You're here, there's nothing I fear

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tw: smut


"Buongiono, amore. Come stai?"

Manuel era seduto al bordo del letto, aveva dormito anche quella notte a casa di Simone, non era intenzionato a lasciarlo solo neanche un minuto e Simone, tra l'altro, ne era ben contento, tanto da svegliarsi quella mattina con un sorriso sul volto e "Bene, davvero bene" rispondere alla domanda del suo ragazzo. Manuel si piegò in avanti per lasciargli un bacio sulle labbra e accarezzargli dolcemente il viso

"Ti ho già preparato il caffè, vado ad accendere la moka" gli posò un bacio sulla fronte e si alzò per andare in cucina.

Simone lo raggiunse pochi minuti dopo, gli occhi ancora non del tutto aperti, mentre se li stropicciava con le mani e continuava a sorridere tra sé e sé alla vista di Manuel indaffarato ad apparecchiare la tavola per entrambi per la colazione.

"Ti sei svegliato tanto prima di me?" chiese Simone mentre prendeva posto a tavola

"Non tanto, una mezz'ora prima" sorrise Manuel mentre versava il caffè dalla moka nelle tazzine "Quando dormi sembri un gattino e questa cosa mi fa molto sorridere dato che sei alto praticamente due metri, ma ti accoccoli su te stesso e fai quella cosa lì col naso mentre ti muovi sul cuscino e sei davvero tenero" continuò Manuel.

 Simone arrossì "Dai, Manu" rise "Piuttosto vuoi dirmi perché stanotte ti sei alzato almeno cinque volte per andare a fumare al balcone? Ti ho sentito sai? Mi sono così tanto abituato a dormire con te che quando non ci sei sento freddo e mi sveglio...vuoi dirmi perché non riuscivi a dormire?" chiese Simone che, nonostante volesse mantenere il punto, era ancora imbarazzato dal paragone col gattino. 

Manuel poggiò la moka sul tavolo e si passò una mano sul viso, aveva cambiato espressione.

"Simo, io...sono profondamente dispiaciuto. Tutto quello che è successo ieri, insomma, in questo mese, è colpa mia. Se non avessi conosciuto me..." iniziò Manuel torturandosi le mani e guardando in basso, Simone si alzò dalla sedia per avvicinarsi a lui, i suoi occhi ancora un po' assonnati si spalancarono di colpo, si fissarono in quelli di Manuel

"Manuel, no, non lo dire nemmeno per scherzo...Andrea mi pedinava da mesi, ciò che ha fatto lo ha iniziato a fare molto prima che conoscessi te. E poi...Manuel..." Simone vide che Manuel aveva cominciato a piangere e gli prese le mani tra le sue

"Manuel, ascoltami. Io prima di conoscerti ero solo, solo e triste. Una solitudine e una tristezza che mi ero inflitto da solo, pensando di meritarmela, pensando che così se non avessi frequentato nessuno, nessuno avrebbe pensato di abbandonarmi. Tu...tu mi hai dato la forza di fare tante cose che non facevo più da tempo. Mi sono fidato di te dal primo giorno che ti ho incontrato e non hai idea di quanta paura mi abbia fatto questa cosa ogni giorno, ma più passavano i giorni più capivo che non dovevo avere paura, non di te. Nessuno era entrato in questa casa prima di te, a nessuno avevo raccontato di mio padre come l'ho raccontato a te, non avevo qualcuno che mi chiamasse quando sparivo, nessuno pronto a fare qualcosa per difendermi, a rischiare di prendersi un pugno pur di proteggermi. Tu mi hai ridato indietro la vita, Manuel. Me l'hai ridata con naturalezza, senza pretendere mai niente in cambio, grazie a te ora ho un ragazzo, degli amici, sorrido la mattina quando mi sveglio, condivido il letto e la colazione con qualcuno. Io...io - da quando ci sei tu non ho più paura di niente"

Simone stringeva le mani di Manuel tra le sue, era vicino un palmo dal suo viso, gli aveva parlato sulle labbra, come se sperasse che il soffio emesso dalle sue parole entrasse poi nella bocca di Manuel e gli raggiungesse il cuore, che gli si imprimesse su.

Manuel prese il viso di Simone tra le sue mani e lo baciò, dapprima piano, poi con più foga, Simone gli cinse il collo con le braccia, accompagnò quel bacio che sapeva di quotidianità e caffè, di prima mattina e di consuetudini. Non ebbe bisogno di rispondergli, Manuel, non sapeva neanche bene cosa rispondere, era la prima volta che Simone esponeva a cuore aperto i suoi sentimenti per lui. Aveva avuto modo di capire cosa provasse, ma sentirselo dire, dopo giorni in cui pensava di essere stato invece la causa del suo male, aveva spento come un interruttore ogni sua insicurezza. Dondolavano in quel bacio, aggrappati l'uno all'altro, nel giorno dell'ultimo dell'anno che avrebbero salutato insieme quella sera.

Sindrome di StendhalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora