Prologo

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Simone preme i palmi delle mani sulla scrivania, respirando affannosamente come se avesse corso per una maratona intera.

Fuori c'è un caos di voci e di rumori e lui si è chiuso qui in questa stanza, cercando di riprendersi e di smettere di pensare al modo in cui domani la sua vita non sarà più la stessa.

Gli sembra di impazzire.

Di non sapere più come si respira.

Poi, d'improvviso, la porta di camera sua si apre e per un solo istante tutto il caos che c'è fuori arriva meno ovattato alle sue orecchie, fino a che la porta non viene richiusa e tutto quello che sente è il respiro familiare di qualcuno alle sue spalle.

"Simò..."

Simone rimane fermo perché, se si voltasse, potrebbe scoppiare a piangere.

Domani suo fratello Jacopo parte con il suo migliore amico perché, contro ogni aspettativa, sono riusciti ad ottenere entrambi una borsa di studio per studiare a Londra.

Così con l'entusiasmo di due diciannovenni, sono rientrati dopo l'esame di Stato per fare una festa enorme qui a Villa Balestra, riuscendo a liberarsi di Dante e Floriana che, per l'occasione, sono partiti per un paio di giorni.

Il problema è che, il migliore amico di Jacopo, è Manuel.

Il ragazzo che, da tanto tempo, fa parte delle loro vite.

Lo stesso che Simone ha conosciuto quando aveva solo tre anni e Jacopo ebbe la brillante idea di portarlo a casa, provocando in lui un sentimento di gelosia che sparì in un colpo quando quel bambino di sette anni si presentò sulla loro porta e gli rivolse il sorriso più dolce che Simone avesse mai ricevuto da un estraneo.

E, a distanza di tutti questi anni, oggi Simone ha guardato Jacopo e Manuel tornare a casa, felici ed entusiasti di aver ottenuto quel pezzo di carta che permetterà finalmente ad entrambi di lasciare Roma, trascorrere l'estate in giro a divertirsi, prima di stabilirsi in una università lontanissima da qui dove avranno modo di vivere mille esperienze che per Simone invece sembrano ancora una utopia.

Lui rimarrà qui.

Lu rimarrà qui dopo che oggi, per la prima volta, incrociando lo sguardo di Manuel, si è sentito desiderato.

Già, stupido. Non è vero?

Ha solo quindici anni e Manuel non lo ha mai guardato in questo modo, sono solo stupide allucinazioni di un adolescente innamorato di un ragazzo più grande da tutta la vita.

Eppure, quando sente una mano posarsi sulla sua spalla, per un solo istante si illude di non averlo solo immaginato.

"Simò..."

L'altra mano di Manuel scivola sul suo fianco e d'improvviso Simone si ritrova ad essere girato contro questa scrivania, con il suo respiro addosso e il viso ad una spanna di distanza.

"Manuel, io..."

"Lo devò fà. Almeno 'na volta."

Simone non capisce di cosa sta parlando, fino a che la bocca di Manuel non si posa sulla sua.

Ed è elettricità.

Elettricità pura.

Simone non ha mai baciato nessuno e non ha alcun bacio con cui compararlo, ma è certo del fatto che nessun altro, nell'universo, potrebbe regalargli emozioni come queste, potrebbe fargli sentire i fuochi d'artificio che stanno esplodendo nella sua testa e all'altezza del suo stomaco proprio in questo momento preciso.

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