Capitolo 9

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Pov Newt 

Ormai si era fatta mattina, avevo portato Chuck nella mia capanna, io ero rimasto tutta la notte lì davanti a quelle porte nella speranza che quando si sarebbero aperte, avrei rivisto Minho, Alby e soprattutto Thomas. 

Avevo vietato a tutti di cancellare i loro nomi dal muro, nel profondo speravo che sarebbero tornati, anche se non si può sopravvivere ad una notte nel labirinto, solo questo pensiero mi distruggeva. 

Mi alzai da terra visto che a momenti  si sarebbero aperte te porte, vidi Chuck e gli altri radurai avvicinarsi anche loro alle porte. sembrava che il tempo non passasse mai, i minuti sembravano ore.

Poi sentimmo gli ingranaggi delle mura iniziare a girare, significava che stavano per aprirsi.

Le porte si aprirono, ma non c'era traccia di loro, alcuni radurai si girarono e sene andarono a testa bassa. Non poteva essere vero i miei migliori amici erano morti e io non avevo potuto fare niente per salvarli, lasciai scendere una lacrima sulla mia guancia. mi girai verso Chuck che aveva gli occhi fissi vero le porte.

"Dai vieni" dissi mettendogli una mano sulla spalla, ci girammo e iniziammo and allontanarci.

"NON CI POSSO CREDERE, RAGAZZI" Urlò Zart per farsi sentire, ci girammo tutti verso le porte e la cosa che vedemmo fece rimanere tutti a bocca aperta.

C'erano Minho e Thomas che trasportavano Alby.

Appena poggiarono Alby a terra mi fiondai tra le braccia di Thomas, non mi importava che ci potessero vedere, avevo temuto veramente tanto di perderlo. Thomas che all'inizio sembro un po' sorpreso ricambiò subito l'abbraccio, mi strinse forte a lui cosa che mi fece contorcere lo stomaco.

"Brutta testa di sploff pensavo fossi morto" dissi dandogli un leggero pugno, mi asciugai le lacrime che non mi ero accorto che avevo versato e lo abbracciai di nuovo.

"Scusa" mi sussurrò nell'orecchio.

"Hey, avete visto un dolente?" chiese Chuck 

"Si ne ho visto uno" disse staccandosi da me

"Non l'ha solo visto, l'ha ucciso" disse Minho guardando Thomas 

Passai tutta la mattinata con Thomas sulla casa sull'albero, mi racconto di quello che aveva passato quella notte. 

Eravamo stesi uno di fianco all'altro e Thomas continuava a raccontarmi di come aveva ucciso quel dolente, io mi girai su un fianco per guardarlo, era bellissimo, per un attimo avevo creduto che lo avrei perso, per fortuna lui è la persona più  forte ché io conosca , è riuscito a uccidere un dolente. 

 "Per un attimo ho veramente creduto che tu fossi morto" dissi attirando la sua attenzione, facendolo girare verso di me.

"Non ti sbarazzerai così facilmente di me" disse con fare ironico.

"Me lo auguro" sussurrai, ci guardammo negli 'occhi per svariati minuti, poi il mio sguardo cadde sulle sue labbra, erano così belle, avevo voglia di  assaporarle di nuovo, tornai con lo sguardo nei suoi occhi, ormai eravamo vicinissimi, potevo sentire il suo respiro caldo su le mie labbra.

Vidi che Thomas alternava o sguardo tra le mie labbra e i miei occhi cosa che feci anche io. Mi avvicinai di più a lui ormai eravamo vicinissimi, bastava un soffio per azzerare le distanze.

Ormai un milione di farfalle svolazzavano libere ne mio stomaco.

Rimasi con lo sguardo sulle sue labbra, cosa che lo fece scattare, e azzero le distanze, mi diede  un leggero bacio, che durò troppo poco infatti  si stacco subito, ma io gli misi una mano dietro il collo e lo spinsi verso di me.

Thomas approfondì subito il bacio, schiusi un po' le labbra per dagli accesso alla mia bocca, continuammo a baciarci finche nessuno dei due non aveva più fiato.

"Lo sai che potrebbero vederci" sussurrò con voce rocca e sensuale ad un passo dalle mie labbra.

"Non mi importa" dissi per poi baciarlo di nuovo.

Passammo l'intero pomeriggio così  tra coccole e baci focosi, con lui ero felice, mi faceva    sentire bene.   

Sopravvissuti-NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora