13.

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Hermes:
Non ce la feci più  a rimanere a guardare Zefiro tradirmi in quel modo disgustoso. Scappare, correndo, via da quella scena.
"Hermes, aspetta!" Era la voce di Zefiro che urlò il mio nome. Era con dei boxer e una maglietta larga. Probabilmente messi in fretta e furia. Mi fermai e solo dopo qualche secondo mi girai.
"Zefiro" finalmente lo potevo vedere per bene, in viso, era bellissimo come sempre. Ma ciò che avevo visto, la rabbia e la delusione erano più forti di qualsiasi altra emozione.
"Lasciami spiegare" mi supplicò con un'espressione da cucciolo bastonato "ti prego"
"Va bene, ma sii veloce" lo vidi fare un respiro profondo e calmarsi un po'
"Io non volevo nulla di tutto ciò che hai visto." Fece un passo in avanti "Le avevo detto che mi piace" guardò dritto nei miei occhi "ma non pensavo prendesse la cosa seriamente"
Non so quanti secondi di silenzio ci furono. Ero scioccato, deluso, schifato, arrabbiato...ma anche dispiaciuto. Ripensai a ciò che ave a detto finché la mia mente si fermò su un particolare.
"Ti piace?" Volevo spiegazioni sincere. Mi fidavo di lui ma qualcosa mi suggeriva di rimanere distante.
"Si, cioè non come pensi"
"E come allora? Sentiamo."
"Non posso mentire, è una bella ragazza. Rapirebbe anche lo sguardo di uno cieco. Ma non la amo. Io amo te. Amo solo te." Si fermò per prendere fiato "Hermes, tu sei la persona che amo è che ho sempre amato."
Mi fidavo ma non completamente. Decisi, così, di riprendere la mia fuga.

Zefiro:
Era tutta colpa mia. Se non avessi mai detto a Jessica che mi piace, nulla di tutto questo sarebbe mai accaduto. Non era così che mi immaginavo di rincontrare Hermes, ma è tutta colpa mia. Tornai dentro, mi misi la prima felpa che trovai e mi buttai sul letto.
La faccia immersa nel cuscino, le luci spenti, nessun rumore se non i miei singhiozzi.

Jessica entrò in camera. Come se avessi preso una scossa mi alzai dal letto con la paura di quello che aveva in mente di farmi, di nuovo.
"Ho visto la scenetta romantica. Quindi lo ami? Io ero un modo per dimenticarlo o cosa? Ti sembro un oggetto? Sei una delusione."
Ero tornato indietro nel tempo in cui la spada mi aveva trafitto il petto, però in qualche modo sconosciuto, questa volta faceva più male.
"Si lo amo. Jessica tu non sei un oggetto, non ti volevo usare, ma pensavo che provare a dimenticarlo sarebbe stata la soluzione migliore per non soffrire. Lo so che sono una delusione." Guardai i miei piedi "Faccio schifo anche a me stesso"
Con questo non aggiunse nulla. Sorrise soltanto, un sorriso inquietante che mi fece venire un brivido. Si girò ed uscì, lasciandomi solo.

Ancora quel dolore nel petto. Faceva troppo male.  Non volevo più sentirlo. Mi iniziò a fare male la testa. Vidi tutto sfocato. Il battito aumentava, stavo sudando ma avevo freddo. Persi l'equilibrio, cadendo sul letto. Strinsi la felpa dove il cuore stava impazzendo. Il respiro mi mancava. Era un attacco di panico. Lo conoscevo troppo bene.

Spazio autore:
Ciao raga, come va? Io sono raffreddato e ho il mal di gola.
Per il capitolo non uccidetemi, abbiate un po' di pazienza e si sistemerà tutto.
Con questo ci vediamo al prossimo capitolo.
Bye bye

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