Cole
Compagna. Compagna. Compagna.
Il mio lupo non smetteva di ringhiare nella mia testa quella dannata parola. Non stavo cercando la mia compagna. Sono il capo dei guerrieri e tutte le mie energie erano riservate all'addestramento. Però ripensando a quegli occhi sento i brividi salirmi su per la colonna vertebrale. Avevo incrociato lo sguardo di una ragazzina minuta, con il corpo di una dea tentatrice dalle curve perfette e il viso innocente e dolce. L'immagine di lei continuava a tornarmi alla mente e improvvisamente pensai al suo sguardo mentre me ne andavo, sembrava così delusa, io l'avevo delusa.
Stella entrò nella stanza "Che diavolo è successo lì fuori?"
"Compagna" anche se le risposi con una sola parola lei capì subito e il suo sguardo divenne dolce in un primo memento e poi infuriato.
"Aspetta un secondo, stai dicendo che hai appena incontrato la tua compagna e al posto di correrle in contro e reclamarla sei scappato via come un codardo? Mamma e papà non ti hanno insegnato niente sul legame?" la mia sorellina aveva un tono così duro che mi sembrò di essere colpito da un suo gancio.
"Lei era lì ferma a fissarmi, ed è solo una ragazzina, io sono andato nel panico. Non potevo restare lì."
"Allora hai pensato fosse una buona idea fare il codardo? Almeno dimmi chi è" le descrissi velocemente la mia compagna sperando di togliermi dalle calcagna mia sorella e di portemi andare a riposare per schiarirmi le idee. Finita la descrizione Stella sbiancò leggermente.
"Questa volta fratellone hai fatto un gran casino. Ho parlato stamattina con la ragazza, non l'avevo mai vista da queste parti e lei sembrava totalmente terrorizzata e sola, di sicuro non le serviva questo. Si chiama Hazel comunque"
Hazel... torna dalla compagna. Il mio lupo intervenne subito sentendo il suo nome
"Io... non sapevo cosa fare, sai che non la stavo cercando..." mentre parlavo mamma e papà irruppero in casa scherzando tra di loro. Erano una coppia affiatata da quando si erano incontrati appena dopo la loro prima trasformazione. Erano l'esempio perfetto di compagni e avevano sempre parlato a me e a Stella dell'importanza del legame di coppia. Entrambi i nostri genitori si fermarono bruscamente sulla porta quando videro il clima dentro la stanza, si scambiarono una veloce occhiata poi fecero scorrere lo sguardo su noi due. "Che succede ragazzi?" mamma cautamente cercava di capire perché il momento era così teso.
Stella scattò subito sulla difensiva: "Sì Cole, dì a mamma cosa succede.." guardai mia sorella con uno sguardo di rimprovero, sapevamo entrambi quale sarebbe stata la reazione di mia madre.
"Ho incontrato la mia compagna" Mia madre lanciò un gridolino eccitato e abbracciò subito mio padre, stava iniziando a dire qualcosa quando Stella interruppe tutto con un ringhio : "Digli tutto"
"Sono scappato" ammisi con un pizzico di vergogna nella voce. I miei genitori mi guardarono sconcertati, avevano uno sguardo deluso e prendendo un respirò mio padre parlò per la prima volta : "Cole, ma perché? ti abbiamo insegnato tutto" mia madre aveva una faccia triste mentre parlava : "Chissà come sta la povera ragazza, dovrà aver pensato che la vuoi rifiutare"
Rifiuto? Non avevo mai pensato al rifiuto. Nel mondo dei lupi era inaccettabile, il compagno era un dono.
La compagna ci odia per colpa tua. Axel intervenne nella mia mente appena la parola rifiuto uscì dalle labbra di mia madre.
"Rifiuto? No, come potrebbe pensarlo? Io non ne ho mai avuto intenzione"
"E cosa dovrebbe pensare Cole? Sei fuggito appena l'hai vista, non hai nemmeno provato a parlarle" guardai mia sorella spaventato "Devo trovarla, devo dirle che non la voglio rifiutare"
"Ora riconosco mio fratello, vai su, corri"
Uscì correndo dalla porta dirigendomi al campo di allenamento dove l'avevo vista prima. Erano tutti in pausa pranzo quindi provai a guardare nelle panchine che si trovavano al bordo del campo. La riconobbi subito, il suo profumo mi attirava come una calamita verso di lei. Era seduta con un'altra ragazza nella panchina più isolata e iniziai subito a percorrere la strada che ci divideva. Arrivato davanti a lei la sovrastavo di almeno un metro mentre era seduta. Si girò a guardarmi e appena i nostri occhi si incontrarono sentì come se niente fosse più importante nella mia vita. Ora c'era solo lei.
"Possiamo parlare?" esitante lei annuì e si alzò mentre io la conducevo sotto l'ombra di un albero distante dal resto del branco. Prima ancora che io potessi iniziare a parlare lei mi precedette : "Non c'è bisogno di fare tutta questa scena se vuoi rifiutarmi, sono pronta" i suoi occhi erano leggermente lucidi e mi si spezzò il cuore a vederlo.
La compagna è triste per colpa tua.
"Non ho intenzione di rifiutarti, cosa te lo fa pensare?"
"T-tu sei scappato via senza dire niente, pensavo fossi disgustato" distolse lo sguardo velocemente da me per puntarlo sul terreno sotto di lei.
"No, davvero no. Io ero solo sorpreso. Ho sbagliato, mi dispiace tanto" a quel punto ero io quello con gli occhi lucidi e la voce spezzata, ma dopo le mie parole la sentì fare un sospiro di sollievo, alzò lo sguardo e mi tese una mano.
"Sono Hazel" le afferrai la mano e un flusso di scintille, come se milioni di piccole scariche elettriche si diramassero dalle dita per tutto il braccio. Decisi di essere temerario, la tirai verso di me e la strinsi in un abbraccio mentre il mio corpo si riempiva di scintille e le sussurravo dolcemente il mio nome. Ci separammo leggermente e in quel momento mi concentrai sulle sue labbra. Avrei voluto baciarle ma avevo osservato in questi pochi minuti la mia compagna, era una cosina piccola e innocente e io volevo andare al suo ritmo, così la lascia andare.
"Abbiamo molte cose di cui parlare, possiamo vederci dopo il prossimo allenamento, così parlerai anche ai tuoi genitori di tutto. Andremo con calma." chiusi tutto con un sorriso, cercando di essere il più gentile possibile. Lei mi rispose con un –certo- e tutti e due iniziammo a camminare in due versi opposti, lei verso il campo per finire l'allenamento, io verso casa, per crogiolarmi nel suo ricordo in attesa di domani. Ero stato uno stupido a sparire prima, lei era tutto quello che potessi desiderare, e di sicuro non l'avrei persa.
Hazel
Avevo sentito delle storie su Cole, di quanto fosse forte in battaglia e di quanto fosse severo durante l'allenamento con i suoi guerrieri, ma mentre mi parlava non sentivo altro che dolcezza e questo mi sciolse il cuore. Avevo avuto paura, paura che lui potesse rifiutarmi, che mi trovasse ripugnante, debole. Invece era corso da me per smentire tutto quello che credevo e mi aveva trattato con una delicatezza che non sapevo potesse appartenere a un guerriero.
Finito l'addestramento, che era andato meglio di quanto mi aspettassi, mi avviai verso casa. Mentre camminavo stavo pensando a Cole, lui riempiva tutti i miei pensieri, il nostro futuro, la nostra vita insieme, io che mi allontanavo dai miei genitori,...
Aperta la porta di casa mia madre e mio padre erano lì e per una volta non vedevo l'ora di parlargli.
"Ho trovato il mio compagno" mio madre sbarrò gli occhi e mio padre mi lanciò uno sguardo di puro odio prima di parlare: "E chi sarebbe questo fantomatico compagno? Un omega?"
"Gamma Cole" mia madre scioccata mi chiede urlando se stessi scherzando.
"Spero abbia almeno avuto la decenza di rifiutarti, disgraziata" gli occhi si iniziarono a velare mentre negavo con la testa, ingoiai l'ansia e tirando su il mento risposi con un sonoro no.
"Tu piccola ingrata non sarai mai abbastanza per uno del suo rango. Lui è un guerriero e tu una piccola omega senza valore. Ora vieni con me" mio padre mi tirò forte per un braccio trascinandomi su per le scale. Questo mi avrebbe di sicuro lasciato un livido domani. "Ora starai qui mentre rifletterai su quanto tu sia inutile e su come il Gamma ti rifiuterà, non uscirai da qui fino all'allenamento di domani e non hai diritto a nessun pasto. E non dirai niente di quello che è successo a nessuno. Sono stato chiaro?" annuì con la testa ormai consapevole di non poter fare niente. Mentre se ne andavano mi afferrai il braccio notando che si stava formando una chiazza violacea a forma di mano tu tutto il mio avambraccio.
Mentre mi addormentavo pensavo solo a una cosa: rifiuto, rifiuto, rifiuto

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Warrior's mate
Про оборотнейHazel pensava di essere sola. Seppur conoscesse tutti nel branco nessuno conosceva veramente lei. Non aveva amici e non pensava di avere diritto a un compagno. Tutto cambia al compimento dei suoi 18 anni quando incontra Cole, un po' scorbutico ma es...