XIV: Goodbye [FINALE]

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***


Mi sentii sopraffatta dalle sue parole, ma Muzan mi strinse la mano, il suo tocco fermo ma rassicurante.

«Lascia che ci provino»

Disse Muzan con un tono di sfida.

«Tsuki ha fatto la sua scelta.»

«SI, UNA SCELTA DI MERDA! STARE CON UN MOSTRO COME TE!»

Sentì il corpo di Muzan irrigidirsi dalla rabbia. Era pronto a fare a pezzi Sanemi, ma prima che lui potesse fare qualcosa io gli afferrai il braccio.

«No, Muzan aspetta! Non fargli del male»

Sanemi continuava a fissarmi, il disprezzo era evidente nei suoi occhi.

«Tsuki, non capisco come tu possa essere caduta così in basso»

Disse con voce piena di amarezza.

«Ubuyashiki ti ha accolta, ti ha dato una casa e ti ha trattato al pari dei suoi figli. E tu cosa fai? Ti alleni con il nemico! Lo stesso che ha dato fuoco alla tua famiglia!»

«Sanemi, non è così semplice...»

Cercai di spiegare con voce tremante.

«Non è semplice? Spiegamelo allora! Come può essere giustificabile allearsi con il re dei demoni?»

«Io sono innamorata, Sanemi, per questo ho sposato Muzan. Ora noi abbiamo una figlia, capisci? Una figlia. So di tutto il male che lui ha fatto, ma fidati ha un lato buono! È proprio di quello che io mi sono innamorata»

«Hai avuto cosa?! NON CAPISCI CHE TI STA ILLUDENDO?!»

Muzan intervenne, la sua voce era fredda e tagliente come una lama.

«Non hai il diritto di giudicare ciò che non comprendi, Hashira. Tsuki è mia moglie ora, e farò di tutto per proteggerla»

Sanemi scosse la testa incredulo.

«Tu non proteggi nessuno. Tu distruggi tutto ciò che tocchi. E invece te, Tsuki, sei cieca se non lo vedi»

«Sanemi, ti prego...»

Dissi tentando di calmare la situazione, ma la sua rabbia era incontenibile.

«No, Tsuki, non starò a guardare mentre distruggi la tua vita per lui. Non lascerò che Muzan vinca»

Gli occhi di Muzan si strinsero

«Vuoi combattere, Hashira? Pensi davvero di poterci fermare?»

Sanemi serrò i pugni, ogni muscolo del suo corpo era teso.

«Farò tutto il necessario per fermarti, Muzan. Anche se questo significa combattere anche contro di te, Tsuki»

Le sue parole mi ferirono profondamente, ma prima che potessi dire qualcosa, Sanemi estrasse la Katana. La lama scintillava alla luce della luna, pronta a colpire.

«Taglierò la testa ad entrambi, anche a costo di morire»

Muzan mi guardò per un momento, poi mi spinse delicatamente dietro di sé, fissando Sanemi con occhi pieni di odio.

«Se è un combattimento che vuoi, Hashira, è un combattimento che avrai»

Sanemi non attese un secondo di più. Con un grido di guerra, si lanciò verso di noi, con la sua katana pronta a colpire.

Entrambi fecimo un salto all'indietro, schivando il colpo. Sanemi sembrava fuori di sé, era completamente preso dalla rabbia. Continuava ad attaccare con velocità, senza mai fermarsi.

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