Zefiro:
Parlai a lungo con quella ragazza e scoprì che si chiamava Jessica.
Si chinò e prese la sua borsa poggiandola su una spalla.
"Vieni, seguimi. Ti porto a casa mia"
"A casa tua?"
"Si. È in centro città non ci vorrà molto" iniziò a camminare svelta obbligandomi a correre di tanto in tanto.
Arrivammo a quello che credevo fosse il centro della città con presenti: una fontana, delle panchine, del verde ai lati delle stradine, bar ed edifici vari. Uno di questi era proprio il suo.
"Eccoci, fai come fossi a casa tua" mi invitò ad entrare e così feci
"Molto carina ed accogliente, grazie per avermi ospitato."
"Non avrei potuto lasciarti da solo di notte." Alla sua affermazione ridacchiai.
"Cosa c'è da ridere?" Provò a nascondere una risata con scarsi risultati. Appoggiò la borsa sul tavolo e mi fece cenno con la mano di sedermi sul divano.
"Niente, hai ragione non potevo stare in quel posto durante la notte"

Dopo qualche minuto di continue chiacchiere, mi fece compagnia sul divano con due tazze di tè caldo e alcuni biscotti sul vassoio.
"Hai una casa nei dintorni? Magari dopo posso darti un passaggio"
"In realtà no" Cosa avrei potuto dirle? Che vengo da un posto sconosciuto da dove sono caduto dopo aver baciato un ragazzo? Fuori discussione. "Ma preferisco non parlarne"
"Fa niente tranquillo, puoi rimanere qua. Un po' di compagnia non farà male a nessuno dei due" Aveva ragione, stare in un posto sconosciuto da solo sarebbe stato mille volte peggio.

Avevo detto a Jessica che avevo bisogno del bagno, quando uscì la vidi in una stanza della casa abbastanza grande che si muoveva da un punto all'altro come se la gravità non esistesse. Veniva trasportata dalla musica che emetteva una piccola cassa. Ammirai come il vestito rosso le metteva in risalto le curve del suo corpo e come la gonna volazzava insieme a lei.
Si fermò insieme alla musica e io aplaudì, si voltò verso di me con gli occhi spalancati.
"Sei bravissima" mi avvicinai a lei sorridendo
"Grazie, non parlo mai con nessuno di ciò che tengo dentro perciò ballare per me è l'unica mia via di fuga e di sfogo dei miei pensieri." prese fiato prima di continuare "Uso il mio corpo e la musica per raccontare, a chi vuole ascoltare, la mia vita"
La guardai come si guarda un gioiello.
"Wow. È una cosa bellissima...e sai cosa ci ho visto nel tuo ballo?"
"Cosa?"
La guardai da capo a piedi per poi fermarmi ai suoi occhi.
"Ho visto tanto dolore e sofferenza tenuta in gabbia dentro di te per paura di parlare dei demoni che ti divorano giorno dopo giorno"
"Come...come hai fatto?" Mi guardò stupita
" Magari avevi ragione che il modo migliore per esprimersi è usare il proprio corpo e la musica"

Scusate per l'assenza, non sapevo cosa scrivere. Spero comunque che vi piaccia anche se è corto.
Buona lettura

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