ESCURSIONI POMERIDIANE

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Valeria era entusiasta. Tra poco avrebbe rivisto Pietro. Si trovava bene con lui e le aveva detto che l'avrebbe portata a fare una passeggiata in un posto speciale. Lei sperava si trattasse di un posto divertente, ma soprattutto, di un posto dove magari sarebbero potuti rimanere un po' soli, lontano da occhi indiscreti. Si, perché ci aveva pensato molto e aveva deciso che se ce ne fosse stata occasione, avrebbe baciato quel ragazzo. Il suo primo bacio lo avrebbe dato proprio a quel ragazzo conosciuto in quel posto sperduto nella campagna.
Erano le 16, e puntuale, Pietro comparve dall'uscio di casa sua. Serena, made di Pietro, una donna robusta dai capelli lunghi raccolti in una cosa, apparve sulla soglia dietro di lui. "Ciao, Valeria" salutò la donna vedendo la nipote di Antonia.
"Buon pomeriggio, signora" fece eco Valeria cercando di apparire educata e a modo.
La donna però perse subito interesse per la ragazza e si rivolse al figlio. "Mi raccomando, di ritorno entro il suono delle campane. Chiaro?".
A Valeria sembrò di sentire sua nonna Antonia , quando lanciava qualche minaccia. Il tono era lo stesso. -in questi posti devono essere tutti abituati cosi- pensò la ragazza.
Così, con ulteriori raccomandazioni sul non allontanarsi troppo e sul non tardare, si salutarono nuovamente e si misero in cammino.
Valeria era rimasta delusa dall'interazione con la madre di Pietro, le sembrava una donna scorbutica e avrebbe preferito che le dimostrasse più interesse, infondo era sempre stata la piccola di casa ed era stata viziata non poco dalla madre. Per bilanciare le cose Pietro non le staccava gli occhi di dosso. Le fece cenno di seguirlo e lei prese a correre dietro di lui. I due ragazzini non persero tempo e in un attimo furono al limitare del bosco dove pietro aveva costruito con suo padre e suo fratello maggiore (ora fuorisede all'università) una casa sull'albero. D'un tratto gli sembrò stupido aver portato una ragazza li, in fondo, non era altro  che qualche asse a pochi metri da terra, non esattamente un uscita convenzionale. Ma l'entusiasmo di Valeria lo fece subito riprendere "Quanto ci metti a salire?" gli gridò già a metà della scaletta. Qualche anno prima Pietro non ci avrebbe fatto caso, ma ora, a 14 nel pieno della salita ormonale guardare le gambe nude di Valeria, che scomparivano in una gonna gialla gli fece scaldare le guance d'imbarazzo, ma non voleva perdere l'occasione così si avvicino a guardarle direttamente sotto la gonna. Valeria portava gli slip del costume, si capiva grazie ai cordoni che penzolavano ai lati, un costume bianco, probabilmente di Giada quando era più piccola. La piccola si girò una seconda volta e lui rosso come un peperone distolse lo sguardo "Che c'è su sbrigati a salire”.
Giunti all'interno, Valeria constatò che la casetta era ben fatta e solida. Il lavoro congiunto del padre e del fratello maggiore aveva dato i suoi frutti. C'era un piccolo tavolo con due seggiole dove Pietro e suo fratello con qualche amico passavano ore a giocare ed in un angolo una stuoia con delle coperte sopra. Soprattutto d'estate, nelle nottate più calde, passare la notte lì doveva essere molto piacevole. Su una parete c'era un calendario e Valeria arrossì notevolmente guardandolo. Forse il fratello o qualche amico più smaliziato aveva appeso un calendario con delle signorine molto poco vestite e Pietro, vedendo l'imbarazzo della ragazza, si precipitò a levarlo dalla vista.
“Scusa, è di mio fratello” fu la goffa scusa del ragazzo.
“No, non ti preoccupare. Siete maschi, lo capisco”. Valeria cercò di non apparire troppo timida e infantile. Per cambiare argomento ed uscire da quello stallo imbarazzante, si affacciò alla piccola finestrella per ammirare la vista offerta da quella altezza. Oltre ai campi, c'era una collina lì vicino sulla cui cima torreggiava una roccia gigantesca che sembrava la torre di un castello. Valeria si domandò che vista ci si potesse godere da lì. Quasi a leggerle nel pensiero, Pietro le si avvicinò e le disse “da lassù c'è un panorama stupendo”.
Valeria si voltò a guardarlo. I loro volti erano vicinissimi, quasi i loro nasi si sfiorarono. Ci fu un secondo di ulteriore imbarazzo, ma Valeria era troppo curiosa e Pietro ansioso di fare colpo su di lei.
“Vuoi andare a vedere?” Le disse indicando con lo sguardo la doccia.
“Davvero si può?” A Valeria si illuminarono gli occhi.
Senza dire una parola, Pietro iniziò a scendere dalla casetta e subito Valeria lo seguì. Un piccolo sentiero conduceva ai piedi della collina e si faceva più impervio e in salita man mano che si procedeva. Pietro sapeva che sua madre non voleva ci si addentrasse fin lassù, ma era disposto a tutto pur di accontentare Valeria ed apparire figo ai suoi occhi. La ragazza si faceva condurre dal suo amico e avanzava senza lamentarsi nonostante il percorso iniziasse a farsi impegnativo. Giunsero davanti ad un parere di roccia alta circa due metri. C'erano degli incavi che sembravano messi lì apposta per arrampicarsi e raggiungere la cima. Nella salita a Pietro cadde il marsupio dentro il quale c'era la merenda che la madre aveva preparato. Non se ne curo più di tanto, lo avrebbe recuperato al ritorno. Inoltre, era troppo concentrato nella salita e nello sbirciare sotto la gonna di Valeria che lo precedeva. I suoi ormoni avevano preso il sopravvento e qualsiasi altra cosa stesse accadendo non aveva la minima importanza per lui.

La Calda Estate Di Due SorelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora