curare alcuni pazienti nelle infermerie. Lo lasciarono passare senza indugio e Jin maledì Erlin e le sue bugie, il medico alla fine raggiunse la sua apprendista nelle stalle, due cavalli erano già pronti, Erlin era in sella al suo.
"Te la farò pagare cara."
La minacciò il medico salendo nella sella.
"Ti voglio bene anche io."
Rispose la maga con un sorriso furbo e partendo. Jin sorrise scuotendo la testa e imitò la maga, seguendola per la foresta. Erlin portò entrambi nello stesso punto che vide quella mattina e indicò l'albero al medico.
"Ci sono quelle che sembrano bruciature e dei tagli...ma né l'uno né l'altro hanno senso."
Jin scese da cavallo e toccò la corteccia bruciata.
"Sembra come se abbia preso fuoco da solo e poi si sia spento allo stesso modo."
"Quindi pensi che sia opera della magia?"
Chiese la maga. Il medico risalì sul cavallo prendendo le redini.
"Molto probabilmente, quei tagli sono troppo grossi e profondi per essere stati fatti da un animale o umano."
La maga annuì, aveva le sue teorie confermate.
"Andiamo più avanti, magari riusciamo a trovare qualcosa."
Fecero ripartire i cavalli, questa volta facendoli andare ad un'andatura più lenta.
"Non abbiamo pensato di portare una fiaccola, è troppo buio."
Disse Jin assottigliando gli occhi per vedere meglio, ma le foglie degli alberi bloccavano persino i raggi splendenti della luna.
"Ci penso io."
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Le Avventure Di Erlin-Lunga Vita Al Re || BTS Fan Fiction || Vol. 5
FantasyPER LEGGERE QUESTA STORIA, E' CONSIGLIABILE LEGGERE: "Le Avventure Di Erlin" Vol. 1, 2, 3 & 4 ✦✧✧ - ✧✧✦ "𝙄𝙣 𝙪𝙣𝙖 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙢𝙞𝙩𝙞 𝙚 𝙞𝙣 𝙪𝙣'𝙚𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙜𝙞𝙖, 𝙞𝙡 𝙙𝙚𝙨𝙩𝙞𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙜𝙧𝙖𝙣𝙙𝙚 𝙧𝙚𝙜𝙣𝙤 𝙨𝙞 𝙥𝙤𝙜𝙜𝙞...