Prima Sera

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Accidenti, mi resteranno i segni per almeno due giorni". Pensò Valeria guardandosi il sedere da dietro le spalle nello specchio del bagno. L'elastico dei pantaloni del pigiama allargato e le mutandine bianche infilate in mezzo per evitare che toccassero i recenti lividi. Sua sorella Giada si stava lavando i denti, preparandosi per andare a dormire, guardandola con la coda dell'occhio.

"È stato peggio di come fa la mamma?". le chiese.

Valeria si affrettò a ricoprire il sedere "Stai scherzando? Nemmeno le volte in cui era più arrabbiata me le ha date così come ha fatto la zia". 

Elena e Diana stavano finendo di sistemare la cucina mentre Antonia stava sul divano a guardare un film. Le due sorelle avevano chiacchierato molto dopo l'imbarazzante cena durate la quale mamma Antonia si era divertita molto a sciorinare aneddoti sulle conseguenze delle punizioni che somministrava. L'imbarazzo che aveva provato Elena era infine stato chiaro a tutti, e non solo a Giada. Di fronte alle figlie ne uscì decisamente sconfitta rispetto alla sorella.

Mi sento ancora una bambina in questa casa proprio quello che temevo, ma se mi voglio tenere il lavoro dalla baronessa farò meglio ad abituarmici, in fondo che sarà mai?  Adesso ho 39 anni non sono più una bambina (aveva pensato Elena con le guance in fiamme durante la cena)

Diana invece si era ripresa subito. Dopo la lieve incrinatura iniziale si dimostrò stoica ed apparentemente priva di vergogna, cosa che invece Elena (per quanto si sforzasse) dimostrò di provare, continuando a implorare la madre di cambiare discorso. Diceva di voler evitare a Valeria ulteriori umiliazioni ma in realtà lo stava facendo per se stessa.

"Cosa pensi di fare con Valeria?". Chiese d'improvviso Diana distogliendo la sorella dai suoi pensieri.

"In che senso?". 

"Sai bene a cosa mi riferisco".

"Dai Diana, è successo appena un paio d'ore fa... siamo appena arrivate. Dai il tempo alle ragazze di ambientarsi. Per favore". Elena stava letteralmente supplicando la sorella che la guardò pensierosa ma contrariata.

"Si Diana, non esagerare. Tua sorella ha ragione. Mi fa piacere che tu abbia a cuore le tradizioni ma, diamo tempo alle piccole di familiarizzare". Antonia, dal divano appoggiò la richiesta della figlia minore.

L'espressione contrariata di Diana divenne per un momento stupore, poi sorrise alla sorella dicendole che in fondo avevano ragione. Elena ringraziò entrambe e si rimise ad asciugare i bicchieri mentre la sorella andava ad accomodarsi accanto alla madre sul sofà.

Le parole di Antonia avevano sorpreso anche lei. Quando erano ragazze, la madre non risparmiava loro nulla quando si trattava di punizioni. Una regola a cui non veniva mai meno era che se si veniva sculacciate durante il giorno, prima di andare a dormire era assicurata un'altra ripassata (spesso con la spazzola). Immaginava che Diana avrebbe tirato fuori l'argomento prima o poi ma, voleva risparmiare a Valeria questo supplizio, almeno per oggi.

Più tardi, Antonia si congedò per andare a dormire mentre Diana ed Elena rimasero ancora un po' a chiacchierare. Poco prima della mezzanotte si avviarono anche loro verso la stanza da letto che avrebbero condiviso come quando erano ragazze. Davanti alla porta, Elena ebbe un'altra ondata di ricordi piacevoli. 

Amo la mia famiglia e anche se abbiamo metodi duri siamo sempre state unite e credo potrebbe essere utile anche alle mie ragazze. (si disse Elena)

Ritrovarsi li era così strano ma le dava anche una sensazione piacevole, di sicurezza e calore. Una volta sotto le coperte, Elena finalmente poté rilassarsi, anche se le tornarono in mente le parole di sua sorella durante la loro discussione in corridoio prima di cena.

"Sei sveglia?". Bisbigliò alla sorella maggiore.

"Si". Rispose l'altra sbadigliando.

"Volevo chiederti una cosa".

"Sentiamo".

"Dopo che me ne sono andata di casa... voi, cioè lei...insomma, fino a quando...". Era partita convinta ma davvero non riusciva a formulare la domanda senza provare molto imbarazzo.

Diana capì subito che la sorella si riferiva alla severità della madre ad ai suoi metodi ed al fatto che nonostante la loro età non aveva mai smesso di farne uso fino alla sua partenza.

"È tardi Elena. Domani mattina lavoro e devo svegliarmi presto". Il tono non ammetteva ulteriori approfondimenti.

Così mentre Diana si girò per dormire, Elena pensò che sarebbe stato meglio parlare con le proprie figlie di certi argomenti.

"Odio stare qui e odio la zia". Disse Valeria, sdraiata pancia sotto sul letto assieme alla sorella. Senza farsi notare una volta sotto le coperte aveva abbassato tutto per lasciare prendere un po' di fresco delle lenzuola pulite al suo povero sedere. il bruciore iniziale era scomparso ma ora iniziava il dolore vero e proprio.

Potrei contare quante me ne ha date da quanti anelli mi sento stampata sul sedere! (pensava nel frattempo Valeria)

"Dai Vale, vedrai che staremo bene. La casa è grande, c'è il giardino, la piscina...". Giada cercava di vedere i lati positivi dello stare li solo per confortare la sorella, la realtà era che anche lei odiava quel posto. A 17 anni un trasferimento in una campagna abbandonata nel mezzo di un paese sperduto era quanto di più terribile potesse pensare una giovane ragazza come Giada. Non avrebbe più rivisto tutti i suoi amici in città e quelli che avrebbe trovato qua sarebbero stati comunque dei campagnoli ignoranti.

"Facile per te. Mica le hai prese. Nemmeno la mamma te le da più". 

"Bhe io non faccio cazzate come te intanto".

"Sono arrivata un quarto d'ora in ritardo!!! Cosa vuoi che sia?".

"Lo so". rispose semplicemente Giada ma tra tutti i pensieri ricordò le parole di Diana nel corridoio con sua mamma.

La prima notte in un letto diverso da quello a cui si è abituati non è mai piacevole ma, vista la stanchezza di tutti presto scivolarono in un sonno ristoratore in vista della giornata successiva.

La Calda Estate Di Due SorelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora