J.K.

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"Fate come gli alberi:
cambiate le foglie,ma
conservate le vostre radici. Quindi,
cambiate le vostre idee ma
conservate i vostri princìpi"

~Victor Hugo







J.K. Pov's

Io sole è caldo sulla mia pelle fredda.
Quando sono in grando di pensare penso a com'era prima.
Il sapore ferreo del sangue ancora sulla mia lingue e ogni parte di me.
Le mie labbra rosse sporche di sangue.
La mia bellissima maglietta ora è ridotta in brandelli,sporca,piena di terra mista al sangue nuovo e vecchio.
I miei pantaloni sono sporchi e strappati.
Il mio odore,una volta sempre profumato ora è disgusto. Puzzo.
Ho dei vuoti di memoria di quello che ho fatto ieri, l'atro ieri,4 giorni fa,1 settimana fa e così via.
Ho dei terribili vuoi di memoria e ogni volta mi ritrovo con più sporco addosso,con più sangue addosso,con più pensieri di prima,con più paura di prima,sempre meno me.
Inizio a correre.
Corro.

Emma pov's

Ancora un'altro giorno era finito e un'altro giorno era arrivato,avevo perso il conto di quanto tempo il mondo era così. Oramai mi sembrava questa la normalità:scappare, fuggire,soppravivere,dormire a turni, avere paura, nascondersi,guardarsi attorno,essere solo noi.
Iniziai a fare una lista nella mia mente di quello che nella mia vita era cambiato dall'esplosione
1-la mia famiglia
2-La scuola
3-Lo studio
4-Le compagnie
5-Il telefono
6-La mia mentalità
7-tutti quanto
Era cambiato tutto.
Cose che prima mi sembravano essere ovvie erano diventate incertezze.
Nulla era certo.
Non sapevo se veramente il rifugio esisteva,se la cura era vera,se tutto sarebbe tornato come prima,se tutti erano diventati quegli esseri o qualcuno era rimasto umano.

Ares pov's

Osservavo la città in rovine davanti a me,era lo stesso clima che c'era in guerra.
Mi venivano in mente brutti ricordi. La mia mano andò involontariamente sulla mia cicatrice Alex lo notò subito e la sua mano scivolò sulla mia spalla massagiandola.
Mi guardò e fece uno dei suoi sorrisi che mi tranquillizzò all'istante,tolsi la mano dalla cicatrice e continuai a camminare.
Tra le case c'erano dei corpi privi di vita,schizzi di sangue sulle pareti,sulle auto, ovunque.
La puzza era tremenda.
<<Tenete gli occhi ben aperti. Ci sono tanti corpi qua>>disse Jeremy guardandosi attorno.
Mi avvicinai a uno di loro e lo toccai,era ancora caldo e il sangue usciva calmo dal suo corpo.
<<Chiunque è stato è passato da qui da poco,massimo un giornoa credo poche ore>> dissi io guardando i miei amici
<<Dite che è meglio passare dietro la città?>> Chiese Emma portandosi le braccia al petto e incrociandole <<no, da laggiù passa un fiume e se vogliamo passare dall'altro lato dovremmo comunque attraversare la città>>disse Alex guardando una cartina.

Continuammo per la nostra strada con gli occhi e le orecchie ben aperte,la mano pronta sulle pistole e le altre armi a portata di mano.
Guardavo ogni singola strada per farmi un piano di fuga mentale,avevo pronto ogni cosa nel minimo dettaglio.
<<Non fermiamoci,usciamo da questa città prima che faccia notte>>disse Emma e aveva ragione. Di notte meglio non starci in questi posti.
Ogni rumore ci faceva soddalzare,ogni ombra ci faceva stringere di più le armi.
Ogni passo ci faceva dubitare.
Ogni cadavere ci faceva salire la paura.
Ma continuavamo a camminare verso il nostro futuro.

Ore e ore ecco cos'erano passate.
Abbiamo visto centinaia di persone,anzi di cadaveri. L'intera città sembrava essere là con le proprie interiora sparse sul cemento o sulle pareti.
Sembrava come se stessero scappando.
Vicino ai cadaveri c'erano valige,borsoni, buste,ecc.
Macchine piene,porte spalancate.
Dove stavano andando e perché? Perché ora?

Il nostro cibo era quasi giunto al termine ma non volevamo in alcun modo entrare in un negozio dove non si sa cosa puoi trovare tra i fagioli e il tonno.
C'erano molte buste della spesa atterra ma avevamo paura che fossero contanti da qualcosa.

<<Secondo voi sarebbe una cosa positiva prendere un'auto?>>chiese ad un certo punto Alex ma nessuno gli rispose.
In tutte le auto che avevo visto,quelle che eravamo passati vicino a tal punto da vederci dentro e lontane,ma con cadaveri così chiari da vederli da metri e metri,avevano al noto interno cadaveri più nuovi o più vecchi na pur sempre cadaveri.
Non sarebbe una cattiva idea un auto ma ora era una cattiva idea,troppo rumore,troppi odori,daremo troppo nell'occhio.

Era quasi arrivata la notte e tutto quello che portava con essa.
Eravamo stanchi ma volevamo andarcene il prima possibile,tutti quanti.
Finalmente vedevamo una via d'uscita,stavamo per lasciare tutto quanto alle nostre spalle,tutti quei cadaveri,tutto quel sangue,tutta quella rovina,tutti quei rumori,tutta la città con i suoi misteri e i suoi buchi neri.
Non credo che volessi sapere la verità o almeno non in questo momento. La verità potrebbe essere peggio di quello che credo e non voglio saperla,voglio credere che ci sia un rimedio a tutto questo,che ci sia una cura,che ci siano altre persone oltre a noi.
Lo spero con tutto il cuore.
La guerra era terribile, l'unica certezza che avevo erano i miei compagni di squadra, per esempio,Loris riusciva sempre a rallegrare tutti,Max preparava dei piatti squisiti, Matthew ci recitava sempre Manzoni,Omero e
Valérie Perrin, Alejandro cantava sempre,lo si vedeva canticchiare anche nel carro armato.
Loro erano non solo la mia squadra ma anche la mia famiglia.
Ma ogni guerra ha le sue vittime e nessuno ne è uscito illeso,chi più e chi meno.
Spero che siamo ancora vivi.

Il rumore dei passi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora