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Zefiro:
Il soffitto della mia camera era diventato magicamente molto interessante, ma in realtà la mia mente era ancora in quella libreria. In quel secondo in cui vidi i suoi occhi verde smeraldo. Inizialmente erano come spenti, ma poi, quando i nostri sguardi si incontrarono per quel secondo, si accesero di una luce fortissima. Quella luce che tanto mi mancava vedere.
Mi voltai cercando di uscire dai miei pensieri e vidi una custodia di un violino.

Quando ero un ragazzino, prima di morire, mi piaceva rifugiarmi sulla collinetta del cortile e suonare il mio amato violino, l'unica cosa rimasta da mia madre. Un giorno Hermes mi trovò e rimase ad ascoltare da lontano, ma non abbastanza da non poterlo vedere. Lo invitai a sedersi vicino a me.

Decisi di aprire la custodia. Al suo interno vi era un violino in legno chiaro. Lo presi in mano e come meglio ricordavo iniziai ad accodarlo e suonarlo.

Da quel giorno, io e lui ci rifugiammo sopra quella collina ogni giorno. Io suonavo, lui ascoltava o leggeva. Diceva che la mia musica era un perfetto sottofondo per leggere. Così ogni giorno fino la fine dei tramonti, così ogni giorno prima dell'inizio della guerra.

Finì di suonare le note del pezzo che suonavo con lui in quei bei giorni e lo rimisi nella sua custodia. In qualche modo pensare a quei momenti mi fece scendere qualche lacrima ma anche sorridere. Mi mancava, tuttavia ero consapevole che gli occhi che avevo visto in libreria erano i suoi.
"Stavi suonando?" Saltai dallo spavento, era Jessica che stava parlando svegliandomi dal mio viaggio nel passato.
"Scusa non volevo spaventarti, cosa suonavi?" Chiese affiancandosi a me.
"Achilles come down" risposi "La suonavo con un'amico"
"E ora dov'è questo tuo amico?" Notai con la coda dell'occhio che mi stava guardando, ma non ricambiai.
Ci misi qualche secondo di troppo prima di rispondere. Erano davvero suoi quegli occhi? Lo stavo solo immaginando o era davvero lui? Pensai senza trovare alcuna risposta. "Non lo so" mi limitai a dire.
"Per caso si è trasferito? Hai perso i contatti con lui? È andato via senza dirtelo?" La sua curiosità iniziava ad infistidirmi, così risposi di nuovo "Non lo so"
"In che senso non lo sai? Se hai suonato quella canzone è perché ti manca, no? Perché non provi a contattarlo?" A questo punto il mio corpo si mosse da solo ed uscí dalla stanza.
"Aspetta volevo solo aiutarti" mi fermai solo per darle una risposta definitiva provando a non offenderla troppo.
"Hai fatto abbastanza" chiusi il discorso, o almeno per un po', e mi diressi nella cucina a bere un bicchiere d'acqua per calmare il mal di testa che ormai era troppo forte anche solo per tenere gli occhi aperti. Infatti mi buttai sul divano cadendo nelle braccia di Morfeo.

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