XII: Where Is She?

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***

Mizuki cresceva molto velocemente, e no, non è un modo dire. Infatti, l'età dei demoni si conta in modo diverso, rispetto a come contiamo gli anni noi umani. Il loro concetto del tempo è distorto e alterato. I demoni, esseri che trascendono le leggi della natura umana, sperimentano il tempo in modo diverso. Per questo Mizuki, dopo sole tre settimane di vita sembrava già una bambina di quattro anni.

Proprio ora ci trovavamo dasole io e lei, nella sua camera, inginocchiate a terra, Mizuki canticchiava mentre giocava con il suo peluche, e invece io le pettinavo i suoi lunghi e mossi capelli neri. Le sistemai un grande fiocco nero, guardai la pettinatura soddisfatta.

«Ecco fatto, ora puoi guardarti»

Dissi mentre prendevo lo specchio per farle vedere ciò che avevo fatto. Gli occhi di lei si illuminarono di gioia.

«Ah! È incantevole! Vi ringrazio madre»

«Mi fa piacere che ti piaccia»

Ridacchia. Mizuki si girò per potermi guardare, i suoi occhi rossi brillavano intensamente. All'inizio ero spaventata, avevo paura che per via della sua natura da demone sarebbe stata una persona senza cuore, fin da subito, ma per fortuna non era così... era il demone più dolce che esistesse. Questo mi rallegrava molto.

Mizuki pov:
(Qualche ora dopo)

S

tringevo forte al mio petto Kuro-chan, il mio peluche. Il mio respiro era abbastanza fannato, sentivo la rabbia ribollirmi dentro. Mia madre era così... Patetica.

Ogni suo gesto, ogni sua parola e risata, mi creavano solamente disgusto. Era insopportabile, odiosa!

«Maledetta...»

Mormorai, strappandomi il suo stupido fiocco dai capelli, poi schioccai le dita e gli diedi fuoco. In quel momento un sorriso si formò sul mio volto.

«Ah! Guarda Kuro-chan, sta bruciando!»

Ridacchiai, mentre guardavo il fiocco carbonizzarsi davanti ai miei occhi.

Dentro di me regnava il vuoto più totale, ero capace solo di provare sadismo. Questo ovviamente lo sa solo mio padre. Lui dice che è normale, perché è la così detta "natura da demone", ma nonostante questo sentivo che una parte di me avrebbe voluto provare altre emozioni.

Probabilmente il mio odio verso mia madre, derivava dal fatto che nonostante lei fosse un demone, avesse comunque la capacità di provare le stesse emozioni di quando era umana.

Sapevo che tipo di futuro mi attendeva, detto onestamente non mi sarebbe nemmeno dispiaciuto, ma a che costo? "Non è vita se non c'è gioia", era una delle noiose frase che mia madre mi aveva detto, ma purtroppo era vera.

Sospirai, per un momento decisi di staccare dai miei pensieri. Mi alzai e andai verso la porta, una volta uscita dalla stanza mi misi a cercare i miei genitori. Nel mentre che camminavo nel corridoio incontrai Douma.

«Ah, guarda qui chi si vede, Mizuki-chan»

Sfoggiai il mio falso sorriso, Douma era l'unico per cui provavo un minimo di ammirazione. Infondo, io e lui eravamo molto simili...

«Douma!»

Mi avvicinai abbracciandolo. Lui ridacchiò.

«Coraggio... puoi anche non fingere con me, sai?»

Mi allontanai fissandolo. Il mio sguardo vuoto diventò ancora più intenso.

«Come fai a saperlo?»

Chiesi con voce quasi gelida.

«Oh, suvvia è ovvio che io lo sappia. Riconosco i miei "simili"»

Lo guardai in silenzio. Il fatto che lo sapesse Douma non mi dava fastidio, quindi alzai le spalle.

«Capisco»

Strinsi più forte Kuro, per poi parlare.

«Hai visto mio padre e mia madre?»

Douma ridacchiò.

«Oh, si... Sono nella loro stanza. Sembrano star avendo una conversazione molto agitata»

Alzai un sopracciglio confusa, stavano litigando? Sbuffai.

«Mio dio, che odio. Inizio a non sopportarli più»

«Eddai non dire così, sono pur sempre i tuoi genitori»

«Oh ma fanculo! Mia madre è un caso perso, mente mio padre è letteralmente un fallito»

Gli occhi di Douma si illuminarono. Lui si piegò alla mia altezza.

«Quanto coraggio che hai di dire una cosa simile, è davvero ammirevole! Però...»

Si avvicinò al mio orecchio.

«Fossi in te starei più attento a ciò che dico, fidati che il tuo papà è un uomo molto crudele»

Alzai gli occhi al cielo.

«Certo vabene. Ora però vado da loro, vediamo per cosa discutono»

«Tienimi informato, eh!»

Annuì, per poi iniziare ad avanzare verso la camera dei miei genitori. Mi avvicinai alla porta, origliando la loro conversazione.

«Muzan tu non capisci, è solo una bambina! Non puoi privarle di vedere il mondo umano!»

«No Tsuki, tu non sai veramente che pericolo comporta per lei il mondo umano. Mizuki è metà demone, metà umana. Il suo destino è diverso da quello di chiunque altro»

A quelle gelide parole di mio padre, qualcosa si mosse dentro di me. Cosa voleva dire che ero per metà demone e per metà umana? Ero convinta di essere al cento percento un demone. Questo voleva solo dire che quei bastardi mi avevano semplicemente mentito.

«Ma deve conoscere entrambe le sue origini, Muzan. Non possiamo tenerla rinchiusa per sempre! Deve imparare a gestire le sue emozioni, il suo potere. Solo così potrà veramente difendersi»

«Ti ho già detto no, perché devi sempre insistere? Sono io qui che comando, non credere che solo perché sei mia moglie vuole dire che tu sia al mio pari⟩

«Eh? Ma Muzan cosa dici!»

Non volendo sentire altro mi allontanai. Sentivo dentro di me una strana emozione, qualcosa che mi faceva quasi sentire i nervi. Il mio respiro era accelerato e i miei pugni stretti. Gli odio, gli detesto!

Se mio padre crede davvero che io rimarrò qui per l'eternità, si sbaglia proprio! Voglio essere libera!

Tesi la mano avanti creando una scia di fuoco, il mio sguardo si riempì di determinazione, era strano ma vero. Non persi altro tempo e iniziai a camminare verso la scia di fiamme che avevo creato, sparendo così dal corridoio e di conseguenza dal Castello Infinito.

***

You are my Angel [Fanfiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora