La Domenica, l'ora della sveglia non era poi così diversa da quella della settimana lavorativa. Antonia si alzò presto per andare a messa e lasciò un biglietto sul frigo come faceva di solito la Domenica: "Sono andata a messa, passo a prendere il pane torno alle 11 per preparare il pranzo. La colazione è pronta dovete solo scaldare il caffè."
Elena si alzò poco dopo e andò in bagno a farsi una doccia. Non aveva dormito quasi nulla e aveva bisogno di riflettere. Dover punire per forza la figlia maggiore non le era piaciuto per niente dal momento che sapeva bene che le sculacciate date dalla sorella dovevano essere state molto pesanti. Più tardi avrebbe parlato con Giada per assicurarsi che non le portasse rancore. Le ragazze erano già abbastanza traumatizzate dal divorzio e dal trasferimento in campagna, ma portarle nel suo paese natale era stata sicuramente la scelta giusta: essere sottoposte a regole così rigide poteva solamente giovare alla loro crescita. Uscì dalla doccia e si vestì comoda per andare a correre. Quando rientrò in casa Diana era in cucina, stava facendo colazione.
"Posso parlarti un attimo?" chiese Elena sedendosi.
"Certo che puoi Ele, dopo che ho finito il mio caffè" rispose la sorella maggiore.
Lei aveva dormito serena e si sentiva riposata, non le pesava per nulla aver punito la nipote, se avesse fatto lei una cosa del genere all'età di Giada sua madre avrebbe usato sicuramente il battipanni, quindi la nipote doveva solo ringraziare che fosse stata lei a punirla e non Antonia che di sicuro avrebbe pensato anche alla propria reputazione. Diana sapeva che la madre quando si trattava di mantenere il buon nome del suo defunto marito in paese non ci andava mai giù leggera. Molto spesso si era ritrovata sulle ginocchia della madre a piangere come una bambina. Subito dopo la partenza di sua sorella Elena era andata a ubriacarsi in paese, domandandosi se non avesse fatto male a non seguirla a ruota ed era rientrata un quarto d'ora prima dell'alba. Antonia era rimasta ad aspettarla e appena la figlia aveva aperto la porta di casa l'aveva rovesciata in grembo e sculacciata fino a ora di colazione, facendole passare sbornia e dopo sbornia. Così, dopo quell'unico atto di ribellione, Diana era rientrata in sé e non aveva mai più agito senza pensare. Non incolpava la sorella minore per averla lasciata sola con la madre, ma doveva essere sicura che Elena capisse che alle sue figlie non poteva essere applicato un diverso trattamento e il tentennamento nel somministrare la punizione serale doveva sparire: le regole erano quelle e se aveva deciso di tornare, doveva seguirle sia come madre che come figlia e sorella minore. Finendo l'ultimo sorso di caffè, guardò Elena, sicuramente era della punizione di Giada che voleva parlarle. Posò la tazzina e sorrise alla sorella.
"Dimmi pure sorellina" disse incoraggiante.
Elena si scosse e rispose
"Volevo scusarmi per essere sparita per 18 anni. Tu e la mamma avevate ragione: era un buono a nulla e me ne sono accorta troppo tardi, ma mi ha dato due persone che amo più della mia vita: le mie figlie. Qui da sola con Mamma non dev'essere stato facile. Quindi scusami per averti abbandonata" Elena piangeva: era riuscita a dire ciò che per tanti, troppi anni aveva tenuto dentro di sé.
"Oh Elena, no non è stato facile, ma non incolparti. Hai seguito la tua strada, hai fatto le tue scelte, non incolparti. Vai a svegliare le ragazze così ci danno una mano con le pulizie." Diana le diede un affettuoso bacio sulla guancia e preparò la colazione per le nipoti.
Giada si svegliò verso le nove, aveva dormito a pancia in giù ed era rimasta mezz'ora nel letto a pensare. Aveva capito il suo errore non lo avrebbe mai più fatto. Quando mamma era arrivata per svegliarla aveva affondato il viso nel cuscino, trattenendo a stento altre lacrime per il ricordo vergognoso della sera precedente. La madre fu gentile ed amorevole, ma fece in modo di essere chiara quando disse che lei e Valeria avrebbero dovuto raggiungere lei e la zia per le pulizie.
Valeria si stava già alzando e vestendo quando Giada si fece forza e si trascinò fuori dal letto, buttando lo sguardo oltre le spalle e iniziando a massaggiarsi le chiappe indolenzite. Notò come la sorella fosse stata svelta nel girarsi lasciandole la propria privacy in quella nuova stanza condivisa. In seguito si domandò perché in quel momento ebbe quell'ondata di condivisione che la spinse a dire "non ti preoccupare guarda pure, non mi vergogno...me lo sono meritata." La sorellina non se lo fece ripetere, in fondo moriva dalla curiosità di capire quanto forte sarebbero state le sculacciate d'ora in avanti. Si girò e abbandonò la maglietta che stava per indossare per osservare bene il fondo schiena della sorella.
"Accidenti anche mamma non scherza, guarda qua ci sono i segni della spazzola. Ti ha proprio fatto il culo viola!"
"Valeria! Dai modera i termini se non ne vuoi un assaggio! Comunque hai ragione mi fa proprio male. Spero che entro sera passi almeno un po'."
Valeria puntò lo sguardo a terra in un espressione poco convinta.
"Meglio sbrigarci a scendere ora, sarà bene non farselo ripetere troppe volete mi sa". Disse infine Giada iniziandosi a vestire.
Scese di sotto, le ragazze aiutarono Diana ad apparecchiare per la colazione, mentre Elena chiacchierava con Antonia in cucina versando latte e the caldi nelle tazze, sistemando biscotti e brioches in modo ordinato nei vassoi che sarebbero presto finiti sulla tavola.
"Mamma, ormai sono passati tanti anni, volevo sapere se riserbavi rancore nei miei confronti per essermene andata via di casa così presto da giovane". Chiese d'improvviso Elena alla madre mentre versava del latte caldo in una delle tazze del servizio.
Antonia, col suo tipico tono schietto e sarcastico non esitò a risponderle.
"Non porto certo rancore per il fatto in sé. Volevi sposarti ed è stato giusto così. Certo è che la cosa a quanto pare non ha fatto bene ne a te ne alle tue figlie in quanto a comportamento ed educazione".
"Non ti sembra di esagerare, mamma?"
"Direi di no. Guarda tua sorella Diana. Lei è rimasta qui con me ed è una donna bella, forte e risoluta nonché di successo".
Elena guardò in direzione di sua sorella, la differenza tra loro due era evidente. Chissà se restando in quella casa non sarebbe diventata come lei sottostando alla ferrea disciplina della madre. La voce si Diana che chiedeva dove fosse finita la colazione la ridestò dai suoi pensieri. Durante il pasto Valeria rivelò alla famiglia di aver conosciuto un ragazzo col quale si sarebbe vista dopo aver aiutato nelle pulizie dopo colazione. Sua mamma le diede il benestare mentre sua nonna si raccomandò di comportarsi come una signorina per bene e di non rientrare dopo mezzogiorno. Giada notò come Diana annuí compiaciuta a quelle parole mentre sua madre Elena ne sembrò infastidita, salvo però dire a Valeria di seguire quelle regole. Una volta finito, Antonia si sedette sul divano per riposare mentre le altre donne di casa si dedicarono ad altre faccende domestiche che sbrigarono nel giro di un'oretta. A quel punto, Valeria iniziò a prepararsi per la sua uscita mattutina con Pietro, il ragazzo di cui aveva parlato poco prima col resto della famiglia. Elena andò a farsi una doccia lasciando Giada e Diana sole in cucina intente a guardare un catalogo d'abbigliamento.
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La Calda Estate Di Due Sorelle
FanficLe due sorelle Giada e Valeria, insieme alla loro madre Elena, si trasferiscono a casa della nobile nonna Antonia e della austera zia Diana. Una famiglia riunita a forza, dove ricordi e disciplina scandiscono le giornate ma, dove anche certi segreti...