Epilogo

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Due anni dopo...

"Manu, sto arrivando, finalmente, non ce la facevo più"

Simone era imbottigliato nel traffico di Roma da mezz'ora, ma era finalmente a pochissimi km da casa quando rispose alla telefonata di Manuel con l'auricolare premuto contro l'orecchio perché i clacson non gli facevano sentire niente.

"Va bene amò, moviti che me manchi"

"Anche tu"

Erano tornati a vivere a Roma da un anno. Simone, dopo il diploma al Centro di Restauro, aveva preso parte a un importante progetto di restauro nel centro di Roma e Manuel era riuscito ad avere una cattedra nella capitale. Sembrava che tutto il mondo si stesse allineando per non separarli e loro, da ormai quasi tre anni, di separarsi non ne avevano proprio intenzione. Avevano lasciato Firenze a malincuore. Quella città aveva significato tutto per entrambi. Ma erano sin da subito stati pronti ad affrontare un nuovo capitolo della loro vita, e, nonostante Roma fosse la città di entrambi, per loro era come ricominciare tutto da zero. Un lavoro nuovo, una nuova casa in cui vivere, nuove abitudini, una nuova quotidianità, Roma sembrava una città diversa per tutti e due.

Erano spaventati di lasciare la loro quotidianità a Firenze, ma sapevano benissimo entrambi che il sentimento che li legava fosse più forte di qualsiasi altra cosa

Simone parcheggiò la sua auto sotto casa e salì di corsa le scale, Manuel se ne stava sdraiato sul divano e Simone lo raggiunse immediatamente

"Ciao, amore mio, com'è andata la giornata?"

"Bene, anche se sono stanco, la tua?"

"Adesso è perfetta"

Sorrise Manuel nel pronunciare quelle parole. Era la verità, e quello scambio di frasi a fine giornata era ormai il loro saluto rituale quando, di ritorno da giornate particolarmente faticose, finalmente si ritrovavano l'uno tra le braccia dell'altro, sdraiati sul divano.

"Te se ricordato de prende le ferie per settimana prossima?" chiese Manuel mentre accarezzava i capelli di Simone

"Per cosa?" chiese Simone alzando la testa di scatto e sgranando gli occhi

"Ma come per cosa Simò, dobbiamo andà a Firenze, Chicca e Matteo se sposano, ma che davero lo hai dimenticato amò?" rise Manuel

"Oddio è già settimana prossima...no - no non lo avevo dimenticato, giuro, le ferie le ho pure chieste, ma ho completamente perso la cognizione del tempo...ho bisogno di riposare" piagnucolò Simone affondando dinuovo il viso nel petto di Manuel

"Sono d'accordo...passi troppo tempo lontano da me e - aggiungo - non scopiamo da ben tre giorni e Manuel vorrebbe davvero davvero tanto scopare..." sussurrò piano nell'orecchio di Simone mentre faceva scendere la sua mano dai ricci del suo ragazzo fino al suo fondoschiena.

"Come sei volgare, Manu..." rise Simone senza muoversi però da quella posizione "Mi fai un massaggio alla schiena prima?" chiese poi

"Ottima idea, amore, ho visto un botto de film comincia così" rispose Manuel mentre si posizionava seduto a cavalcioni su Simone che nel mentre era sdraiato a pancia in giù sul divano

Gli sfilò il maglione e iniziò a massaggiargli piano piano la schiena, le spalle mentre Simone emetteva dei lievi versi di assenso

Ah, che bello

Sì sì, proprio lì, amore, bravo

Mentre a Manuel il suo pantalone della tuta stava cominciando ad andare già un po' stretto, si piegò e iniziò a lasciare una scia di baci sul corpo di Simone, partendo dal neo sulla nuca, sulle sue spalle fino alle fossette di Venere.

Sindrome di StendhalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora