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Manuel

Ecco qua, me lo aspettavo che una mia compagna di squadra andasse nel panico proprio oggi, a venti minuti dall'inizio di una partita di pallavolo.
Electra è terrorizzata e sta dando di matto, non so bene quando sono diventato l'addetto agli attacchi di panico, ma a quanto pare so fare bene il mio lavoro, lavoro non retribuito ci tengo a precisare.
"Che ne dici se dopo una partita offro a tutti il pranzo al Mc'donalds?" le propongo speranzoso di aiutarla a concentrarsi sul cibo.
"Dici davvero?" mi chiede, ed io annuisco speranzoso che a fine partita si dimentichi della mia proposta.
"Ma poi ho paura di ingrassare" dice e mi trattengo dal guardarla irritato, c'è sempre una rogna, ogni volta!
Per fortuna arriva mio cugino Max che salva la situazione con i suoi balletti improvvisati sulle note di una canzone spagnola.
Prima di andare a calmare Electra, ho chiesto a Max di venirmi ad aiutare, dicono che sorprendere una persona la faccia calmare, e infatti Google ha ragione!
Electra adesso è più calma.

"Ragazzi, tutti fuori a fare allenamento" annuncio subito dopo aver calmato Electra.
"Ma l'altra squadra arriverà tra dieci minuti" ribatte Camille.
"Appunto, vuoi perdere altro tempo a contraddirmi o seguire quello che dice il capo?" le chiedo con sguardo torvo, lei è la cugina nata male, di sicuro.

La prima partita contro la French Lycee Andrè Malraux l'abbiamo vinta a mani basse, anche se devo dire che il capitano dell'altra squadra è molto strategico, ma noi siamo meglio, ovviamente sono io il capitano, ovvio che siamo migliori.

Però qualcuno non si è impegnato abbastanza, e la persona in questione è Emily, mia carissima amica ma si deve svegliare fuori.
La chiamo da parte, nei corridoi che portano agli spogliatoi.
"Tu hai capito che questa partita è importante Emily vero?" le chiedo con voce paziente.
"Io l'avevo detto di voler stare in panchina" si difende alzando le mani e pronta a discutere.
"Queste sono le partite estive, prossimo anno dobbiamo fare la quinta superiore, e gli esiti di queste partite possono aiutarci ad avere crediti alti, poi dai, vuoi davvero farti battere da ragazzini viziati che nella vita non hanno mai dovuto soffrire?" chiedo sarcastico, ma quando vedo Emily irrigidirsi capisco che devo imparare a stare zitto.
Girandomi vedo una ragazza dai capelli rossi, il capitano dell'altra squadra.
Emily scappa via, mentre Shelia, mi pare che si chiami viene verso di me.
"Mai soffrire?" mi chiede, e noto i suoi occhi lucidi mentre fa la voce da forte.
"Non è forse così? Conosco bene quelli che voi, usate i soldi per comprare tutto, credete che tutto vi sia dovuto" dico senza peli sulla lingua mentre incrocio le braccia.
"Ma sentilo, solo perchè ha vinto una partita pensa di essere superiore, beh caro mio almeno quelli come me hanno la classe, e quella non si compra" mi dice cambiando completamente espressione, se prima sembrava quasi ferita dalle mie parole adesso sembra pronta a infilarmi una lama alla gola.

Infastidito le faccio il dito medio e me ne vado nello spogliatoio maschile e sto per circa due minuti con i polsi sotto l'acqua fredda, i motivi per cui lo faccio sono due: il primo, è che fa troppo caldo e il secondo è che uso l'acqua gelida per calmarmi.
È mi serve calmarmi fidatevi, l'ultima volta che mi hanno fatto perdere la pazienza in una partita ho letteralmente staccato la testa alla mascotte, non vi dico le ramanzine che mi hanno fatto poi.

Rivals - amore nella pallavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora