Come a little closer

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Manuel si svegliò di soprassalto con il suono insistente della vibrazione del suo cellulare contro il comodino. Aprì gli occhi e si rese conto di non aver nemmeno chiuso le persiane la sera prima. Non ricordava il momento preciso in cui si era addormentato, ma ricordava che pensava e ripensava, rigirandosi nel letto, al suo bacio con Simone. Sentiva ancora la presa salda del più piccolo alla sua maglietta, le labbra morbide e calde sulle sue, le sue dita che si stringevano nei ricci di Simone, il fiato corto, il battito accelerato. Scosse la testa e si passò una mano sugli occhi. Il cellulare smise di vibrare. Si era addormentato con quella scena in testa, nella speranza che Chicca rispondesse al suo messaggio, risposta che però non era arrivata.

Prese il suo telefono dal comodino, erano le 9.35 del mattino e notò che la chiamata persa era proprio di Chicca. Cliccò sulla notifica in fretta e richiamò la sua amica, doveva parlarne con qualcuno o avrebbe perso chissà quante notti ancora dietro a quel pensiero.

"Manuel! Ma che succede? Ieri sera dormivo, ho letto poco fa il tuo messaggio" disse Chicca tutto d'un fiato dall'altro capo del telefono

"Chì, te devo raccontà una cosa, vediamoci per colazione te prego" rispose lui con la voce ancora assonnata

"Mi devo preoccupare?" Chiese allarmata la sua amica che nel frattempo stava già indossando il cappotto per scendere di casa

"No no, però vieni al bar qui sotto casa mia"


Chicca arrivò al bar quasi correndo dopo un quarto d'ora. Trovò Manuel già seduto all'interno e si fiondò a sedersi di fianco a lui "Oh" soffiò.

Manuel alzò lo sguardo "Ieri sera dopo che ti ho accompagnata, Simone mi ha baciato" confessò.

Chicca si portò entrambe le mani alla bocca in segno di stupore e "Oddio!" Disse emettendo un grido emozionato "Tacci tua, m'è preso un colpo! O sapevo io che je piacevi me lo sentivo! Ma che è sta faccia scusa lui non ti-"
"Me piace. Sì. Tranquilla. Però, Chì. È scappato via. Mi ha ficcato la lingua in bocca, mi ha detto buonanotte ed è andato via" disse Manuel torturandosi le mani

"Lo sai che Simone non è un tipo molto loquace, Manuel. Ma raccontami altro, scusa, così non capisco!"

"Non s'è preso manco il disegno" continuò Manuel come se Chicca non avesse parlato, sembrava parlasse da solo mentre fissava il soffitto

"Disegno? Ma de che parli? Mi spieghi?" 

Manuel raccontò a Chicca del disegno che Manuel aveva fatto in Piazza del Campo, del fatto che Simone lo avesse visto e di come poi gli avesse chiesto di regalarglielo, prima di baciarlo e andare via.

"Sorvoliamo sul fatto che me hai ignorata nel disegno perché mo n'è importante. Ma ora hai una scusa per scrivergli no? Magari viene a casa tua a prenderselo o gli offri un caffè e glielo porti ad un bar no?" Suggerì la ragazza

"Chì ma sembro no scemo così" alzò gli occhi al cielo Manuel

"Ma che scemo oh! Ti ha baciato Manuel!" Sorrideva Chicca, questa storia del bacio la stava divertendo parecchio

"Te diverti? Io voglio morì qua, adesso"

"Dai, dammi il telefono, gli scrivo io" disse Chicca poggiando il palmo aperto sul tavolo

Manuel si sentiva un ragazzino, ma acconsentì, porgendo il suo cellulare alla sua amica e sporgendosi in avanti per vedere cosa stesse scrivendo.

"Va bene così?" Chiese poi Chicca. Manuel sospirò e girò lo sguardo nella direzione opposta.

"Fatto!" Allora urlò Chicca battendo una mano sul tavolo
"Chì ma che cazzo! Non ti ho manco risposto" a Manuel aveva iniziato a girare la testa e a martellargli il cuore.

Sindrome di StendhalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora