2 - ...Temerai Solo la Fine. (Pt.2)

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Quando Nowel riaprì gli occhi, Leah aveva appena dissolto il velo avvicinandosi prudente al corpo immobile di Bhaund, lanciandogli lunghe e profonde occhiate. Solo dopo si girò verso il ragazzo sussurrandogli: «Andiamo.»

La puzza di carne bruciata aveva riempito la stanza facendo tappare il naso a Leah che a sua volta copriva la bocca a Nowel.

Passarono di fianco al corpo dell'uomo a terra rallentando, quasi in punta di piedi, scattando non appena lo superarono.

Erano quasi riusciti a raggiungere la fine del corridoio quando una voce alle loro spalle gli raggelò il sangue: «Non è stato il lupo a sbranare il cacciatore, ma un villico traditore che non ne vede le fauci» e tirandosi su da terra mostrò ai due il volto ustionato e la pelle cadente, contorcendo ancor più la sua postura e sfoggiando un ghigno folle.

«Ma state pur sereni: chi entra nella tana resta nella tana» disse alzando nuovamente le mani scheletriche, cattive, sollevando al contempo la gamba sinistra: «Primo balzo della campana.»

Rintoccò nell'aria un suono, squarciando le pareti, così come il soffitto e il pavimento, rivoltandole su se stesse e rivelando un aspetto marcio, pulsante, come se fossero cosa viva.

≈ ≈ ≈ 

«Corri! Corri!» gli urlò Leah afferrandolo per la mano, cercando di coprire quei pochi passi che li separavano dalla fine della tana. Fu tutto inutile quando la donna venne afferrata a una caviglia da una mano di nebbia, sollevandola a testa in giù.

Nowel, invece, si era lasciato cadere appena fuori dalla tana, rimanendo lì a guardare Leah penzolante mentre quella risata sovrumana gli riempiva sempre più le orecchie.

«Te lo avevo detto che avremmo giocato al dottore» disse Bhaund, ora levitante su un mare di nebbia, ammirando le mutandine lasciate esposte dalla gonna cadente.

Leah provò a rialzare il velo ma il ciondolo le scivolò dal collo e le mani le furono costrette da un'altra mano di nebbia.

Bhaund si avvicinò lento mentre la lingua gli roteava in ogni direzione, ma mentre lei si contorceva cercando di divincolarsi dalla morsa, l'uomo alzò una mano mirando alla bocca dello stomaco. Gliela appoggiò a metà tra l'ombelico e il tessuto, stringendo come a voler strappare quel sottile lembo interposto tra lui e il suo ansimare: «Tana per te!»

Al grido di Leah la stanza si illuminò al divampare di centinaia di lingue di fuoco.

Bhaund le schivò per il rotto della cuffia, lasciando la presa sulla donna che cadde a terra con un tonfo. La sua tana era ora in fiamme, e come lei anche lui sembrava contorcersi per le ustioni. Si voltò all'inizio del corridoio e lì lo vide, avvolto dal suo stesso fumo.

«Cosa diavolo pensavi di fare?» gli domandò Wilbur con ancora la mano fiammeggiante.

≈ ≈ ≈ 

Bhaund si ricompose, voltandosi a mirare a Nowel, trovandolo però già protetto dal velo di Leah. Si rigirò, trovandosi faccia a faccia con Wilbur e il suo pugno sollevato e carico.

«Radiazione Fiammeggiante!» e un'ondata incandescente proveniente dalla mano costrinse Bhaund a schizzare indietro, schivandola per miracolo, ritrovandosi però un altro pugno a mirargli lo stomaco. Schivò anche quello, ma ogni volta che ne evitava uno, Wilbur era lì pronto ad assestargliene un altro, costringendolo a indietreggiare

«Non ti stai annoiando a giocare da solo?» gli domandò Bhaund riprendendo a sogghignare, bloccando l'ultimo pugno con una mano di nebbia, scatenando una violenta contronda: «Lascia che mi unisca al gioco!»

Un'altra mano di nebbia si schiantò sulla schiena di Wilbur, scagliandolo a diversi metri di distanza. Non riuscì a toccare il suolo che subito decine di piccole mani di nebbia lo costrinsero lì dov'era.

«L'ultimo ad arrivare, e il primo ad andarsene» disse imponendo la mano a taglio, generandone una identica sopra il corpo dell'uomo: «Tana per te!» scagliandogliela contro mentre un urlo straziante di Leah rimbombava tra le pareti.

«Esposizione!» e una luce sfolgorante accecò tutto e tutti detonando, travolgente, come una bomba.

≈ ≈ ≈ 

Quando il bagliore cessò della tana non era rimasto più molto se non ardenti cumuli di nebbia e macerie pulsanti, contorte, di massa organica. Così era anche Bhaund, accasciato contro la rientranza di una parete, stringendosi il polso carbonizzato e ora privo della mano. Respirava a fatica con gli occhi spalancati, puntati sull'uomo in piedi ricoperto dalle fiamme e nascosto dal fumo: era concentrato, con lo sguardo assassino, e pronto a saltargli addosso.

«Che razza di ruolo ti è capitato?» ma Wilbur non gli rispose, mantenendo i muscoli scattanti.

Bhaund scostò furtivo lo sguardo per puntarlo sugli altri due ancora ricoperti dal velo, anche se ora lontani da quella desolazione. Si concesse quindi di rilassarsi accennando un sorriso: «Lo hai fatto apposta, non è vero?»

Nuovamente Wilbur non rispose.

«Non volevi uccidermi,» iniziò interrompendosi per concentrarsi sullo sguardo dell'uomo, «volevi sfogarti» concluse, stritolandosi la mano, aggredendolo con un'ultima mano di nebbia. Non durò abbastanza perché Wilbur non la estinguesse con un solo pugno, ma fu sufficiente a distrarlo. Quando si girò, Bhaund non c'era più, ingoiato dalla sua stessa tana che allo stesso modo stava svanendo.

L'uomo soffiò dal naso, dissolvendo le fiamme che lo circondavano. Crollò con un ginocchio sul pavimento, digrignando i denti nello sforzo di rialzarsi e scandendo un disperato bisogno di ossigeno.

≈ ≈ ≈

Leah lo raggiunse con Nowel stretto al fianco, sciogliendo il velo solo quando riuscì a poggiargli il ciondolo di Shungite sul petto: «Cura Minore.»

Quando le linee di roccia si ritirarono Wilbur mirò al pavimento sfondandolo con un pugno. Rialzò lo sguardo in collera puntandolo dritto in quello di Nowel, scambiandolo in fretta con uno più sorpreso.

Si avvicinò al ragazzo chinandosi al suo livello, fissandolo nel profondo in quegli occhi fragili, disorientati, per interminabili secondi, a cercarvi qualcosa al loro interno.

Inspirò rumorosamente dal naso, chinando la testa prima di espirare, infilandosi una mano in tasca ed estraendo un ciondolo di Ematite: «Riposo» poggiandogli due dita in fronte, chiudendogli gli occhi e facendolo sbattere al suolo come un corpo morto.

CHAKRA Vol.1-2-3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora