4 - ...C'è L'inconsapevolezza... (Pt.2)

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«Come ti sei permesso» ruggì Hiden, facendo voltare Nowel che in un attimo rinsavì. «Come ti sei permesso di baciare Leah!»

Al gigante si gonfiarono i muscoli, sbuffando dal naso tutta la sua rabbia e mutandogli gli occhi in quelli di un toro.

Nowel farfugliava parole incomprensibili, non osando muoversi o svincolare lo sguardo, finché nel crescendo di quella tensione una risata la sedò: «Stavo scherzando amico, rilassati» appiccicandogli una pacca sulla schiena da fargli sputare un polmone. «Andiamo, ti accompagno a conoscere gli altri.»

Riprese colore Nowel nel tragitto in cui seguì Hiden fino al divanetto d'appartenenza, stravaccandocisi sopra: «È l'ora delle presentazioni» sollevando un dito, partendo dalla sua destra. «L'occhialuto secchione è Finik.»

«Piacere di conoscerti» alzandosi per stringergli la mano, tirandosela a un palmo dal naso e osservandone le linee che si diramavano lungo il palmo: «Internodi secondari... mhh... buoni, buoni... diametri dei canali... mhh... non male... rapporto lunghezza/spessore delle dita... mhh... eccellente...»

«Vedi di piantarla nerdaccio schifoso» disse Hiden piantandogli un pugno a martello in testa.

«Proseguiamo con la ragazza bianca come un lenzuolo e con gravi problemi di autostima: Grace.»

«No-Non è una cosa carina da dire,» iniziò la ragazza nascondendosi il viso con la sciarpa, «oh, do-dovevo salutarti... mi dispiace» gonfiando gli occhi di lacrime e alzandosi la sciarpa fino agli occhi: «Sono un disastro.»

«No, no, non ti preoccupare» tentò Nowel quando iniziò a singhiozzare.

«Troppo tardi geniaccio» esclamò l'ultima ragazza del tavolo, accarezzando Grace sulla testa, un'istante prima che scoppiasse in lacrime.

Nowel indietreggiò, osservando la meccanicità della ragazza nel movimento della mano, e al contempo la sua comprensività. La squadrò da capo a piedi, fermandosi sulle sue guanciotte colorate e sui suoi occhi contornati da un dito di eyeliner, scostando ogni tanto lo sguardo a farlo cadere sulla maglia trasparente e sul reggiseno bianco in bella vista: «Cosa hai da guardare, razza di pervertito?»

«E per ultima, ma non per importanza, senza ulteriori presentazioni, la raggiante Tracy.» 

≈ ≈ ≈

«Parlando di cose serie,» iniziò Hiden alzandosi, «quanti tequila sale e limone?» senza ricevere risposta.

«Andiamo, offro io» riprovandoci, appena prima che Finik puntualizzasse: «Sono gratis. Tecnicamente non puoi offrirli.»

«Lo so, lo so, infatti... volevo offrirmi per ordinarveli e portarveli al tavolo» ma di nuovo la discussione ripiombò nel silenzio. «Che la noia sia con voi.»

«Ci hai provato» subentrò Tracy alzandosi per dare un bacio sulla guancia a Hiden, sussurrandogli all'orecchio: «Long Island, senza ghiaccio» prima di allontanarsi.

«Sei diabolica.»

«Per me... un... s...» iniziò a farfugliare Grace, attirando l'attenzione di Hiden che come un avvoltoio si precipitò in parte a lei: «È tornato il mio gioco preferito.»

«S... o... th... be...» continuando con sillabe e lettere, diventando via via sempre più rossa.

«Andiamo! Quello che faresti con un ragazzo carino appena incontrato.»

«Se... o... th... be... ch...»

«Lui ti piace e a lui piaci tu. Gli dai un bacio, trovi un posto appartato.»

«Se... on... the... be... ch...» 

«Le onde del mare, la sabbia calda. Vi spogliate e poi...» spalancando le braccia e fissando la ragazza, cercando di cavargli fuori quelle ultime lettere: «Dai!»

«MOJITO!» sbottò la ragazza, sciogliendosi sul divano con l'affanno di una maratona e il viso rosso fuoco.

«Mojito,» ripeté Hiden ridacchiando sotto i baffi, «come desideri» alzandosi e voltandosi verso il bar: «Ah, Nowel, tu cosa bevi?» ma il ragazzo lo guardò stranito, rimanendo imbambolato senza proferire parola.

«Ho capito, seguimi, è l'ora di farsi consigliare da Ned.»

≈ ≈ ≈

«Ned, abbiamo del lavoro per te» esordì Hiden spalmando le braccia sul marmo del balcone, afferrando una mano a Nowel e porgendola all'uomo sopracitato: «Fai la cosa delle mani.»

«"La cosa delle mani",» ripeté l'uomo poggiando il panno e il calice, «giovanotto, la mia è arte, e come tale va rispettata.»

«Eddai, fallo!» continuò a insistere sventolandogli la mano davanti, come se non ci fosse un corpo attaccato.

«Con in preambolo un "per favore" e in epilogo un "grazie".»

Hiden sbuffò: «Quello che vuoi, basta che lo fai.»

Ned assottigliò le labbra a formare un ghigno ilare: «E...?»

«Per favore» stretto tra i denti, tirato fuori con le pinze. Gli lasciò la mano, ma prima che potesse prenderla Nowel la ritrasse urlando: «Che problemi avete con la mia mano?!»

«Dai amico, non prendertela» iniziò Hiden allungando una mano sulla spalla del ragazzo che però schivò balzando indietro: «Senti, lascia stare, non ho voglia di bere.»

A quelle parole Hiden si sedette sul primo sgabello da bar, picchiettando sul bancone, sollevando due dita: «Dopo la giornata che hai passato mi sorprende che tu non voglia bere.»

Nowel sgranò gli occhi: «Come fai a-» venendo però interrotto da Hiden: «È naturale. Non ti ho mai visto prima, e in qualunque modo tu sia arrivato, se sei amico di Leah, dubito tu sia arrivato nel modo "tranquillo".»

Due shottini gli scivolarono davanti agli occhi, fermandosi un attimo per ammirarli.

«L'unica domanda che ora sorge spontanea è quanto resterai con noi. Ma anche qui, se Leah ti ha scaricato quaggiù, dubito che la tua intenzione sia quella di rimanere» disse afferrando uno dei bicchierini, girandoselo tra le dita: «È un vero peccato» seccandolo con una golata.

«Non fraintendermi, non mi interessa convincerti a restare,» afferrando il secondo, «ma se fossi in te, approfitterei dell'open bar, mi dimenerei in pista come una scimmia, socializzerei con la fauna locale e, per concludere, non disdegnerei una bella ragazza con cui passare la notte.»

In un attimo anche il secondo fu trangugiato con uno scrollone da parte di Hiden. Picchiettò nuovamente sul tavolo, sollevando due dita, prendendosi un po' di tempo: «Cercherei di divertirmi, fino allo stremo, e se sarò abbastanza fortunato domani lo rifarò.»

Di nuovo, due shottini gli scivolarono davanti, ma questa volta Nowel gliene tappò uno, prendendosi uno sgabello e sedendosi.

«Perché vorrei dovermi divertire?»

Hiden afferrò l'altro shottino, mostrando un sorriso: «Che domanda del cazzo,» seccandolo, «perché non dovresti?» mostrandogli il bicchierino vuoto.

Nowel guardò per un po' il suo shottino finché non lo buttò giù d'un fiato, trasformando il suo viso in una smorfia disgustata.

«Seee, vai così» iniziò Hiden esaltato, afferrando il ragazzo per il collo e arruffandogli i capelli. «Ned, portane altri quattro. Mettiamo in pari il novellino.»

≈ ≈ ≈

CHAKRA Vol.1-2-3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora