non siamo soli

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Emma pov's
Stavo ascoltando la radio girando dei canali,delle frequenze,cercando qualsiasi cosa.
Era sulla frequenza 36,la stavo ascoltando da un paio di minuti ma proprio quando decisi di andare avanti sentii un rumore così schiacciai un bottone e parlai <c'è qualcuno?>la mia voce tremava

Aspettai ancora <si,passo>rispose qualcuno
Era la voce di un uomo,di mezz'età presumibilmente,era una voce rauca

Il mio cuore esplose dalla gioia.
c'era qualcun'altro salvo oltre a noi,pensai
<Ragazziiii corrette immediatamente qua>dissi chiamando gli altri che arrivarono in pochissimo

<Chi sei?>disse la voce di quest'uomo
Il volto dei miei amici si illuminò
Schiacciai un bottone e parlai <mi chiamo Emma Foxs,qui con me ci sono Luke Jones, Alex Smith, Martina Russo e Jeremy Patel>dissi io
Jeremy mi tirò una gomitata <non sai chi sono,non puoi dirgli i nostri nomi,per intero poi>
Bhe infondo aveva ragione
<Lei chi è?>dissi io
<Mi chiamo Andrew Miller >disse lui <state bene,ragazzi?>disse dinuovo lui
<Si,stiamo bene>disse io
Jeremy mi spostò e schiacciò il bottone per parlare <sa quando finirà?>la sua voce era fredda come il ghiaccio, più che una domanda sembrava un'esclamazione.
<No.Sappiamo, anzi,crediamo che il gas si esaurisca tra un'altro paio di settimane,forse un mese o di più..>disse lui con un tono di malinconia nella voce ma che nascondeva molto bene
<Però non sappiamo bene cosa ci attenderà una volta finito. Alcuni di noi credano zombie,altri fuoco, altri il nulla più totale,altri invece pensano che non sia cambiato nulla. Non possiamo saperlo>disse lui
<Dove vi trovate?>disse Alex
<Siamo in Minnesota.>disse lui<voi?>
<Noi siamo a Chicago>dissi io pensando alla distanza
<Bella passeggiata >disse l'uomo ironicamente
<Tra circa un mese noi proveremo ad uscire,ci faremo risentire>inizio a parlare l'uomo<abbiamo sentito che poco distante da noi c'è un posto dove dicano sia già finito tutto, è dall'altra parte del lago dove siamo noi>continuò<aspettate cerco le coordinate> detto questo si sentirono dei rumori di carte e oggetti vari <trovate>
Luke mi passò un foglio e una penna <ci siamo>dissi io
<47,1184801, -94,3020886>dettò lui piano così che lo potessi scrivere
<Scritto>dissi io
<Bene,noi andremo là.Ci faremo sentire>disse l'uomo<d'accordo>dissi io

<Vi fidate?>disse Jeremy mentre eravamo tutti seduti al tavolo a bere del tè, almeno quello l'avevamo
<No,ma forse è l'unica cosa possibile per salvarci>disse Luke poggiando la tazza sul tavolo
<Io si. Perché dovrebbero mentirci?>disse Marty
<Io per niente>disse Jeremy,bhe lui si fidava solo di sé,almeno credo.
<Io non saprei. Da un lato non mi fido ma dall'altro penso che questo è la nostra unica scelta>disse Alex,bhe io concordavo con lui
<Secondo te,Emma?>disse Martina e tutti si girarono verso di me
<Non lo so>non lo sapevo veramente<come dice Alex,da un lato non mi fido perché potrebbe essere una trappola,ma dall'altro bhe perché dovrebbero tenderci una trappola>dissi io con una voce pensante
Tutti fecero capire che erano d'accordo con me
<Ma cosa intendete fare?>disse Jeremy
<Bhe aspettiamo un'altro po' di tempo. Settimane,un mese,di più. Non saprei ma sicuramente non ora>dissi io

Jeremy pov's

Erano andati tutti a letto.
Sentivo il russare di Alex,le chiacchere di Luke e Martina;stavano parlando di torte e gelato. Sono proprio strani quei due.

Io ero ancora seduto al tavolo a pensare e disegnare.

Il disegno mi piaceva da quando ero molto piccolo. Tutti i miei vecchi amici,i miei genitori, i miei nonni, soppratutto la mia dolce nonna,mi chiamavano "il Michelangelo di casa"
Io amavo quel nome
Ma poi diventò "smetti di fare Michelangelo e studia" "i sogni sono per i perdenti" o cose de genere
Ma mia nonna,lei,credeva in me
Aveva tutti i miei disegni appesi nel corridoio della sua casa e ogni volta che qualche sua amica andava a casa sua a trovarla, persino quando andava il medico o il postino,li portava davanti a quei disegni e diceva "questi qua sono fatti dal più bravo artista di tutti,non è famoso ma presto lo sarà".
Ogni volta che i miei mi buttavano giù io mi ricordavo la voce di mia nonna così riprendevo la matita e un foglio e facevo un bel disegno e glielo portavo.

Ultimamente,da quando è successo tutto questo, io non impazzisco perché sento la voce di mia nonna che mi rassicura ma anche perché lei la fuori non c'è più perciò non ho tutta quella voglia di uscire e tornare nel mondo.

Passai un paio d'ore a disegnare
Luke e Martina non si sentivano più chiacchierare,si saranno addormentati.
Chiusi il quaderno e rimisi le matite e la gomma nell'astuccio,ormai avevo solo lo zaino con il quale ero andato a scuola quel giorno.
Misi la tazza a posto e mi alzai.

Stavo andando a dormire quando dei rumori catturarono la mia attenzione,provenivano dalla "palestra",odiavo chiamarla così perché non ci assomigliava per niente.
Mi ci diressi.
Arrivai e mi fermai sulla soglia della porta e guardai dentro.
Emma stava colpendo un sacco da boxe appeso al soffitto infondo a quella simil palestra.
Aveva i capelli rossi raccolti in una coda,dei vestiti sportivi che sicuramente erano di Martina,le mani erano fasciate per non farsi male. Gocce di sudore li scendevano lungo tutto il viso

Il rumore dei passi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora