Capitolo 2 (Louis)

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Mi voltai di scatto nel veder quel grosso pesce (che di pesce aveva soltanto gli arti inferiori) e mi venne voglia di strofinare gli occhi per controllare meglio, ma il vetro del casco impediva tutto.
Le sue mani, mi soffermai su di esse.
Erano grandi, erano simili alle mie. Anche il suo petto era umano e dovetti aspettare un po' prima di prendere l'abitudine di guardarlo. Ma andando con lo sguardo in giù era una cosa mai vista, quasi da pelle d'oca.
«Lasciami!» urlai, scalciando via nonostante la sua presenza.
Zayn sembró andare in panico, inizió a parlare velocemente, cercando di capire che stesse succedendo qui in basso.
Quel pesce si avvicinó prima alla gabbia, poi a me, cercó di allungare il braccio verso il cofanetto e di toccarlo con le punta delle dita. Era soave nei movimenti.
Deglutii.
Data la sua distrazione decisi di andare contro il suo "corpo", afferrandolo per i fianchi e stringendolo quasi a fargli male, per costringere il suo corpo a stare contro la gabbia, pronto a spingerlo dentro.
Nel tentativo di liberarsi, il pesce non faceva che sbattere la coda contro il mio corpo. E dovevo ammettere che nonostante ci fosse la tuta a proteggermi, sentivo lo stesso quella strana sensazione. «Rivoltante» sbraitai, mentre cercavo in tutti i modi di prenderlo con forza e chiuderlo dentro, insieme a quel cofanetto che tanto amava.
Ingenuo, nel vedere la gabbia aperta, non ci pensó un attimo e con un colpo di coda entró dentro, afferrando il cofanetto e voltandosi per tornare indietro. Ma il suo viso andó contro le sbarre e non mi trattenni dal dirgli:
«È troppo tardi, pesciolino» con un tono quasi di sfida, aggrappandomi a quelle barre di metallo che, lentamente, ci stavano portando alla barca.
Era la prima volta che vedevo quel viso, mi soffermai su quella parte di lui/esso perchè eravamo proprio a pochi centimetri di distanza.
Occhi chiari, verdi. Lucenti e brillanti. Forse per il riflesso del mare, forse per i fondali. Lo stesso colore della coda, anch'essa teneva delle sfumature più scure, come le Sue iridi. Allungai una mano verso la tasca, prendendo la macchina fotocamera e scattando una, due, tre foto.
Il ragazzo svenne.

Underwater. (I can breathe)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora