6 - Nel momento più buio... (pt.1)

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Impattò con le ginocchia sul gelido cemento, crollando con il resto del corpo a prostrarsi d'innanzi all'uomo che lo aveva costretto in quello stato.

Hiden gli scivolò alle spalle, afferrandolo un istante prima che toccasse terra, guardandolo chiudere gli occhi ma scuotendolo ad impedirglielo. Fallì miseramente. Rialzò allora i suoi, gonfi di rabbia, su quelli severi della Prima Stella.

«Pietoso» replicò a quello sguardo, muovendo un paio di passi verso Leah: «I suoi superiori sono già stati informati. Le cure del civile saranno affidate a lei fino a nuovo ordine» chinandosi con la testa a sussurrarle nell'orecchio.

Si risollevò subito, voltandosi a risalire sull'elicottero prima che le pale ricominciassero a girare.

≈ ≈ ≈

«Ti hanno accartocciato per bene» si sentì nelle orecchie prima di riaprire gli occhi, trovandosi davanti Arron, impegnato a schiaffeggiarlo sulle guance.

«Che cazzo è successo?»

«Due canne, e sei crollato a terra piagnucolando come una ragazzina» e a quelle parole, come per incanto, si sentì addosso i goccioloni freddi e il deserto in bocca: «Dove sono?»

«Dov'eri anche un'ora fa: sul pavimento del bagno di Mia.»

«E lei dov'è?»

«Quante domande. Ti sei venduto agli sbirri? E non mi dice niente?» allungandogli una mano ad alzarlo, ridacchiando a vederlo barcollare: «Piano tigre, siediti qui» indicandogli la tavoletta.

Nowel ci si spalmò sopra, mimetizzando il suo viso pallido con il bianco delle piastrelle a cui si era ancorato: «Non dovrei essere qui» guardandosi intorno con gli occhi di un pazzo, sforzandosi di rimettersi in piedi.

«E io dovrei piantarla di comprare sto' schifo. Chissà con che diavolo me lo hanno tagliato per ridurti così.»

Una fitta al petto e si tirò su con un balzo, sbilanciato ad aggrapparsi all'amico, scrutandolo in quegli occhi scuri battuti dalla tempesta: «Tu sei morto» riversando fiumi di lacrime dai suoi senza che il volto gli si impietosisse.

Il sorriso di Arron ripiegò sotto le labbra, nascondendo quei vortici nelle pupille a rimostrare l'azzurro del cielo: «Ho sentito la terra tremare e i mattoni venarsi, ma non credevo sarei già dovuto intervenire.»

«Tu non sei reale.»

«Ti sbagli. Tutto questo è reale. Tutto tranne te» afferrandogli le guance per portarselo a un palmo dal viso e dagli occhi ritornati scuri e minacciosi.

≈ ≈ ≈

Un bip a intervalli regolari e l'aria fresca sulle labbra. Una pressione sul naso.

Provò a togliersela ma la mano non si mosse. Ferme persino le dita, così come ogni muscolo. Si muovevano solo gli occhi a guardare quelle macchie e aloni immobili, a circondarlo, finché il bip non aumentò.

Si agitarono quelle sfocature. Un suono ovattato: gli tolse l'aria fresca alleggerendogli la pressione.

Scemò il bip portandosi dietro le nubi negli occhi e il cotone nelle orecchie. Si sentì toccare dietro la nuca, scendendo lungo il collo a giungere sul petto. Resto lì finché una luce non gli contrasse ogni muscolo, piegandogli le ossa come un foglio di carta, svegliandolo da quel coma.

Annaspò nell'aria prima che un grido gli spalancasse la bocca, sentendosi di nuovo quella pressione sul viso.

«Fai respiri profondi. Calmati e fai respiri profondi» gli disse Leah tenendogli addosso la mascherina per l'ossigeno, inspirando ed espirando profondamente.

CHAKRA Vol.1-2-3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora