La scia di luce che porti con te

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"Non ridere, Chì, te prego mi devi aiuta" implorò Manuel lanciando l'ennesima camicia per terra.

Chicca e Manuel erano in camera di quest'ultimo. La ragazza seduta sul bordo del letto e Manuel cercava insistentemente qualcosa di bello da mettersi all'interno del suo armadio.

Manuel, dopo due settimane dal bacio con Simone e dopo essere usciti varie volte ma sempre in compagnia di amici, si era deciso a invitare Simone a un appuntamento.

Glielo aveva chiesto un giorno a casa del più piccolo. Manuel era andato da lui per dargli il famoso disegno che gli aveva fatto a Siena a cui Simone non aveva smesso di pensare neanche per un giorno e, dopo averlo visto mentre piegava il foglio e lo infilava nel suo portafogli

"Esci con me?" gli aveva semplicemente chiesto. Di getto, senza pensarci molto come quando lo invitò agli Uffizi o a Siena. Anche l'uscita agli Uffizi in un certo senso Manuel lo aveva considerato un appuntamento, ma allora non era ancora successo niente tra di loro. Adesso invece sì, si erano baciati più volte e passavano la maggior parte del loro tempo libero insieme. A chiacchierare, a darsi il tormento col gioco del tondino, una scusa usata da entrambi per potersi sfiorare in qualsiasi momento, a parlare di film e musica, arte e letteratura.

"Un appuntamento?" sorrise Simone

"Un appuntamento" rispose Manuel sorridendo di rimando

"Mi piacerebbe molto, sì" annuì Simone con un sorriso che gli illuminò gli occhi e gli arrossò le guance.

E quel giorno era arrivato, tre giorni dopo averglielo chiesto. Manuel non sapeva dove sbattere la testa e Chicca era corsa in suo soccorso, ma non poteva fare a meno di sorridere nel vedere il suo amico nel panico più totale riguardo a cosa indossare. Sapeva benissimo anche lei che i vestiti erano solo una scusa per sfogare l'ansia, ma che in realtà tutta quell'agitazione dipendeva dal fatto che Manuel non usciva con qualcuno che gli piaceva da un sacco di tempo, perché semplicemente non gli piaceva qualcuno da tempi immemori.

"Lui sarà sicuramente stupendo, io me sento no scemo. La gente ci vedrà e dira ma che ci fa un ragazzo bellissimo come lui insieme a quello li" disse Manuel mentre continuava a cercare un paio di pantaloni che gli stessero bene "Ma poi co sti capelli ndo vado"

"Manuel" lo ammonì Chicca "A parte il fatto che sei stra fregno to dico sempre e mica solo io, poi pensi davvero che tu a Simone piaci solo per il tuo aspetto? O che voglia uscire con te solo perché sei bello? Io fino a venti giorni fa Simone l'avevo sentito parla tre volte in due anni. Tu gli fai bene, Manu" si alzò dal bordo del letto per andargli incontro e afferrargli le braccia con entrambe le mani. Lo sguardo di Chicca era dolce e fiero.

"Forse c'hai ragione, Chì. E che mi sento così agitato, non so che me prende, è come se ogni emozione sfuggisse al mio controllo" ammise Manuel rilassando le spalle con un sospiro

"Hai una cotta bella forte, Manu. E ci tieni a Simone, vuoi che stia bene. So come sei quando non ti interessa qualcuno e il tuo atteggiamento non è questo. Rilassati. E metti quella camicia coreana verde militare co quei jeans chiari, sei spaziale" sentenziò Chicca

"Grazie, sei splendida" le prese il viso tra le mani e le schioccò un bacio sulla fronte
"Posso annà a casa o te devo accompagna fin sotto casa de Simone pe sta sicura che ce vai?" Chiese per prenderlo in giro la sua amica

"Te ne puoi annà serena vai va" le rispose Manuel dandole una leggerissima spinta col braccio.


Sindrome di StendhalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora