Beruthiel accennò un lieve sorriso al pensare di essersi innamorata di quell'uomo. Poi tornò seria, il suo intento era quello di divertirsi un po' con Helias per poi trasformarlo in un altro schiavo al suo servizio e non aveva tempo per questo. La storia del fiore non l'aveva convinta del tutto e comunque se era vera tra un giorno gli effetti del fiore sarebbero scomparsi e un altra scusa per esimersi dal fare il suo dovere non l'avrebbe più accettata. E se si fosse ostinato a non volerla possedere, pur se il suo corpo dimostrava il contrario, allora lo avrebbe ucciso. L'unica a essere ancora vita dopo un rifiuto era Eriel e per colpa sua aveva rivolto le attenzioni su gli uomini.
«Scusa la mia insistenza, ma ho imparato a non fidarmi più delle persone, soprattutto di alcune donne. Pertanto sono felice di sapere che sei stato sincero e, a proposito, quei fiori sono conosciuti come Pace eterna e tu ora capisci perché gli hanno dato quel nome. Non ti preoccupare, domani sarai di nuovo in piena forma... lo spero per te. Nel frattempo io sognerò quel momento. Buon riposo anche a te, Helias.» Dopo averlo detto, si addormentò come un sasso. Sebbene quel termine fosse sbagliato: i sassi non facevano lo stesso rumore, pensò Helias e rise.
La Strega russava e pareva una grancassa. Poi arrivò un altro rombo sordo, ma a rilasciarlo non era stata la bocca: nel liberare il suo intestino, Beruthiel aveva ammorbato l'aria di tutta la stanza. Forse per colpa dell'Ambrosia, pensò lui disgustato e si era detto che dopo questa sarebbe stato difficile per lui eccitarsi davanti a lei. Doveva essere un effetto collaterale e, giacché lei ne faceva largo uso tutti i giorni, si sarebbe ripetuta spesso con quel concerto oltretutto maleodorante. E poco importava quali fossero le cause e, pur se era uscito da un bellissimo fondoschiena, non sarebbe più riuscito a pensare a lei come a un'amante con cui giacere.
Una tale consapevolezza lo fece gioire, in quanto, una volta svanito l'effetto del fiore della Pace eterna, in lui non si sarebbe risvegliato comunque nulla. Gioia sostituita subito dopo dalla preoccupazione; la sua impassibilità davanti a un corpo di donna nudo sarebbe diventata un problema a lungo andare, ma avrebbe pensato a risolverlo quando si sarebbe presentato. Adesso aveva da trovare l'anello e, una volta preso e consegnato all'Ape regina, non ci sarebbe stato più nulla da risolvere, gli aveva promesso di liberare tutti dal giogo della strega e l'imbarazzo di doversi rifiutare, per l'ennesima volta, sarebbe svanito come la brina al Sole di mezzodì. L'anello doveva trovarsi in una delle due stanze e lui iniziò da quella la cui porta era chiusa.
Entrato, il nuovo ambiente serviva da ricovero per le vesti dismesse della Strega. Lei ne aveva a centinaia e forse poteva averlo nascosto tra le pieghe dei tessuti, pensò Helias dubbioso. Poi, al rifletterci sopra, di certo lei non era stata così sciocca e, uscito, si concentrò nell'unico altro posto dove poteva averlo nascosto. Uno in bella vista, perché così avrebbe fatto lui.
Beruthiel se la dormiva alla grande e il suo ronfare avrebbe coperto eventuali rumori nel caso lui avesse urtato qualcosa. Poi, al sentirla ragliare come un asino, non riuscì a capacitarsi che una donna bella quanto lo fosse lei potesse arrivare a fare tutto quel baccano. Ma accantonò quel pensiero e passò a controllare uno dei mobiletti posti di fianco al giaciglio, sopra c'era un cofanetto e poteva benissimo celare l'anello. Quindi dopo aver spostato un vaso con dentro dei fiori freschi dai colori sgargianti, allungo la mano per prenderlo. Senza riuscire a sollevarlo e si abbassò per capire perché. Il cofanetto era un tutt'uno con il mobiletto e lui, allungata di nuovo una mano, provò ad aprirlo. Il coperchio però era sigillato e inoltre non vi era nessuna serratura o spiraglio su cui poteva fare leva per sbloccarlo. Doveva essersi di mezzo la magia, pensò. Una sorta di incantesimo e solo con il pronunciare le parole giuste si sarebbe aperto. Solo la Strega le conosceva e di sicuro doveva averla scritta da qualche parte nel caso le dimenticasse. E lui aveva visto pure l'oggetto su cui forse l'aveva incisa. Lei lo portava al collo ed era un medaglione dorato su cui vi erano incisi degli strani caratteri e potevano essere quelli a sbloccarlo. E gli bastarono pochi passi per trovarsi accanto alla Strega e per fortuna aveva smesso di russare. Soprattutto arieggiare e, al vederla nuda e provocante, con una pelle liscia come la seta e non un solo pelo a deturparlo, nemmeno nelle parti basse ed era cosa assai rara, Helias venne assalito da un pensiero lascivo. Per sua fortuna lei riprese ad arieggiare e lui, tornato in sé, si ripromise di non cascarci più. E quando riprese a russare, si convinse ancor più.
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Saga Eternity - Volume Secondo: Le due regine - © In revisione
FantasiSecondo volume della Saga Fantasy - Fantascientifica: Eternity. Come sempre il libro è protetto da copyright e il suo Codice ISBN di riferimento è il seguente: 9788827866139. Copertina realizzata da: The Pandemonium Graphic Server di @_RosaRossa_