Antonia aveva fatto ergere la casa in cui viveva quando era poco più che trentenne. Lei e suo marito decisero che sarebbe sorta al posto della vecchia casa dei genitori della donna.
Tra quelle colline ed i campi sormontati dagli appennini, si estendevano i terreni di sua proprietà e del defunto marito, entrati ormai anch'essi a fare parte del suo patrimonio. Questo faceva di Antonia la donna più potente dell'intero paese, titolo che aveva condiviso col compagno, grande proprietario terriero anch'egli e di suo padre prima di lei. In quella zona così lontana dalla confusione metropolitana, il tempo sembrava essersi fermato. I rumori dei motori non predominavano sul canto degli uccellini ed il traffico e quel brontolio tipico delle grandi città non si era sostituito al suono del vento tra gli alberi o dell'acqua che scrosciava nel letto del fiume. Ma nonostante certi edifici e certe strade fossero cambiate, come appunto la dimora di Antonia e della sua famiglia, certi suoni continuava o a restare tali nel tempo. La dove l'abbaiare di un cane aveva sostituito quello del precedente ormai passato a miglior vita, là dove gli schiamazzi di ragazzini erano ora emessi dai figli e nipoti di quegli stessi ragazzini, nella casa più grande del paese gli schiocchi provocati dai colpi di severe punizioni si tramandavano da generazioni.
Antonia era una donna molto rispettata ed anche temuta. Oltre ad essere la donna più ricca e con le proprietà più grandi, aveva tra i suoi beni anche gli affitti di molte ditte che negli anni erano andate a occupare parte dei suoi terreni. Per non parlare dei coltivatori che usufruivano degli sconfinati ettari di sua proprietà dai quali riceveva compensi sostanziosi. Dopo la morte del marito, precedente gestore di tutti quei beni, aveva dovuto prendersi carico lei di tutto, andando così ad affermare ancor di più la sua presenza. La parte dei suoi averi l'aveva ereditata dai genitori. Il padre era un contadino, anche lui ereditiero dei terreni che aveva e che lavorava assieme ad altri uomini. Uomini del paese che avevano trovato lavoro grazie a lui e che gli erano fedeli e riconoscenti così come le loro famiglie e amici. Amici che, ingrandendosi la mole di lavoro, entrano a fare parte di quella che pian piano stava diventando un'impresa. Non ci volle molto prima che il padre di Antonia fu insignito come l'uomo più ricco del paese. Ai tempi Antonia, o Tania, come la chiamavano tutti, era una ragazza molto introversa e soggetta a una disciplina molto dura da parte dei suoi genitori. Suo padre non era molto presente, preso com'era dal lavoro, tanto da dedicare quasi tutto il suo tempo a quello ed allo stare coi suoi dipendenti. Nei momenti passati a casa dettava legge e non mancava di disciplinare la ragazza come lui lo era stato da fanciullo. Per Antonia la figura del padre era da rispettare e temere, in fondo, lei pensava, era grazie a lui se avevano la casa più bella e gli oggetti più costosi…
La madre, casalinga come volevano quei tempi, era succube del marito e oltremodo severa con Antonia, tanto che la ragazza le obbediva ciecamente, avendo imparato che vederla sfilarsi la cinta per usarla contro di lei era facile come tirar fuori un fazzoletto per asciugarsi la fronte. Antonia visse i primi 23 anni della sua vita sotto un regime disciplinare ferreo, dove le punizioni erano all'ordine del giorno e difficilmente passava giornata senza che la sua pelle venisse segnata da innumerevoli colpi di cinghia, che fosse quella di sua madre o quella del padre. Quando non da entrambe. Alla soglia dei 24 anni, il padre morì, lasciando alla madre tutto il patrimonio in gestione. Troppo per una donna che sino a quel giorno aveva solo obbedito al marito e occupata di fargli trovare la cena pronta. Antonia invece, finita la scuola aveva iniziato a lavorare col padre. All'inizio fu un'esperienza molto dura, anche perché non mancava di essere punita dal padre quando combinava qualche guaio o dalla madre quando andava a dare una mano nel pomeriggio tardi. Dopo un po' però venne fuori la sua predisposizione alla gestione dei conti grazie ai suoi studi. Quindi venne messa ad occuparsi delle scartoffie, cosa che sancì, almeno da parte di suo padre, un cambio di rapporto tra i due. Nel frattempo conobbe un giovane, figlio del “secondo grande proprietario terriero” della zona. Nonostante la madre di Antonia non cambiò di molto i suoi metodi, il padre inizia concederle più libertà e così iniziò a frequentare quel ragazzo. Fu una fortuna, perché alla morte del padre, Antonia si sposò e potè mettere suo marito come nominatario delle proprietà, placando così i timori e le già troppe voci che circolavano riguardo al fatto che terre ed imprese potessero finire nelle mani di due donne incapaci. Forse quelle di sua madre, che le aveva usate solo per disciplinarla, ma non certo le sue. Ma fu anche grazie a quella disciplina che Antonia passò dall'essere una ragazza timida e chiusa alla donna forte e risoluta che diventò dopo il matrimonio. Quando vennero alla luce Diana ed Elena, si ritrovò a prendere il posto di sua madre, arrivando alla conclusione che per fare si che le sue figlie diventassero forti come lei, non c'era alternativa. Ma se con Diana sembrava aver funzionato molto bene, avendola vista diventare una donna in carriera, forte e risoluta come lei, lo stesso non poteva dire di Elena. Andata via di casa molto presto, forse più per sottrarsi ai suoi insegnamenti, ora me pagava il prezzo. Un matrimonio fallito, un lavoro perduto, e due figlie indisciplinate.
Non solo la figuraccia che sua nipote Valeria le aveva fatto fare con l’amica Silvana, ma ora anche sua figlia aveva alzato la voce con lei.
Aveva sistemato la questione con Silvana, evitando che la sua amica gettasse discredito sulla sua figura in vista delle elezioni a sindaco a causa del comportamento della nipote. Elena invece iniziava a preoccuparla. Il fatto che avesse messo in discussione i suoi metodi rigirandosi in quel modo, poteva esser l’avvisaglia di futuri problemi. Forse avrebbe dovuto porre rimedio a quel problema il prima possibile. L'indomani avrebbe atteso Elena al suo ritorno da lavoro e le avrebbe fatto un bel discorsetto. Nessuno, tanto meno in quella sua stessa casa, dove era lei ad avere l'ultima parola, qualcuno poteva permettersi di alzare la voce con lei e contraddirla se non davanti all'evidenza dei fatti. No, Elena non l'avrebbe passata liscia questa volta, era giunto il momento di rinfrescarle la memoria e se voleva continuare a stare lì, doveva accettarne le conseguenze.
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La Calda Estate Di Due Sorelle
FanfictionLe due sorelle Giada e Valeria, insieme alla loro madre Elena, si trasferiscono a casa della nobile nonna Antonia e della austera zia Diana. Una famiglia riunita a forza, dove ricordi e disciplina scandiscono le giornate ma, dove anche certi segreti...