«Come puoi vedere, a parte le attrezzature militari e le piste d'atterraggio, non è poi così diverso da un condominio a schiera» disse Leah piroettandogli davanti, schioccando le dita e scandendone il tempo.
«E l'inezia del fatto che siamo sottoterra» replicò Nowel con lo sguardo stregato dall'ambiente, incapace di mantenerlo fisso.
«Shhh, dettagli» facendogli segno con il dito e prendendolo a braccetto.
«Fai così con tutti?» mostrandosi rosso in volto.
«Ti dà fastidio?» stringendosi ancor di più con il petto sul braccio.
«N-No, e poi sei troppo grande per me.»
«Mi stai dicendo che sono vecchia, già datata per un ragazzo di 17 anni?» gli rilanciò sbuffando dal naso e con lo sguardo offeso. Non osò risponderle.
Fu in quel momento però che il ragazzo sgranò gli occhi, tornando alla sua carnagione originale: «Sai quanti anni ho?»
Leah titubò un istante: «Ho fatto le mie ricerche. Non sarà la prassi, ma lo trovo apprezzabile.»
«E quanto sai di me?» e questa volta fu la donna a non rispondergli, stringendosi un po' di più al suo braccio, non osando guardarlo con gli occhi rammaricati spuntatigli in viso.
Continuarono in silenzio, finché giungendo davanti a una porta la donna esclamò: «Questa è la tua. Le chiavi sono sul mobile all'ingresso» staccandosi dal braccio e salutandolo con un cenno della mano: «Ci vediamo dopo.»
≈ ≈ ≈
Era seduto sul letto, avvolto dal silenzio della stanza.
Si teneva le tempie con le mani, e gli occhi chiusi, concentrati, a sforzarsi di dare una logica alla giornata vissuta.
La sveglia, la colazione in fretta e furia, Pimpi, la corsa a perdifiato, la ramanzina del professore, e persino le sue due pallosissime ore di geografia. Da lì in poi frammenti.
Un intervallo vuoto, dove era sicuro di aver parlato con Mia, una fitta lancinante, uno scrocchio, il cuore in gola, assordante, l'odore di sigaretta, la pelle d'oca, un calore umano, un bacio.
Riaprì gli occhi, ora lucidi e gonfi di lacrime, quando udì una debole bussata alla porta. Sì alzò e l'aprì, non credendo a ciò che stava vedendo: «Mia.»
«Nowel» saltandogli tra le braccia d'impulso con un timido bacio. «Mi sei mancato» singhiozzando e piangendo come una fontana.
Non fece in tempo Nowel a replicare che la gola le fu squarciata di netto, schizzando sangue in ogni direzione: «Tu non vuoi lei, tu vuoi me.»
Gli bastò sentire quella voce, e il ragazzo si immobilizzò, spalancando gli occhi quando la vide uscire dalla figura di Mia, stramazzata al suolo.
Gli si avvinghiò attorno al corpo, come le spire di un serpente, baciandolo con la sensualità che solo una lingua sapientemente adoperata può regalare.
Nowel non si oppose, al contrario, si impiastricciò con il sangue, giocando con i suoi seni, accarezzandogli l'interno coscia sempre più in alto, sempre più in alto.
≈ ≈ ≈
Una boccata d'aria a prosciugare l'ossigeno della stanza, e gli occhi sbarrati. Si tirò su scattando come una taglierina, sudato in fronte e con il cuore in gola, guardando in ogni angolo di quella penombra a circondarlo, calmando quel rimbombo in petto. All'improvviso una bussata, e di nuovo si sentì le pulsazioni stringergli le tempie: «Nowel, sono Leah, va tutto bene?»
Riprese fiato, tastando con i piedi il pavimento, aiutandosi con le braccia a mantenere l'equilibrio finché non agguantò la maniglia.
Aprì la porta, piantandosi lì davanti come un palo ad ammirare le curve della donna: «Ti senti bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma» disse lei poggiandogli una mano sul viso sbiancato, prendendolo sottobraccio e sedendosi con lui sul letto.
«Hai avuto un incubo?» domandò notando le coperte stropicciate. Non rispose, continuando a guardare un punto fisso. «Hai grattato il muro?»
«Ho visto una ragazza. Ha tagliato la gola a Mia.»
Leah gli poggiò una mano sulla testa, accarezzandogli i capelli: «Non aver paura, era solo un brutto sogno.»
«E se gli avesse fatto del male? E se non lo ricordassi?»
«Non è accaduto, l'abbiamo protetta.»
«E Arron?»
Un impercettibile attimo di insicurezza attraverso la donna, portandola a guardarlo negli occhi: «Abbiamo protetto tutti.»
Una scintilla gli brillò negli occhi, placandogli il battito e riducendogli i tremori, fino a farli scomparire.
«E ora basta cose tristi. Andiamo a prenderci una boccata d'aria» esclamò Leah alzandosi dal letto e sistemandosi la gonna: «C'è un ragazzino arrogante che mi ha dato della vecchiaccia. Vediamo se riesco a fargli cambiare idea» appiccicandogli un occhiolino sulle guance arrossate.
≈ ≈ ≈
Canticchiava stringendoselo forte a braccetto, e il sorriso stampato in faccia. All'opposto era il suo cavaliere: impacciato e teso come una corda di violino.
Colpi di basso e kick si erano fatti via via sempre più presenti lungo il tragitto, portando Nowel ad esclamare: «È quello che penso?»
«Che cosa pensi?»
«Che non guarderò più i militari allo stesso modo» facendo ridere Leah che si staccò dal braccio, spalancando le porte che avevano davanti e urlando: «È qui la festa?!»
La musica si era fatta assordante, così come le luci si erano tramutate in laser colorati e flash a intermittenza.
«Leah!» urlò un ragazzo alzatosi dal divanetto con la foga di una valanga. «Hiden!» abbracciandolo.
«Se metterai su ancora un po' di muscoli mi servirà un altro paio di braccia per abbracciarti.»
«190 Kg di stacco. Solo perché ho finito le piastre» ridendo insieme. «Sei dei nostri stasera?»
«No, ma ho portato un valido sostituto» facendo cenno al ragazzo di avvicinarsi: «Lui è Nowel, è nuovo di queste parti. Trattatemelo bene.»
«A cosa serve essere scolpito come un dio greco se alla prima occasione te la svigni con un altro» replicò incalzando le parole della donna, mostrando i muscoli.
«Lo sai che ho occhi solo per te» lanciandogli un occhiolino, prendendolo in parte e abbassando il volume della voce.
Gli bisbigliò nell'orecchio finché Hiden non esclamò: «Sei sempre la solita» dandogli una pacca sulla schiena e spingendola verso il bancone del bar. In un lampo gli fu messo davanti uno shottino di Baileys, e alla stessa velocità lo trangugiò, rispingendosi tra le braccia di Nowel.
«Ti lascio nelle mani di Hiden. Non lasciarti intimorire, è più buono del pane.»
«N-Non avevi detto che restavi?»
«Ho detto che volevo farti cambiare idea,» stringendosi al suo braccio, dandogli il colpo finale con un bacio sulla guancia, «direi che ci sono riuscita.»
Leah scappò via, salutandolo con la mano, seppur così rintronato da non accorgersene, così come non si accorse di essere appena stato oscurato dai laser da una figura immensa, riversante su di lui un paio d'occhi grandi e minacciosi.
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CHAKRA Vol.1-2-3
AventuraMeritavi tutto questo? Urlalo al destino che ti ha spinto fin qui, che ti ha portato via tutto: PERCHÉ MI HAI FATTO QUESTO!? E gridalo che sei egoista, che se lo prenda qualcun altro tutto il male che ti schiaccia: PERCHÉ PROPRIO A ME!? Trova il cor...