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Tsuki pov:
(5 anni prima)Camminavo per il sentiero con Ubuyashiki, ora mio padre, lo tenevo stretto per il braccio essendo che avevo paura che potesse inciampare... Il suo volto era come al solito sereno e sorridente, lo fissai, ammiravo molto la sua aurea calma nonostante le sue evidenti condizioni.
I nostri occhi si incrociarono e lui ridacchiò.
«Perchè mi guardi così?»
«Ah, scusa scusa!»
Ridacchiai anch'io.
«Mi stavo chiedendo come fai a rimanere così sereno nonostante i le tue attuali condizioni... Cioè è davvero ammirabile, davvero»
Ubuyashiki mi guardò sorpreso, poi mi sorrise.
«Beh mia cara, trovo che sorridere sia il punto di forza più potente che può esistere, per questo qualsiasi cosa ti potrà mai succedere in futuro voglio che tu sorrida»
Ci fermammo entrambi in mezzo al sentiero, lo guardai e poi annuì.
«Lo farò, promesso»
Sorrisi e anche Ubuyashiki ricambiò.
«È proprio vero quello che dicono gli altri, anche se non sei mia figlia biologica assomigli molto a me»
Lo guardai un'attimo negli occhi prima di abbracciarlo, sentì la sua sorpresa per il mio gesto, ma poi anche lui mi strinse a sé.
In quel momento aprì gli occhi, non ero più nel bosco. Sopra di me c'era un soffitto, cercai di muovermi ma mi sentivo indolenzita, poi una bassa voce parlò.
«Non ti muovere troppo, stai ferma»
Era una voce familiare, ma non ricordavo dove l'avessi già sentita. L'uomo mi aiutò a mettermi seduta e li lo vidi, era ancora lui, Muzan. Ci guardammo per qualche istante, prima che lui prese qualcosa dal comodino affianco.
«Bevi»
Avvicinò un cucchiaio alla mia bocca, io ingoiai il liquido, era una medicina?! Non capivo, perché mi stava curando?
«Bene»
Disse mentre posava il cucchiaio e prendeva un panno, strizzandolo leggermente prima di iniziare a passarmelo delicatamente sul volto.
Mi sentivo ancora abbastanza confusa e stordita, chiusi per un momento gli occhi e in quel momento lo rividi: la villa circondata dalle fiamme, le mie urla di disperazione, tutto mi ritornò in mente e per questo i miei occhi si ricoprirono di lacrime.
«Perchè lo hai fatto? Perché hai distrutto tutto ciò che amavo?»
Muzan mi fissò con uno sguardo impassibile ma con una strana scintilla di interesse nei suoi occhi.
«Provi rancore, lo capisco...»
Rispose lui con calma, poi aggiunse:
«Ma piangere sul latte versato è solo una perdita di tempo, la tua famiglia era debole e prima o poi sarebbero stati destinati a cadere»
Quelle parole mi ferirono profondamente, lui non poteva capire quanto a cuore mi stesse la mia famiglia.
«Spiegami: perché mi hai salvata?! Potevi lasciarmi morire tra le fiamme, esattamente come hai fatto con i miei genitori!»
Il dolore e la rabbia diventavano sempre più forti, provavo un forte rancore verso di lui. Le lacrime scendevano lungo il mio viso.
Muzan si avvicinò, il suo sguardo era più intenso che mai.
«Perchè vedo in te qualcosa di più... Un potenziale, che va oltre alla stupida debolezza umana»
Rimasi in silenzio, il cuore diviso tra l'odio per le sue azioni e la confusione delle sue parole.
«Definisci "stupida" la debolezza umana? Anche tu sei stato umano, anche tu almeno una volta nella tua vita avrai sofferto! E poi pure te sotto sotto hai una parte vulnerabile! Parli così solo perché probabilmente non hai nessuno a cui tieni davvero»
A quelle mie parole Muzan si fermò, il suo sguardo divenne ancora più gelido, ma con uno strano sorriso sprezzante si formò sulle sue labbra.
«Si, io ritengo che sia stupida, la debolezza è un peso completamente inutile che gli esseri inferiori portano con sé»
Si sedette sul bordo del letto avvicinandosi di più al mio volto.
«Sono stato umano, è vero...»
Iniziò con voce bassa e piena di disprezzo.
«...e ho sofferto, più di quanto tu possa immaginare, ragazzina. Ma quella sofferenza mi ha insegnato l'inutilità dell'empatia e dell'affetto, rendendomi ciò che sono oggi»
Ci fissammo intensamente, i suoi occhi che brillavano nell'oscurità.
«La mia vulnerabilità è stata sepolta insieme alla mia umanità... Tu non sei nessuno per giudicare ciò che non puoi comprendere»
A quelle parole la mia rabbia crebbe di più.
«Sei tu che non puoi comprendere, per me era a tutti gli effetti come se fossero i miei genitori biologici! Ho già perso la mia vera famiglia e adesso pure questa nuova, sono completamente sola!»
Muzan si raddrizzò il suo sguardo era ancora impassibile, non gli importava delle mie lacrime o della mia rabbia.
«Ascoltami bene, ragazzina, sarebbero stati comunque destinati a morire, proprio come te un giorno. Tieniti pure strette le tue illusioni di legami e affetti...»
Si interruppe per guardarmi con sguardo cinico per vedere la mia reazione, poi continuò»
«...voglio proprio vedere quanto a lungo ti serviranno nel mondo reale, perché mia cara prima o poi le persone se ne vanno, che sia un amico, un genitore o un amore, non durerà per sempre»
Le sue parole mi trafissero come lame, mi morsi forte il labbro inferiore mentre lui si alzò allontanandosi dal letto. Singhiozzai per via delle lacrime, sentivo come se il mio cuore fosse vuoto. Muzan purtroppo aveva ragione: niente dura per sempre, ma questo non lo perdonava di certo per ciò che ha commesso.
«Ora smetti di piangere e riposati, la medicina deve fare effetto»
Disse prima di lasciarmi dasola nella stanza, sentivo come se il mondo mi fosse crollato addosso. Lentamente mi addormentai rimanendo ancora immersa nel mio dolore, ma non sapevo che questo sarebbe stato solo l'inizio.
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You are my Angel [Fanfiction]
Fanfiction~ [PREMESSA] Da fan sfegatata dell'anime "Demon Slayer" ho deciso di provare a scrivere una Fanfiction, la storia sarà il più possibile fedele all'anime e nel caso chiedo scusa per qualche eventuale errore. ⚠️PS: non leggere questa storia se non si...