Capitolo 7

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Lexa era seduta sopra un ramo, stringendo forte a sé una liana, nel vano tentativo di avere conforto, qualcosa su cui reggersi per alleviare la sua mente affollata e confusa.

Sentì qualcuno avvicinarsi, riconobbe il passo della madre ma non si voltò, non aveva il coraggio di guardarla. Di rivedere lo sguardo deluso, continuò a guardare pensierosa il tramonto davanti a lei.

« Sono tanto confusa» confessò dopo minuti di silenzio col capo abbassato.

Indra sospirò

« Vieni con me.. C'è una cosa che avrei dovuto mostrarti da tempo» disse piano, quasi in un sussurro, voltandosi e camminando verso la casa sull'albero, seguita da sua figlia.

Quando arrivarono si era fatto buio, Lexa entrò e sbalordita si guardò intorno. La casa ormai ra ricoperta di rami, foglie, muschio e radici, ma continuava ad essere come Indra l'aveva lasciata l'ultima volta. Mentre si guardava intorno, Lexa si avvicinò alla sua vecchia culla e prese la copertina su cui era stata avvolta da piccola, come sua madre all'epoca camminando verso dietro pestò la foto. Curiosa la prese e dopo che la pulì dalla polvere, vide le persone ritratte e rimase scioccata. Vedeva un uomo, suo padre, lei da piccola e sua madre, spalancò gli occhi vedendo che quest'ultima le assomigliava moltissimo

« Questa sono io» disse con tono flebile, Indra si limitò ad annuire « E questo è mio padre e... e mia...» ma non riuscì a finire la frase, le parole le morirono in gola e si voltò verso Indra che, con un'espressione neutra, disse

« Ora lo sai. Lexa... Io voglio solo che tu sia felice, qualunque cosa tu decida» sorrise appena e se ne andò fuori, lasciando la figlia a pensare da sola.

Lexa la guardò uscire e tornò a guardare la foto " Clarke ha ragione, io appartengo a loro. Per tutta la vita mi sono sempre chiesta cosa ci fosse di sbagliato in me e finalmente l'ho capito" pensava. Mentre guardava la foto un'altra realizzazione le balenò in mente " Lei non è mia madre, questa nella foto lo è... Eppure tutto questo mi sembra sbagliato. Io non conosco questa donna.. Indra è mia madre, lei  mi ha protetto, cresciuta, nutrita e amata per tutta la mia vita. Lei è mia madre. Ma non posso rimanere qua anche se vorrei. Devo andare via. Se rimango non rivedrò mai più Clarke, il branco mi guarderà e tratterà in modo più diverso da quanto già non l'ho facesse prima, ora che ho attaccato Gustus. Non posso continuare così" si disse posando la foto e trovando dei vestiti lì vicino.

Indra era seduta fuori che aspettava, speranzosa che la figlia rimanesse, ma quando la sentì avvicinarsi con un passo diverso dal solito capì, si voltò con gli occhi lucidi, la vide uscire dalla casa con lo smoking e le scarpe, in piedi come gli stranieri.

Indra era seduta fuori che aspettava, speranzosa che la figlia rimanesse, ma quando la sentì avvicinarsi con un passo diverso dal solito capì, si voltò con gli occhi lucidi, la vide uscire dalla casa con lo smoking e le scarpe, in piedi come gli s...

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Aveva perso sua figlia, quell'adorabile piccolo cucciolo che le gironzolava intorno, che desiderava con tutto il cuore diventare una scimmia, ora era diventata come loro, come Gustus aveva detto.

Tarzan (Clexa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora