12.

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Zefiro:
Uscì dalla doccia quando notai che non c'erano i miei vestiti, eppure ero convinto di averli presi. Non mi rimaneva altra scelta che andare in camera, ciò significava passare per il corridoio. Ma non avevo altra scelta. Uscì dal bagno chiudendomi la porta alle spalle. Avevo solo un asciugamano a coprirmi l'inguine fino a metà dei polpacci.
Jessica mi passò davanti, posò le mani sulle spalle e mi spinse in camera mia. Non avevo avuto neanche il tempo di reagire.
"Cosa stai facendo?" Fu l'unica cosa che dissi.
Lei non rispose e mi tolse l'asciugamano di dosso buttandolo da qualche parte lontano da noi, non permettendomi di riprenderlo.
"Cosa ti prende?" Provai ancora. Come risposta si spogliò davanti a me velocemente. Aveva solo una maglietta larga, senza sotto il reggiseno, dei pantaloncini attillati e degli slip troppo sottili.
"Mi rispondi?" Ancora nulla. Mi spinse contro il letto bloccandomi i polsi sopra la testa e sedendosi sopra il mio inguine. Avevo sottovalutato la sua forza perché tutti i miei sforzi di liberarmi erano inutili.
"Perché vuoi scappare? Non avevi detto che ti piacevo?" Finalmente disse qualcosa
"Si ma-" mi lasciò di stucco perché iniziò a struscinarsi contro di me
"Niente ma. Reagisci." Iniziò a strusciarsi con movimenti più veloci ma non mi generavano alcuna reazione.
"Ho detto reagisci!" Disse prima di gemere. Sembrava forzato, rabbioso.
"Jessica non sei te il problema"
"Allora cosa?" Guardai di lato dove c'era il muro bianchissimo. "Non mi guardi neanche. Perché? Ti piaccio, no? Mi ami vero?"
"Jessica io-"
"Cosa? Cosa?!" Sentì premere più forte contro il mio inguine che avrei potuto vomitare adosso "Dammi una risposta valida o me lo metto dentro. Magari così reagisci un minimo"
"È complicato"
"Aspetta. Ti piace Ariel?" Fece più forza.
"La ragazza che lavora in libreria?"
"Si. Lo sapevo. Ti piace." Non capì in quale esatto momento successe ma mi ritrovai come una statua su cui Jessica si muoveva su e giù. "Ora provi piacere vero? Lei non ti darà mai questo piacere, io si. Ora guardami come guarderesti lei. Capito? Fallo per me." Calcò sulle ultime tre parole dando un colpo al muro dietro di me.
"Jessica. Non mi piace, nè lei nè te. Pensavo saresti stata il nuovo capitolo della mia vita ma sono rimasto bloccato a quello prima."
"Chi fa parte di quel capitolo?" Smise di muoversi e si tolse, finalmente. Seduta sul bordo del letto, senza degnarmi più di uno sguardo.
"Non...non posso dirtelo"
"Va bene, ma non è finita qua." Si alzò "E se ti faccio rimanere in questa casa è solo perché non ne hai una tua e sarebbe da maleducati."
Non risposi, aspettai che mi lasciò da solo in quella stanza, che era diventata mia, dove questa scena si impregnò persino nei muri. Volevo uscire e prendere un po' d'aria, ma la paura di incontrarla mi bloccava. Finché non sentì un rumore contro la finestra. Vidi una sagoma di una persona che emise lo stesso rumore, un singhiozzo.

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